Rivista Anarchica Online
Siamo davvero in troppi?
di Pino Cacucci
Oggi ci sono troppe macchine e troppe ciminiere, non troppi uomini, donne e bambini. E per debellare la
povertà,
più che alla sovrappopolazione, è necessario pensare al saccheggio delle risorse imposto dal
capitalismo selvaggio
Fame e sovrappopolazione: un binomio che siamo abituati a considerare
indissolubile. La popolazione mondiale
cresce ogni anno, e di pari passo aumenta il numero di esseri umani che sopravvivono al di sotto della cosiddetta
"soglia di povertà". Da diversi decenni, prestigiosi (?) organismi internazionali ci ripetono che il controllo
delle
nascite è la soluzione basilare. Siamo in troppi, dunque. Ma è davvero così? Senza
pretendere di affermare alcunché, vorrei soprattutto esprimere dubbi, invitando a non ripetere
meccanicamente formulette propinate da "esperti" fin troppo interessati. E parto da una domanda banalissima:
se esiste il problema della sovrappopolazione, allora perché i paesi più ricchi del mondo risultano
essere anche
i più popolati? Vediamo alcuni dati, che chiunque può trovare nella più modesta
enciclopedia casalinga. L'India è abitata da oltre
850 milioni di persone, e viene indicata come l'esempio più nefasto di "troppa gente-uguale-fame". L'India
ha
una densità di popolazione pari a 260 abitanti per kilometro quadrato. Tanti, indubbiamente. E l'India
è tra i paesi
più poveri del mondo. Ma uno dei tre paesi più ricchi ed economicamente così potenti
da poter imporre le loro
"leggi di mercato" al resto del pianeta, cioè il Giappone, ha una densità di popolazione addirittura
superiore a
quella dell'India: ben 327 abitanti per km2. E la Germania, che ne ha 221, non è molto lontana, eppure,
chiunque
abbia viaggiato lungo il territorio tedesco, non può mai aver provato la sensazione di un soffocante
"eccesso di
esseri umani"... E la Cina, altro esempio di paese che si vorrebbe sovraffollato, ha una densità inferiore
a quella
dell'Italia e più o meno pari a quella della Francia. Forse è il caso di riflettere, prima di sposare
la tesi oggi tanto
cara al Fondo Monetario Internazionale, organismo altamente responsabile dello sterminio per fame grazie
all'imposizione del modello neoliberista ai tre quarti del pianeta. Cioè, ai tre quarti che si dissanguano
di materie
prime e lavoro schiavistico per permettere a un solo quarto di mantenere propri osceni e intollerabili
privilegi.
Il movimento dei Sem Terra Passiamo all'America Latina, continente dove a
ogni richiesta di terre da parte dei contadini, latifondisti e governi
rispondono all'unisono: "Se i poveri non facessero tanti figli, la terra basterebbe". Questa è una
falsità criminosa. I poveri non aumentano perché partoriscono troppo, ma perché ogni
anno milioni
di persone scivolano dal "ceto medio" alla miseria, indipendentemente dal numero di figli. I paesi latinoamericani
sono tra i più spopolati del pianeta. Il Brasile ha solo 18 abitanti per km2, eppure il
movimento dei Sem Terra deve
lottare a prezzo di continue stragi per rivendicare appezzamenti da coltivare. I latifondisti ci dicono che gli indios
fanno "anche dieci figli per coppia", però dimenticano di aggiungere che spesso solo uno dei dieci arriva
all'età
adulta, e che la vita media non raggiunge i quarant'anni. Quando i Conquistadores misero piede sul continente,
si calcola che le popolazioni azteche, maya e inca erano complessivamente tra gli ottanta e i novanta milioni di
individui. Un secolo e mezzo più tardi, erano ridotti a... tre milioni e mezzo! E oggi, nonostante le
asserzioni sulla sovrappopolazione, gli indigeni non hanno neppure raggiunto le cifre di
cinque secoli fa. Gli Stati Uniti, soprattutto negli anni 60, hanno inviato squadre di "tecnici" a sterilizzare migliaia
di donne in Amazzonia: come si spiega un simile crimine, se in Amazzonia incontrare un essere umano è
più raro
che nel deserto del Sahara? Semplice: le comunità indigene poggiavano i piedi sopra giacimenti di materie
prime
utili ad arricchire le imprese multinazionali. Estinguerli gradualmente, era la soluzione meno eclatante, ma in
molti casi si è preferito il genocidio sistematico, senza aspettare i risultati delle sterilizzazioni forzate e
ricorrendo
alle armi, all'avvelenamento dei corsi d'acqua, all'incendio delle foreste. La metà di Bolivia, Cile, Ecuador
e
Brasile, è territorio completamente disabitato. Come si può affermare che la miseria diffusa in
quei paesi sia
causata dalla sovrappopolazione? Da quando il Cile viene additato come esempio positivo di progresso
economico, azzeramento dell'inflazione, investimenti esteri, eccetera, non si aggiunge che in Cile il 40% della
popolazione è in miseria e la disoccupazione è in costante incremento. I cileni non sono aumentati
granché negli
ultimi anni, eppure sono aumentati a dismisura i poveri. Erano già nati, quando le loro famiglie
appartenevano
ai ceti medi...
Hamburger e genocidi La terra non basta agli esseri umani di America Latina,
Asia e Africa non perché siano loro in troppi, ma perché
immensi latifondi vengono usati per allevare vacche da hamburger (un dato agghiacciante: ogni giorno vengono
aperte decine di nuove filiali MacDonald: ogni giorno, devono di conseguenza aumentare i milioni di capi di
bestiame). È questo uno dei principali motivi per cui si abbatte la selva amazzonica, quella del Chiapas,
e
bruciano le foreste dell'Indonesia. Anche addentando un hamburger, ci rendiamo complici del genocidio. Ma ci
è molto più comodo pensare che la responsabilità stia nel fatto che i poveri non usano
gli anticoncezionali... Come si spiega la palese contraddizione di un nord del mondo che considera
sovrappopolato il sud, e poi,
puntualmente, ci propina il piagnisteo sulla crescita zero (vedi Italia) a causa della quale ben presto non ci saranno
sufficienti "abitanti attivi" per pagare le pensioni agli "inattivi"? Il vero disastro planetario non
avverrà per eccesso di popolazione, ma quando masse enormi di individui si
adegueranno alla nostra way of life. Pochi giorni fa, il senatore-avvocato Agnelli diceva davanti alle
telecamere
con raggelante cinismo: «La sfida del millennio che sta per iniziare consiste nel motorizzare gli abitanti di Cina
e India». Ha detto proprio così: "motorizzare". Ecco, provate a immaginare cosa ne sarà della
già asfittica
atmosfera terrestre, il giorno in cui altri due miliardi di automobili accenderanno il motore... Oggi ci sono troppe
macchine e troppe ciminiere, non troppi uomini, donne e bambini. E la povertà è dovuta
all'ingiustizia economica,
al fatto che i trecentocinquanta (350!) uomini più ricchi del globo possiedono da soli la metà delle
ricchezze del
pianeta Terra, o che una sola multinazionale come la Toyota fattura in un anno una cifra superiore al prodotto
interno lordo di paesi economicamente forti come la Norvegia. Le risorse non sono scarse, ma sono concentrate
nelle mani di pochi che impediscono agli altri di accedervi. È su questi dati che occorre riflettere, quando
ci
parlano di sovrappopolazione. Anche perché, grazie all'accelerazione imposta dal capitalismo selvaggio
al
saccheggio delle risorse negli ultimi decenni, la razza umana rischia di autodistruggersi molto prima di
raggiungere la saturazione.
|