Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 236
maggio 1997


Rivista Anarchica Online

Contro il razzismo strisciante
di Gruppo libertario Echo (Monza)

La tragedia della morte di più di 80 civili profughi albanesi, sopratutto donne e bambini, a bordo della nave affondata in seguito alla collisione con una nave da guerra italiana, era più che prevedibile visti i metodi polizieschi con i quali l'Italia sta affrontando la situazione della crisi albanese. Una crisi che viene risolta in maniera autoritaria con l'utilizzo delle forze armate contro navi di civili.
L'atteggiamento dell'Italia è condizionato dalle regole della comunità europea che impongono il rafforzamento dei confini verso i paesi estranei alla comunità in modo da bloccarne l'emigrazione e mantenere paesi come l'Albania zone dove i lavoratori sono sfruttati con una paga ridicola rispetto a quella dei paesi occidentali.
L'esportazione del lavoro in questi paesi e la speculazione sulle condizioni disagiate di queste popolazioni è anche causa della mancanza di lavoro dalle nostre parti come il caso della Philips Monza insegna.
L'Unione europea si rivela ancora essere unicamente la protettrice dei grandi interessi finanziari ed economici e non un'unione politica dei paesi europei, come soprattutto la tragedia della Jugoslavia ha dimostrato. Le responsabilità politiche della comunità europea e sopprattutto dell'Italia sono pesanti per l'appoggio dato al presidente Berisha, responsabile del tracollo finanziario del paese albanese, eletto nonostante la denuncia di brogli da parte delle rappresentanze internazionali presenti.
A questo si aggiungono le vergognose prese di posizione razziste, figlie di una intolleranza ignorante e insofferente che, come hanno fatto ad esempio i sindaci leghisti, negando la propria disponibilità ad accogliere i profughi, rende molto più declinata la situazione nelle altre parti d'Italia che si impegnano a risolvere questa emergenza.
La sinistra istituzionale invece si eclissa e non rivaluta principi e valori che non sono solo una generica tolleranza e solidarietà, ma riguardano il rispetto di ogni persona e dei suoi diritti.
Noi quindi chiediamo la revoca del blocco navale militare sulle coste pugliesi e dello stato d'emergenza che può portare ad altre stragi come quella avvenuta.
Contestiamo l'intervento militare dell'Italia in Albania in quanto, essendo un paese con interessi economici e politici diretti, trasformerebbe un intervento internazionale in un atto di politica coloniale.
Condanniamo il razzismo strisciante che, fomentato dai mass media, porta a considerare 10.000 albanesi, in prevalenza donne e bambini, come autentici criminali venuti a saccheggiare l'Italia e auspichiamo che la situazione non sia più solo gestita dai mezzi dell'esercito e della polizia, ma che sia permesso alle forze del volontariato sociale un intervento che ristabilisca i valori di solidarietà e di diritti della persona.