Rivista Anarchica Online
Segnali di fumo a cura di Carlo E. Menga
Non mi sta bene nulla
Vi ricordate le invocazioni d'aiuto di Polifemo agli altri Ciclopi: "Nessuno mi uccide!"? Con grande
lungimiranza
l'astuto Odisseo aveva fornito al proprio malintenzionato ospite false generalità. Modificando poche
lettere del
proprio nome, lo aveva trasformato nella parola corrispondente in greco al pronome italiano 'nessuno'. Sembra
una banalità, ma è un'operazione di tutto rilievo: la semantizzazione di un elemento grammaticale
come nome
proprio. Gli effetti sono a dir poco sconvolgenti e devastanti. Difatti i Ciclopi, gente volgare e dedita alla
pastorizia, accolgono la presupposizione materiale che Polifemo riporta del termine 'nessuno' come se fosse la
presupposizione formale cui l'automatismo della loro consapevolezza linguistica li aveva abituati, col risultato
di non curarsi delle grida del proprio fratello, e anzi di deriderlo addirittura. Noi uomini moderni, che siamo
molto più raffinati, giochiamo un gioco diverso: suoniamo il canone al contrario.
Soprattutto nella pubblicità, che è l'espressione più alta della nostra modernità.
Fingiamo una presupposizione
formale che desideriamo venga interpretata come presupposizione materiale, e ci ricamiamo sopra, per giunta,
scherzetti di rielaborazioni implicite, strizzando l'occhio all'utenza del messaggio, da molte generazioni non
più
dedita alla pastorizia. E' così che nascono i più recenti nomi della luminosa costellazione dei
profilattici di
gomma contemporanei. Prendiamo, ad esempio, l'ultimo (ma non minore): "NULLA". Già
così, di per sè, è subito comprensibile
l'allusione per iperbole alla sottigliezza dello spessore dello strato di lattice. Dato che oggi proprio non potete fare
a meno di mettervelo, almeno mettetevi questo. Vi accorgerete che il differenziale tattile tra averlo e non avere
addosso alcunché è rappresentato da una quantità piccola quanto si vuole, come direbbero
i matematici. Quando
inventeranno il preservativo fatto di puri campi magnetici avranno gravi problemi a battezzarlo: che c'è
meno di
'nulla'? 'Zero Kelvin'? Come vedete siamo lontani anni luce da quegli utensili ricavati dal budello della pecora
(ancora la pastorizia), in uso fino a non più di due secoli fa. Forse quelli erano anche riciclabili, ma oggi
abbiamo
la Scienza dalla nostra parte. Obsolescenza programmata, direbbe Linus van Pelt. Ma il nome, da solo, non
ci basta. Dobbiamo incastonarlo in un bel luogo comune per ottenere più numerosi gli
effetti collaterali desiderati. Ed ecco, dal paginone centrale di "Repubblica", fissarci con sguardo bovinamente
bramoso la bella e seminuda bruna occhiorotondo (è questa la traduzione letterale del greco 'ciclope': mi
corregga, se sbaglio, l'amico Oliva), mentre sopra la scatoletta celeste campeggia la frase "NON RESISTO A
NULLA". Conseguenza ovvia del pronome trasformato in nome: la libidine della partner (anche PARTNER
è
un nome di preservativo) si sovrappone alle peculiarità del lattice, fino a diventarne effetto. Più
di questo che
volete? Siete ancora fermi a STIMULA? Lì era stimolante la funzione (notoriamente collegata molto
strettamente
all'organo), qui lo è addirittura il semplice concetto. Il che non è male, per un anticoncezionale.
E poi: volete
mettere, le implicazioni colte? La frase in questione spinge quasi automaticamente chiunque a citare Oscar Wilde:
"Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione". E già che ci siamo, ce n'è un altro che si
chiama TUTTO, che evoca stavolta l'impeto torrenziale dell'effetto
sull'indossatore del profilattico. Per trovare qualcosa maggiore di 'tutto' siamo costretti a fare ricorso ai numeri
transfiniti di Georg Cantor. D'altra parte c'era da aspettarselo: gli opposti si richiamano vicendevolmente. Ma
per rendere onore al capostipite del successo dello scambio di presupposizioni in materia di gomme sottili,
è necessario menzionare NUDO. La frase, che pure aveva un senso agli albori dell'era della sindrome da
immunodeficienza acquisita, era: "Se mi ami, mettiti NUDO", con conseguente sovrapposizione di 'spogliarsi'
e 'indossare'. Roba da dialettica hegeliana. Non chiedetemi qual è la sintesi. Ci sono stati rami di
questa evoluzione che hanno dato luogo, pur se carinissimi, a ibridi non fecondi, se mi
concedete il paragone di argomenti importanti con argomenti volgari. Non chiedetemi qual è l'argomento
volgare.
Per esempio, fiorì un giorno, su quest'albero genealogico, il preservativo dal nome 'fraGOLA', che
evoluiva
spettacolarmente fra le presupposizioni. Infatti, se letto con accento sdrucciolo, ne evocava le qualità
accidentali,
se con accento piano, alludeva alla specializzazione cui quelle qualità erano necessariamente correlate.
Per chi
proprio era "di coccio", la sintagmaticità della pronuncia piana veniva evidenziata dalla differenziazione
grafica
tra corsivo e maiuscolo. Purtroppo, come ben sanno i biologi, l'eccessiva specializzazione di un orgasmo (pardon:
organismo) può nuocere alla sopravvivenza della specie, massimamente quando questa si trova a dover
affrontare
repentini e radicali mutamenti dell'ambiente, nonché qualora ciò risulti svantaggioso
economicamente. Oltretutto
poteva anche sdrucciolare. Non andava mica bene. E fu così che avvenne la rapida estinzione.
Amen. A questo punto concedete anche a me un piccolo momento ludico basato sulle presupposizioni. Dato
che sia
NUDO che NULLA sono preservativi e che quindi entrambi si 'mettono', vogliamo provare a scambiarli di posto,
fin dove ce lo concede la grammatica e "vedere di nascosto l'effetto che fa"? (Guardate un po' come tutto quadra,
come l'argomento ti porta la citazione giusta: la canzone di Jannacci s'intitola "Vengo anch'io". Sembra quasi
il disegno divino dell'universo. Potrebbe essere portato ad argomento di una nuova teodicea.) Allora
formuliamo la nuova frase: "Se mi ami mettiti NULLA". Ma in italiano, nella fattispecie di tale
presupposizione formale, non si può dire così: è grammaticalmente scorretto. Bisogna
ricorrere alla doppia
negazione: "Se mi ami non metterti NULLA". E questo è esattamente l'opposto dello scopo (scusate) che
il
produttore avrebbe potuto desiderare. Dove si dimostra che anche il linguaggio delle espressioni pubblicitarie ha
una sua viabilità precostituita.
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