Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 238
estate 1997


Rivista Anarchica Online

Segnali di fumo
a cura di Carlo E. Menga

Non mi sta bene nulla

Vi ricordate le invocazioni d'aiuto di Polifemo agli altri Ciclopi: "Nessuno mi uccide!"? Con grande lungimiranza l'astuto Odisseo aveva fornito al proprio malintenzionato ospite false generalità. Modificando poche lettere del proprio nome, lo aveva trasformato nella parola corrispondente in greco al pronome italiano 'nessuno'. Sembra una banalità, ma è un'operazione di tutto rilievo: la semantizzazione di un elemento grammaticale come nome proprio. Gli effetti sono a dir poco sconvolgenti e devastanti. Difatti i Ciclopi, gente volgare e dedita alla pastorizia, accolgono la presupposizione materiale che Polifemo riporta del termine 'nessuno' come se fosse la presupposizione formale cui l'automatismo della loro consapevolezza linguistica li aveva abituati, col risultato di non curarsi delle grida del proprio fratello, e anzi di deriderlo addirittura.
Noi uomini moderni, che siamo molto più raffinati, giochiamo un gioco diverso: suoniamo il canone al contrario. Soprattutto nella pubblicità, che è l'espressione più alta della nostra modernità. Fingiamo una presupposizione formale che desideriamo venga interpretata come presupposizione materiale, e ci ricamiamo sopra, per giunta, scherzetti di rielaborazioni implicite, strizzando l'occhio all'utenza del messaggio, da molte generazioni non più dedita alla pastorizia. E' così che nascono i più recenti nomi della luminosa costellazione dei profilattici di gomma contemporanei.
Prendiamo, ad esempio, l'ultimo (ma non minore): "NULLA". Già così, di per sè, è subito comprensibile l'allusione per iperbole alla sottigliezza dello spessore dello strato di lattice. Dato che oggi proprio non potete fare a meno di mettervelo, almeno mettetevi questo. Vi accorgerete che il differenziale tattile tra averlo e non avere addosso alcunché è rappresentato da una quantità piccola quanto si vuole, come direbbero i matematici. Quando inventeranno il preservativo fatto di puri campi magnetici avranno gravi problemi a battezzarlo: che c'è meno di 'nulla'? 'Zero Kelvin'? Come vedete siamo lontani anni luce da quegli utensili ricavati dal budello della pecora (ancora la pastorizia), in uso fino a non più di due secoli fa. Forse quelli erano anche riciclabili, ma oggi abbiamo la Scienza dalla nostra parte. Obsolescenza programmata, direbbe Linus van Pelt.
Ma il nome, da solo, non ci basta. Dobbiamo incastonarlo in un bel luogo comune per ottenere più numerosi gli effetti collaterali desiderati. Ed ecco, dal paginone centrale di "Repubblica", fissarci con sguardo bovinamente bramoso la bella e seminuda bruna occhiorotondo (è questa la traduzione letterale del greco 'ciclope': mi corregga, se sbaglio, l'amico Oliva), mentre sopra la scatoletta celeste campeggia la frase "NON RESISTO A NULLA". Conseguenza ovvia del pronome trasformato in nome: la libidine della partner (anche PARTNER è un nome di preservativo) si sovrappone alle peculiarità del lattice, fino a diventarne effetto. Più di questo che volete? Siete ancora fermi a STIMULA? Lì era stimolante la funzione (notoriamente collegata molto strettamente all'organo), qui lo è addirittura il semplice concetto. Il che non è male, per un anticoncezionale. E poi: volete mettere, le implicazioni colte? La frase in questione spinge quasi automaticamente chiunque a citare Oscar Wilde: "Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione".
E già che ci siamo, ce n'è un altro che si chiama TUTTO, che evoca stavolta l'impeto torrenziale dell'effetto sull'indossatore del profilattico. Per trovare qualcosa maggiore di 'tutto' siamo costretti a fare ricorso ai numeri transfiniti di Georg Cantor. D'altra parte c'era da aspettarselo: gli opposti si richiamano vicendevolmente.
Ma per rendere onore al capostipite del successo dello scambio di presupposizioni in materia di gomme sottili, è necessario menzionare NUDO. La frase, che pure aveva un senso agli albori dell'era della sindrome da immunodeficienza acquisita, era: "Se mi ami, mettiti NUDO", con conseguente sovrapposizione di 'spogliarsi' e 'indossare'. Roba da dialettica hegeliana. Non chiedetemi qual è la sintesi.
Ci sono stati rami di questa evoluzione che hanno dato luogo, pur se carinissimi, a ibridi non fecondi, se mi concedete il paragone di argomenti importanti con argomenti volgari. Non chiedetemi qual è l'argomento volgare. Per esempio, fiorì un giorno, su quest'albero genealogico, il preservativo dal nome 'fraGOLA', che evoluiva spettacolarmente fra le presupposizioni. Infatti, se letto con accento sdrucciolo, ne evocava le qualità accidentali, se con accento piano, alludeva alla specializzazione cui quelle qualità erano necessariamente correlate. Per chi proprio era "di coccio", la sintagmaticità della pronuncia piana veniva evidenziata dalla differenziazione grafica tra corsivo e maiuscolo. Purtroppo, come ben sanno i biologi, l'eccessiva specializzazione di un orgasmo (pardon: organismo) può nuocere alla sopravvivenza della specie, massimamente quando questa si trova a dover affrontare repentini e radicali mutamenti dell'ambiente, nonché qualora ciò risulti svantaggioso economicamente. Oltretutto poteva anche sdrucciolare. Non andava mica bene. E fu così che avvenne la rapida estinzione. Amen.
A questo punto concedete anche a me un piccolo momento ludico basato sulle presupposizioni. Dato che sia NUDO che NULLA sono preservativi e che quindi entrambi si 'mettono', vogliamo provare a scambiarli di posto, fin dove ce lo concede la grammatica e "vedere di nascosto l'effetto che fa"? (Guardate un po' come tutto quadra, come l'argomento ti porta la citazione giusta: la canzone di Jannacci s'intitola "Vengo anch'io". Sembra quasi il disegno divino dell'universo. Potrebbe essere portato ad argomento di una nuova teodicea.)
Allora formuliamo la nuova frase: "Se mi ami mettiti NULLA". Ma in italiano, nella fattispecie di tale presupposizione formale, non si può dire così: è grammaticalmente scorretto. Bisogna ricorrere alla doppia negazione: "Se mi ami non metterti NULLA". E questo è esattamente l'opposto dello scopo (scusate) che il produttore avrebbe potuto desiderare. Dove si dimostra che anche il linguaggio delle espressioni pubblicitarie ha una sua viabilità precostituita.