Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 13 nr. 113
ottobre 1983


Rivista Anarchica Online

Armando Borghi
a cura della Redazione

Sono passati tre lustri dalla morte di Armando Borghi, notissima figura di militante anarchico ed antifascista, protagonista di primo piano della lotta politica e sociale italiana, soprattutto nel primo quarto di secolo. Ci riferiamo naturalmente all'altra storia, a quella degli oppressi, degli emarginati, dei refrattari, dei rivoluzionari: quella storia che nonostante le tanto strombazzate «modernizzazioni» non trova spazio sui libri di testo e nella storiografia ufficiale.
Dalla Grande Guerra all'avvento del fascismo Borghi è stato segretario dell'Unione Sindacale Italiana, la principale organizzazione di classe rivoluzionaria della nostra storia: divenne segretario in contrapposizione con gli interventisti rivoluzionari, sostenne e difese la connotazione internazionalista, antistatale e rivoluzionaria dell'USI, e poi nel primo dopoguerra visse fino in fondo tutte le agitazioni proletarie fino all'occupazione delle fabbriche. In seguito alla vittoria riformista e all'ondata reazionaria, finì in carcere con Malatesta ed altri. Basta questo breve cenno biografico per situare la figura di Borghi tra quelle emblematiche di un'intera epoca della storia italiana.
All'interno del movimento anarchico Borghi - che per un trentennio visse esule in Francia e negli USA, per poi rientrare definitivamente in Italia negli anni '50 - è sempre stato una figura molto discussa, amato e odiato, sostenuto e criticato. In particolare fece discutere molto il suo rifiuto, maturato nell'esilio, di quella pratica sindacalista rivoluzionaria di cui era stato in gioventù l'esponente più noto in campo anarchico.
Dedicando ad Armando Borghi questo dossier, non abbiamo alcun intendimento agiografico né vogliamo polemicamente verificare la «giustezza» o meno delle scelte di volta in volta operate da Borghi. Molto più modestamente (e concretamente), ci limitiamo qui a fornire elementi per esaminare ed affrontare alcuni problemi che si posero a Borghi (e agli altri militanti) con lo spirito di trarre degli insegnamenti dalla storia, per riesaminare criticamente il nostro passato.
Apre questo dossier uno scritto di Gianpiero Landi, promotore di quell'Archivio Armando Borghi che a Castelbolognese (la cittadina romagnola dove Borghi nacque e cui rimase sempre legatissimo) sta raccogliendo, dal gennaio 1982, sempre più materiale (lettere, foto, ecc.) relativo a Borghi. Seguono due delle relazioni presentate nel corso della «Giornata di studio su Armando Borghi» tenutasi a Bologna, a Palazzo Montanari, il 12 novembre 1978, per iniziativa del Centro Studi Libertari «G. Pinelli» di Milano: tra le altre, abbiamo scelto quelle di Maurizio Antonioli (che affronta il tema dell'«anarcosindacalismo» di Borghi) e di Nico Berti (che, esaminando «l'ultimo Borghi», traccia un bilancio critico della sua esperienza di militante anarchico al contempo dentro e contro la storia). Illustrano il servizio ancune fotografie tratte dall'Archivio Armando Borghi.