Rivista Anarchica Online
L'amico fragile contro il potere
Nel desolante panorama musicale italiano c'è ancora una stella che brilla di luce
propria: Fabrizio de André..
Sebbene sia in procinto di compiere 57 anni, Fabrizio ha dimostrato di non aver perso la sua carica eversiva e
scomoda al grande pubblico che comunque alimenta il suo successo. Sempre senza remore non si è mai
peritato
di esprimere, sia nei dischi che nei concerti, il suo anarchismo. Da Bocca di Rosa ad Anime
salve non ha mai
cessato di essere il miserabile che aiuta altri miserabili - definizione di anarchico di Errico Malatesta - e poeta
maudit. Nella sera del 25 marzo ha tenuto un concerto al Palastampa di Torino in cui ha dimostrato, come al
solito, la sua grande genialità e professionalità. Musica eseguita da musicisti di alto livello e
migliaia di altre
qualità che non elenco ma che potete immaginare, data l'immarcescbilità del personaggio in
questione. Ciò su cui intendo soffermarmi sono le parole da lui proferite in merito alle sue canzoni
ed alla sua visione del
mondo. Riguardo a Dolcenera - canzone del suo ultimo LP Anime salve - ha affermato
che è dedicata alla
solitudine ed a quei fortunati che, come lui, possono permettersela, ricordando la matrice individualista del suo
anarchismo. Coloro che, a suo dire, non possono permettersela sono gli anziani, i malati ed i politici. A questo
punto ha additato il pubblico a lui antistante ed ha continuato: "Sì, tu che sei politico, tu fottuto!". Ha
concluso
questa parentesi discorsiva affermando di non temere l'uomo solo, ma al contrario di temere molto l'uomo
organizzato, come il politico. In un secondo intermezzo discorsivo alla musica, e precisamente prima di
Desamistade, ha ripreso il discorso
precedente parlando dell'aggregazione degli uomini; cosa che comporta che qualcuno imponga la sua
volontà
sugli altri e che si uccida l'ultimo assassino. In seguito ha ricordato i nichilisti anarchici russi del primo
novecento, che inizalmente erano intenzionati ad
attentare alla vita di alcuni potenti. Infatti si riteneva necessario uccidere tali sfruttatori. Ma quando si chiesero
se fosse giusto uccidere un uomo, la risposta fu negativa, poiché la vita è la prima a non avere
prezzo in un mondo
in cui ha valore solo ciò che ha prezzo. E' perciò nsensato opporre la desamistade,
la disamicizia, alla sventura,
alla sorte comune a tutta la razza umana. Fabrizio ha aggiunto che la divulgazione del nichilismo potrebbe
diminuire il numero di omicidi e, quindi, il nichilismo dovrebbe essere almeno accennato nelle scuole. Tutto
ciò è stato affermato al cospetto di un pubblico borghese, benpensante e passivo nei confronti dei
suoi
discorsi, ma pronto ad andare in visibilio per la canzone di Marinella. Concludo riportando alcuni versi tratti
da Storia di un impiegato, LP del '73, che spero piacciano agli amici di
"A": Certo bisogna farne di strada da una ginnastica
d'obbedienza fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso
della violenza però bisogna farne altrettanta per diventare così
coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri
buoni.
Fabio Rosana (Fossano)
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