Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 241
dicembre 1997 - gennaio 1998


Rivista Anarchica Online

Siamo davvero in troppi?
di Pino Cacucci

Oggi ci sono troppe macchine e troppe ciminiere, non troppi uomini, donne e bambini. E per debellare la povertà, più che alla sovrappopolazione, è necessario pensare al saccheggio delle risorse imposto dal capitalismo selvaggio

Fame e sovrappopolazione: un binomio che siamo abituati a considerare indissolubile. La popolazione mondiale cresce ogni anno, e di pari passo aumenta il numero di esseri umani che sopravvivono al di sotto della cosiddetta "soglia di povertà". Da diversi decenni, prestigiosi (?) organismi internazionali ci ripetono che il controllo delle nascite è la soluzione basilare. Siamo in troppi, dunque. Ma è davvero così?
Senza pretendere di affermare alcunché, vorrei soprattutto esprimere dubbi, invitando a non ripetere meccanicamente formulette propinate da "esperti" fin troppo interessati. E parto da una domanda banalissima: se esiste il problema della sovrappopolazione, allora perché i paesi più ricchi del mondo risultano essere anche i più popolati?
Vediamo alcuni dati, che chiunque può trovare nella più modesta enciclopedia casalinga. L'India è abitata da oltre 850 milioni di persone, e viene indicata come l'esempio più nefasto di "troppa gente-uguale-fame". L'India ha una densità di popolazione pari a 260 abitanti per kilometro quadrato. Tanti, indubbiamente. E l'India è tra i paesi più poveri del mondo. Ma uno dei tre paesi più ricchi ed economicamente così potenti da poter imporre le loro "leggi di mercato" al resto del pianeta, cioè il Giappone, ha una densità di popolazione addirittura superiore a quella dell'India: ben 327 abitanti per km2. E la Germania, che ne ha 221, non è molto lontana, eppure, chiunque abbia viaggiato lungo il territorio tedesco, non può mai aver provato la sensazione di un soffocante "eccesso di esseri umani"... E la Cina, altro esempio di paese che si vorrebbe sovraffollato, ha una densità inferiore a quella dell'Italia e più o meno pari a quella della Francia. Forse è il caso di riflettere, prima di sposare la tesi oggi tanto cara al Fondo Monetario Internazionale, organismo altamente responsabile dello sterminio per fame grazie all'imposizione del modello neoliberista ai tre quarti del pianeta. Cioè, ai tre quarti che si dissanguano di materie prime e lavoro schiavistico per permettere a un solo quarto di mantenere propri osceni e intollerabili privilegi.

Il movimento dei Sem Terra
Passiamo all'America Latina, continente dove a ogni richiesta di terre da parte dei contadini, latifondisti e governi rispondono all'unisono: "Se i poveri non facessero tanti figli, la terra basterebbe".
Questa è una falsità criminosa. I poveri non aumentano perché partoriscono troppo, ma perché ogni anno milioni di persone scivolano dal "ceto medio" alla miseria, indipendentemente dal numero di figli. I paesi latinoamericani sono tra i più spopolati del pianeta. Il Brasile ha solo 18 abitanti per km2, eppure il movimento dei Sem Terra deve lottare a prezzo di continue stragi per rivendicare appezzamenti da coltivare. I latifondisti ci dicono che gli indios fanno "anche dieci figli per coppia", però dimenticano di aggiungere che spesso solo uno dei dieci arriva all'età adulta, e che la vita media non raggiunge i quarant'anni. Quando i Conquistadores misero piede sul continente, si calcola che le popolazioni azteche, maya e inca erano complessivamente tra gli ottanta e i novanta milioni di individui. Un secolo e mezzo più tardi, erano ridotti a... tre milioni e mezzo!
E oggi, nonostante le asserzioni sulla sovrappopolazione, gli indigeni non hanno neppure raggiunto le cifre di cinque secoli fa. Gli Stati Uniti, soprattutto negli anni 60, hanno inviato squadre di "tecnici" a sterilizzare migliaia di donne in Amazzonia: come si spiega un simile crimine, se in Amazzonia incontrare un essere umano è più raro che nel deserto del Sahara? Semplice: le comunità indigene poggiavano i piedi sopra giacimenti di materie prime utili ad arricchire le imprese multinazionali. Estinguerli gradualmente, era la soluzione meno eclatante, ma in molti casi si è preferito il genocidio sistematico, senza aspettare i risultati delle sterilizzazioni forzate e ricorrendo alle armi, all'avvelenamento dei corsi d'acqua, all'incendio delle foreste. La metà di Bolivia, Cile, Ecuador e Brasile, è territorio completamente disabitato. Come si può affermare che la miseria diffusa in quei paesi sia causata dalla sovrappopolazione? Da quando il Cile viene additato come esempio positivo di progresso economico, azzeramento dell'inflazione, investimenti esteri, eccetera, non si aggiunge che in Cile il 40% della popolazione è in miseria e la disoccupazione è in costante incremento. I cileni non sono aumentati granché negli ultimi anni, eppure sono aumentati a dismisura i poveri. Erano già nati, quando le loro famiglie appartenevano ai ceti medi...

Hamburger e genocidi
La terra non basta agli esseri umani di America Latina, Asia e Africa non perché siano loro in troppi, ma perché immensi latifondi vengono usati per allevare vacche da hamburger (un dato agghiacciante: ogni giorno vengono aperte decine di nuove filiali MacDonald: ogni giorno, devono di conseguenza aumentare i milioni di capi di bestiame). È questo uno dei principali motivi per cui si abbatte la selva amazzonica, quella del Chiapas, e bruciano le foreste dell'Indonesia. Anche addentando un hamburger, ci rendiamo complici del genocidio. Ma ci è molto più comodo pensare che la responsabilità stia nel fatto che i poveri non usano gli anticoncezionali...
Come si spiega la palese contraddizione di un nord del mondo che considera sovrappopolato il sud, e poi, puntualmente, ci propina il piagnisteo sulla crescita zero (vedi Italia) a causa della quale ben presto non ci saranno sufficienti "abitanti attivi" per pagare le pensioni agli "inattivi"?
Il vero disastro planetario non avverrà per eccesso di popolazione, ma quando masse enormi di individui si adegueranno alla nostra way of life. Pochi giorni fa, il senatore-avvocato Agnelli diceva davanti alle telecamere con raggelante cinismo: «La sfida del millennio che sta per iniziare consiste nel motorizzare gli abitanti di Cina e India». Ha detto proprio così: "motorizzare". Ecco, provate a immaginare cosa ne sarà della già asfittica atmosfera terrestre, il giorno in cui altri due miliardi di automobili accenderanno il motore... Oggi ci sono troppe macchine e troppe ciminiere, non troppi uomini, donne e bambini. E la povertà è dovuta all'ingiustizia economica, al fatto che i trecentocinquanta (350!) uomini più ricchi del globo possiedono da soli la metà delle ricchezze del pianeta Terra, o che una sola multinazionale come la Toyota fattura in un anno una cifra superiore al prodotto interno lordo di paesi economicamente forti come la Norvegia. Le risorse non sono scarse, ma sono concentrate nelle mani di pochi che impediscono agli altri di accedervi. È su questi dati che occorre riflettere, quando ci parlano di sovrappopolazione. Anche perché, grazie all'accelerazione imposta dal capitalismo selvaggio al saccheggio delle risorse negli ultimi decenni, la razza umana rischia di autodistruggersi molto prima di raggiungere la saturazione.