Rivista Anarchica Online
Dietro i pedofili
di Babar
Gli abbietti assassinii delle bambine che non dovevano uscire dalla rubrica "fatti
diversi", hanno cristallizzato un
malcontento molto più ampio...
Un'esigenza di giustizia "L'inchiesta vada avanti fino in fondo", "Sia fatta
giustizia (quella vera, non quella del ministero che porta lo
stesso nome)". Era questa la rivendicazione principale delle famiglie delle bambine rapite e assassinate in questi
ultimi anni in Belgio, dei genitori che il 20 ottobre hanno organizzato a Bruxelles la Marcia Bianca (il bianco non
è il colore di nessun partito politico?!?). La più grande manifestazione del dopoguerra: 100, 200,
300.000 persone.
A questo punto, con quale pallottoliere contabilizzare il malcontento popolare? E non è un caso che
questa ondata di fondo sia centrata attorno alla problematica dei bambini. Queste vicende
della rete di pedofili hanno cristallizzato un malessere, un mal di vivere che torturano la società tutta
intera. Una
società in crisi, o piuttosto, attraversata dalle crisi: economica, sociale, dei valori; del come vivere insieme
e
soprattutto del perché. Una crisi del legame sociale in un mondo in cui il denaro è re. Sul
banco degli accusati, evidentemente, ci sono l'apparato giudiziario, le sue maniere "ancien régime", la sua
arroganza elitaria. L'indice, evidentemente, è puntato contro le protezioni occulte di cui godono le reti
di pedofili
(svago degli ambienti borghesi?). Tra i primi a rischiare la condanna, evidentemente, c'è il "mondo
politico", tutto
preso dai parametri di Maastricht, dalla moneta unica, dalla competitività nel nuovo mercato mondiale.
Ma anche
dopo avere individuato queste responsabilità, rimane il fatto che la questione di fondo non è prima
di tutto la
questione sociale; ciò che assilla tutti i genitori delle classi popolari in questi anni di trionfo del
neo-liberalismo
è: domani i nostri figli vivranno peggio di noi? Questa grande preoccupazione si è espressa
chiaramente, come
un leit-motiv, accompagnando in tutto il paese le decine di migliaia di scioperanti (spontanei, non inquadrati) e
i manifestanti che per tutta la settimana precedente chiedevano a gran voce: "Un mondo migliore per i nostri
figli!" E anche se le teste d'uovo del ricupero politico (il primo ministro cammina sui carboni ardenti) si sono
messe in
moto per spegnere l'incendio, chi può immaginare che, nel quadro delle logiche economiche del sistema
capitalistico che c'impongono, domani verrà data una valida risposta a questa angoscia legittima?
A proposito delle reti di pedofili Chi sono i clienti e gli accomandatari? 1.
Da quando si è cominciato a parlare delle reti di pedofili, i media non hanno smesso un solo istante di
centrare
il loro messaggio sulla demonizzazione dei membri della banda Nihoul-Dutroux presentandoceli come perversi
mostri psicopatici... Dutroux e gli altri sono certamente individui osceni, è evidente, la gente lo avrebbe
compreso
lo stesso senza tutta questa campagna mediatica. 2. I più recenti rapimenti e assassinii di bambini
hanno portato alla luce il movente primo di questi affari sinistri.
Tanto (più?) che la perversione individuale dell'uno o dell'altro accusato, abbiamo saputo che il traffico,
la
commercializzazione dei bambini e per estensione, delle cassette video che riproducono le sevizie perpetrate sulle
vittime, era una delle ultime ragioni di quei rapimenti. Oltre a essere degli individui osceni, Dutroux e gli altri
erano anche (soprattutto?) imprenditori che avevano integrato perfettamente le regole (i "valori"?) del
neoliberismo dominante: realizzare profitto, il massimo del profitto, senza la minima preoccupazione per gli
strumenti. 3. Abbiamo saputo che queste cassette video venivano trattate sul mercato a prezzi che andavano
da 500.000 a
1.000.000 di franchi. Era dunque naturale porsi questa semplice domanda: qual' è il profilo di classe di
questi
clienti, di questi consumatori in grado di pagare a un prezzo tanto elevato queste cassette? Non voi, non io... allora
chi? 4. Una delle regole base del sistema capitalista vuole che sia il mercato (il "gioco" dell'offerta e della
domanda)
a regolare gli scambi. In questa prospettiva, sono quindi i clienti (coloro che acquistano le merci proposte sul
mercato, in questo caso
i bambini o le cassette video) che aspirano e amplificano la produzione, diventando così il motore
principale
dell'insieme dell'impresa. In questa logica, i clienti hanno una responsabilità maggiore nell'avviamento
e
nell'amplificazione del processo di produzione... Come negli altri mercati (il commercio delle armi...), per
prosciugare la produzione, non potrebbe soffocare la
domanda? 5. Domanda sussidiaria: perché i media e l'apparato giudiziario non pongono l'accento sulle
indagini su clienti
(quelli che pagano per ricevere una merce) e accomandatari (quelli che passano l'ordine) invece che sulla
demonizzazione di quelli che, in definitiva, non sono altro che la manovalanza, i dipendenti dell'impresa?
(traduzione di Stefano Viviani dal settimanale Le Monde Libertaire,
Parigi)
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