Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 13 nr. 108
marzo 1983


Rivista Anarchica Online

Signornò!
di Mauro Zanoni

Ancora una volta siamo qui a parlare d'antimilitarismo e a constatare l'acutizzarsi di una tendenza militarista e repressiva. Mezzo mondo è dilaniato da guerre tra Stati «nemici» o da guerre interne tra dittature e movimenti rivoluzionari, e dove non si combatte apertamente si lavora a preparare la guerra con una frenetica corsa all'armamento e al potenziamento di strutture militari e si procede alla repressione «democratica» del dissenso. E' quindi evidente che la questione militarista è un problema di scottante attualità e che non è un problema a se stante ma che ha una precisa collocazione ed una grande importanza nella situazione politico-economica a livello nazionale ed internazionale. Basta ricordare la presenza di alti esponenti dell'esercito in organizzazioni politiche, il peso dell'industria bellica sulla bilancia economica nazionale, il dispendio di ricchezze economiche da parte di una scienza che sa costruire solo ordigni nucleari di distruzione, la politica militarista ed imperialista del socialista Lagorio e la più generale politica repressiva e reazionaria del governo.
E questo mentre assistiamo al riaffiorare tra la gente di quello spirito patriottico e nazionalistico che si credeva spazzato via da anni di propaganda antimilitarista, e che oggi viene ripresentato dalla cultura dominante tra il consenso di alcuni e l'indifferenza di altri.
Penso che basti questa breve e sintetica panoramica per illustrare la gravità della situazione e per capire che è ormai necessario, di vitale importanza, scuotersi dall'indifferenza generale per impegnarsi in una lotta antimilitarista ed antiautoritaria se non si vuole esser schiacciati dalla follia guerrafondaia di pochi potenti che hanno nelle mani i destini dell'umanità e dalla tendenza totalizzante di regimi cosiddetti democratici che vanno affinando sempre più i loro strumenti di dominio.
Quattro mesi fa avrei dovuto presentarmi in una delle tante caserme d'Italia per svolgere il servizio militare, sacro dovere di ogni buon giovane, ma non mi sono presentato preferendo affermare la mia dignità di uomo libero. Col mio gesto non intendo rifiutare solo la divisa, la caserma, l'esercito (con la sua logica di violenza, di abbruttimento, di spersonalizzazione), ma metto in discussione la legittimità stessa del potere a gestire la mia esistenza. E su questo punto mi interessa insistere.
Oggi più che mai è chiaro che l'esercito non è un corpo separato dal resto della società e che non è semplicemente uno strumento necessario al potere per la sua autoconservazione. L'apparato militare è parte integrante di questa società tecnocratica ed è esso stesso un centro di formazione del potere. E' quindi pura demagogia parlare di antimilitarismo scindendolo da una più generale pratica antiautoritaria. Per questi motivi ho rifiutato anche il servizio civile.
Il servizio civile è solo un modo per evitare la caserma. Ma il suo carattere legalitario fa sì che non venga intaccato il nocciolo del problema: il potere, lo Stato. Bisogna praticare la strada dell'azione diretta e dell'insubordinazione individuale e collettiva al potere, sotto qualsiasi forma si presenti, ricordando che l'avvento di un mondo nuovo non può esser preparato che attraverso il rifiuto sempre più completo di qualsiasi cooperazione al funzionamento di quello vecchio. Bisogna abbandonare il ricorso alla delega nelle scuole, nelle fabbriche, nella vita di tutti i giorni, per cominciare ad autogestirsi, per cominciare a ribellarsi alle imposizioni che quotidianamente ci fanno subire: a cominciare dal rifiuto del servizio militare che sarete chiamati a svolgere (A questo punto Mauro Zanoni straccia la cartolina-precetto - n.d.r.).
La libertà e la pace possono venire solo dalla coscienza dell'individuo di avere nelle mani il proprio destino.