Rivista Anarchica Online
Cronache sovversive a cura della Redazione
Arrestato Loris
Fantazzini
È
stato arrestato il 28 marzo. Poi, per giorni e giorni, non se n'è
saputo più niente: né dove fosse detenuto, né di che cosa
esattamente fosse accusato. Di colloqui con i
famigliari o con l'avvocato, manco a parlarne. Loris Fantazzini,
anarchico, è accusato - pare da uno dei soliti "pentiti" o
comunque collaboranti di turno - di aver partecipato ad una rapina a
Lerici. Pare che questa imputazione sia però già caduta. Pare però
che penda su di lui un altro mandato di cattura. Nella "culla
del diritto", ci sono troppe cose che paiono, troppo poche che
sono. Intanto Loris resta
dentro. I "compagni del Movimento di Bologna" ed il consiglio
d'azienda della Fiera di Bologna (di cui Loris è delegato) hanno
preso posizione contro il suo arresto, denunciandone le modalità e
l'inconsistenza delle accuse.
Il convegno
"auto"critico
Un centinaio di
persone hanno partecipato il 20 aprile a Cesena al convegno sul tema
"Te la do io l'automobile" che (con una coda nella
mattinata del 21) ha indagato sui danni provocati dalla civiltà
dell'automobile all'ambiente di vita, ma soprattutto su quelli
provocati all'interiorità delle persone. Il primo intervento
è stato svolto da Aldo Sacchetti, medico igienista e responsabile
per l'igiene pubblica della regione Emilia Romagna, che ha illustrato
gli effetti dell'enorme quantità di veleni in qualche modo legati
alla produzione e all'uso dell'automobile. Uomo e automobile, ha
detto Sacchetti, sono due sistemi biologicamente incompatibili, dove
a soccombere è sempre il primo. Il relatore ha, in primo luogo,
invitato ad andare, nell'analisi sulla nocività dell'automobile,
oltre i dati più immediati ed eclatanti (quelli riferiti a morti e
ferimenti) per indagare sugli effetti dell'insieme dei veleni
prodotti dall'auto sulla salute della gente. Sono stati così
ricordati gli effetti del piombo nella benzina, che immesso
nell'atmosfera e respirato si deposita nel sangue riducendo
l'emoglobina e, quindi, l'ossigenazione dei tessuti. Il 90% del
piombo tende a depositarsi in tessuti come ossa e denti,
sostituendosi al calcio. Altri effetti sono stati riscontrati nel
sistema nervoso: il piombo è infatti considerato uno dei maggiori
responsabili dell'ipertensione. L'eliminazione del piombo nella
benzina non potrà comunque sortire effetti di grande rilievo, ha
proseguito Sacchetti, in quanto è dalla combinazione delle diverse
sostanze prodotte dall'automobile che vengono i danni per la salute.
Piombo, ossido di carbonio, ossido di azoto, anidride solforosa,
aldeidi, benzopirene, particolati di amianto, ecc. sono gli agenti
immessi nell'atmosfera, ma molte e molte di più sono le sostanze
chimiche, mentre altre ancora sono da scoprire. L'uso dell'auto a
metano non risolverebbe il problema della nocività, in quanto le
sostanze inquinanti del metano hanno solo un minore potenziale nocivo
e, in ogni caso, si verifica un aumento dell'inquinamento acustico.
L'alcool etilico usato come carburante provoca, tra le altre cose,
l'immissione nell'atmosfera di formaldeide, una sostanza altamente
cancerogena. È nella struttura
stessa del motore a scoppio, ha proseguito Sacchetti, che è
impossibile trovare una funzionalità ecologica, che non entri in
contrasto con la biologia umana. Su tutte queste tematiche, con una
documentazione di eccezionale livello scientifico, Aldo Sacchetti ha
appena pubblicato un libro: L'uomo antibiologico (Feltrinelli
1985). Wolfgang Sachs,
esponente dei verdi tedeschi, ha invece parlato della "società
dell'affanno" provocata da un sistema di vita modellato sui
bisogni dell'auto e non delle persone. Sappiamo tutti che la
strategia delle industrie automobilistiche tende a produrre auto
sempre più veloci, che necessitano di superfici viarie più estese e
producono un maggiore inquinamento chimico e acustico. Sachs ha poi
proseguito con un'analisi dell'inquinamento della vita sociale,
provocato dalla trasformazione di interi quartieri da luoghi di
incontro ad arterie di transito, dalla crescita delle distanze
giornaliere tra la casa e il lavoro o i luoghi di svago,
dall'erosione di spazi di vita per tutte quelle persone che non fanno
uso dell'automobile. Sulla
trasformazione dell'ambiente urbano (e non solo di questo) in spazi a
misura di veicolo è intervenuto Franco La Cecla, esponente dei verdi
siciliani e del C.AB.AU. (Collettivo per l'abitare autogestito), che
ha anche proposto l'istituzione di un "tribunale" (sul
modello di quello per i diritti umani) che intervenga a favore delle
vittime della strada e dei loro parenti, in modo da porre un freno
allo strapotere delle industrie automobilistiche. Un'associazione
simile potrebbe avanzare una serie di proposte per richiedere
l'incivilimento del sistema automobilistico, a favore di tutti coloro
che, pedoni e atri non-automobilisti (ma alla fine anche gli
automobilisti), sono vittime di un sistema che produce auto sempre
più veloci (la velocità è tra le più importanti aggravanti in
caso di incidente) ed erode e rende insicuri gli spazi di gioco e
d'incontro per grandi e bambini. Giannozzo Pucci,
tra i curatori dei "Quaderni d'Ontignano", ha parlato della
perdita e dell'annullamento del villaggio, che un habitat realizzato
a misura d'automobile ha provocato. Dare quindi nuova vita alla
"vicinanza", al villaggio, al rione, scoprendone dove è
ancora possibile le radici, eliminando il distacco tra la casa e il
luogo di lavoro. Una proposta e un impegno per il diritto a
realizzare, in città e in campagna, spazi di vita dove il rapporto
tra l'uomo e il territorio, le sue relazioni con lo spazio e o
spostarsi, avvenga senza l'intervento dell'automobile. A conclusione del
convegno, che ha visto la partecipazione di esponenti delle liste
verdi, degli "amici della bicicletta", di esponenti del MIR
e di esponenti del movimento nonviolento, è stato approvato un
documento di sintesi delle tematiche affrontate, con l'impegno di
intraprendere una serie di iniziative pubbliche contro il dominio
dell'impero automobilistico, attraverso la costituzione di un
sindacato dei pedoni, l'intensificazione dei mezzi di trasporto
pubblico non-motorizzato, nonché la pubblicazione di tutti i dati
esistenti circa le vittime e le invalidità provocate dalle emissioni
di sostanze tossiche e dagli incidenti.
Giuseppe Gessa
Caso Sabattini / Modena come Mosca
A Modena lo
conoscono in molti e sanno tutti benissimo che è sano di mente. La
sua "fama" non è infatti dovuta al suo stato cerebrale, ma
all'intensa e vivacissima attività di controinformazione ecologica e
di contestazione delle autorità portata avanti da molti anni, alla
luce del sole. Eppure Carlo
Sabattini, socialista libertario e nonviolento (per le amministrative
del 12 maggio è in lista con i verdi, l'anno scorso però aveva
riempito i muri cittadini con scritte astensioniste), si trova
rinchiuso nel manicomio giudiziario di Castiglione dello Stiviere. Secondo una perizia
impostagli dal pretore Persico, sarebbe "paranoico" e
"pericoloso a sé e agli altri". E così i carabinieri sono
andati ad arrestarlo a Nonantola, mentre era intento a lavorare il
suo pezzetto di terra. Contro questo fatto
gravissimo hanno già preso posizione in molti, a Modena e altrove. Nell'esprimere la
nostra solidarietà a Carlo (ricordiamo, tra l'altro, la sua
partecipazione, con due anarchici, all'occupazione simbolica del
Comune di Modena, in solidarietà con la lotta dell'anarchico
bolognese Sandro Galli contro l'obbligo del giuramento di fedeltà
allo Stato da parte degli insegnanti), vorremmo che la lotta contro
quelle strutture allucinanti che sono i manicomi giudiziari non si
esaurisse nella battaglia per la sua liberazione.
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