Rivista Anarchica Online
Licenza di uccidere
di V. N.
I poliziotti tedeschi possono sparare a vista sui presunti membri della "Banda" Baader-Meinhof -
Un mito costruito dalla polizia - Schelm, Von Rauch, Weusbecker - La violenza socialdemocratica
La scena della cattura di Andreas Baader, Holger Meins e Carl Raspe a
Francoforte, trasmessa con gusto
sadico dalle televisioni di tutta Europa è stato uno degli spettacoli di morbosità
più disgustosa, ma nello
stesso tempo più chiarificatoria di cui gli organi di informazione e di asservimento psicologico
si siano
mai serviti. Lo spettacolo è stato preparato fin nei minimi particolari e da chissà
quanti giorni (la presenza degli
operatori TV attrezzati di tutto punto ne è la prova). La borghesia più reazionaria
e timorata della socialdemocrazia tedesca e nostrana ha avuto di che
saziarsi, ha visto la cattura di quel gruppo di "belve disumane e sanguinarie" le cui gesta,
opportunamente montate e gonfiate dalla polizia, avevano portato un'intera nazione alla psicosi
collettiva. Con la "Baader-Meinhof" la polizia e la magistratura tedesca hanno ottenuto quello che
il nostro
casalingo Dott. Viola non è riuscito ad ottenere con le sue "brigate rosse", pur così ben
rifornite di armi. L'uso strumentale di questo avvenimento si inquadra e si comprende
immediatamente, nella logica di
razionalizzazione politica fondata sulla repressione che in questa fase dello sviluppo economico
accomuna i governi del'"Europa unita". Il MEC apre le frontiere, la grande industria è
sovranazionale, i sistemi politici e la polizia devono essere
sovranazionali: la Francia è sotto controllo poliziesco già da tempo; l'Inghilterra ha
l'Irlanda e l'I.R.A.
come paravento per scatenare la repressione antioperaia all'interno; in Italia le bombe di piazza Fontana,
la strategia del terrorismo, la pur grossolana regia che in un crescendo da romanzo giallo va dalle bombe
a Feltrinelli, Calabresi e Gorizia, hanno raggiunto lo stesso scopo; della Grecia e della Spagna inutile
parlare; in Germania i "Tupamaros". Queste manovre, nelle diverse nazioni, hanno alcuni aspetti
in comune, che denotano una volontà politica
altrettanto comune: in Italia, come in Inghilterra, come in Francia e come ora in Germania, gli anarchici
sono l'emblema della rivolta e della sovversione che deve essere stroncata. In tutti i casi, la strategia
impiegata mira ad ottenere da parte della popolazione il consenso e la
partecipazione attiva alla repressione, e al terrorismo e alla caccia alle streghe; nello stesso tempo questa
strategia serve a terrorizzare quelle stesse classi piccolo e medio borghesi che ne sono, più o
meno
inconsciamente, gli artefici principali.
Nasce la "banda"
Del così detto gruppo Baader-Meinhof abbiamo già parlato sul nr. 4 di questo
giornale, ma vale la pena
di riparlarne per mettere in evidenza le armi delle quali il sistema si serve - su scala ormai europea - per
realizzare una feroce repressione contro la sinistra rivoluzionaria. Nell'aprile del 1968 il giornalista
marxista Andreas Baader, con l'aiuto di Gudrus Ensslin e delle sorelle
Söhnlein ed Astrid Proll, diedero fuoco ad un supermercato di Francoforte per protestare contro
la
guerra nel Vietnam. L'incendio non provocò grossi danni, Baader e la Ensslin vennero
condannati in
contumacia a tre anni di carcere. Qualche tempo dopo, Baader venne arrestato a Berlino a seguito di
un
incidente stradale, incidente abbastanza strano perché non si è mai riusciti a sapere se
Baader si trovasse
sull'automobile di Astrid Proll- come sostengono alcuni - o sull'automobile della giornalista Ulrike
Meinhof - come sostengono altri -. La Meinhof era una giornalista che in quel momento si stava
occupando del problema dei giovani disadattati. Il 14 maggio del 1970, Baader viene liberato in
modo spettacolare dal carcere dove stava scontando la
sua pena. Di tale fuga si sa di certo che essa venne organizzata con la partecipazione diretta della
Meinhof. Da quel momento sia Baader che la Meinhof spariscono dalla circolazione e non sono
più stati ritrovati
dalla polizia. La liberazione di Baader ebbe due effetti immediati: 1) creò il mito di un
gruppo di sinistra capace di qualsiasi azione avendo tale gruppo dimostrato di
riuscire a far evadere armi in pugno, un condannato politico; 2) diede al sistema la scusa per mettere
in atto i sui mezzi repressivi contro tutti i gruppi rivoluzionari
perché ognuno di tali gruppi poteva teoricamente entrare in contatto con il fantomatico gruppo
Baader-Meinhof. È un fatto che da quel 14 maggio tutte le rapine e tutte le azioni
banditesche verificatesi in Germania (fra
l'altro nove poliziotti sono stati uccisi nel giro di due anni), furono accreditati alla "banda"
Baader-Meinhof. È ben vero che negli ultimi tempi si è avuta una radicalizzazione delle
azioni terroristiche a
sfondo politico, ma tale radicalizzazione è in gran parte il risvolto inevitabile dell'uso ciecamente
violento
delle forze di polizia da parte del potere politico. Il governo del socialdemocratico Brandt, facendo
appello alla mitica e fasulla giustizia borghese, sfodera
tutti gli arnesi polizieschi dei quali già Hitler si era avvalso per puntellare la propria dittatura.
Al governo
del socialdemocratico Willy Brandt si deve però riconoscere di aver imparato la lezione nazista
e di
essere riuscito, in alcuni campi, a superare il maestro. Il mito della banda Baader-Meinhof fu
pubblicizzato con tutti i mezzi dei quali il sistema disponeva.
Radio, televisione, catene di giornali, si misero a totale disposizione dell'apparato socialdemocratico,
e
nel giro di pochi mesi ogni buon tedesco - debitamente timoroso di Dio e del ministro delle tasse - si
sentì in dovere di vedere in ogni ribelle o disadattato o semplice poveraccio, un affiliato alla
cosiddetta
banda Baader-Meinhof. Persino nei panni di un autostoppista dai capelli lunghi poteva nascondersi un
nemico della società, ed il buon tedesco rincretinito da televisione e comunicati stampa,
imparò a
precipitarsi come un automa al telefono per comunicare al più vicino posto di polizia ogni
minimo
sospetto. Creata così la necessaria corrente di fiducia tra una opinione pubblica terrorizzata ed
il lungo
braccio armato della legge, divenne facile passare all'attacco diretto, e cioè all'assassinio
premeditato e
continuato.
L'assassinio di Petra Schelm
Nel luglio del 1971, la polizia della regione di Amburgo decide di compiere una grossa retata alla
caccia
di una donna affiliata alla sempre fantomatica banda Baader-Meinhof. Secondo le informazioni che
dirà
poi di aver ricevuto, la pericolosa componente della banda viaggiava in una automobile del tipo B.M.W.
Fra le tante macchine fermate una era guidata dalla anarchica Petra Schelm, compagna che non era mai
stata in contatto con nessuno dei presunti componenti della fantomatica banda Baader-Meinhof. Non
appena la compagna Schelm scende dall'automobile, viene falciata da una raffica di mitra. La repressione
non mirava, evidentemente, a scoprire nulla. Voleva soltanto eliminare, fisicamente, i militanti per
spargere il terrore nelle file dei compagni. Contemporaneamente, per ogni compagno che cadeva sotto
il piombo della polizia, aumentava la presunta pericolosità di un gruppo la cui esistenza serviva
soltanto
come pretesto per una carneficina su larga scala.
L'assassinio di Von Rauch
Quattro mesi dopo è la volta dell'anarchico Georg Von Rauch. Sotto l'incalzare della
repressione di stato
sono nate in Germania (come in Italia) diverse organizzazioni di assistenza alle vittime politiche e di
contro-informazione, come la marxista Rote Hilfe (soccorso rosso) o le anarchiche
Schwarz Kreuz
(croce nera) e Schwarz Hilfe (soccorso nero). Von Rauch era uno degli animatori del
nucleo berlinese
della Schwarz Hilfe. Egli aveva nel '68 smascherato un provocatore, il poliziotto
Peter Urbach. Costui aveva nascosto una
bomba (tutto il mondo è paese) nei locali della "comune numero uno", per farla scoprire ai suoi
colleghi
prontamente intervenuti a perquisire l'appartamento (la provocazione era fallita per la vigilanza dei
compagni che sorvegliavano l'Urbach). Nel settembre del '70 Von Rauch era stato incarcerato per avere
"aggredito" un pennivendolo bugiardo e calunniatore. All'inizio del '71 Von Rauch era evaso e si era
dato
alla latitanza. Il 3 dicembre del 1971, la fotografia di Georg Von Rauch veniva affissa in tutte le stazioni
ferroviarie tedesche e nei paraggi delle stazioni di polizia. Naturalmente Von Rauch veniva ricercato
come presunto affiliato alla banda Baader-Meinhof. Il giorno dopo, 4 dicembre, Von Rauch veniva
bloccato da una pattuglia di poliziotti che gli scaricavano in corpo un etto di piombo. All'assassinio
di Von Rauch, i compagni tedeschi rispondevano intitolando al suo nome lo stabile di un
ex ospedale occupato nel quale avevano trovato alloggio famiglie prive di casa. La polizia rispondeva
facendo sloggiare l'ex ospedale e servendosi per l'operazione di autoblindo in pieno assetto di
guerra.
L'assassinio di Weisbecker
Dopo Von Rauch, toccò al suo vecchio amico e compagno Thomas Weisbecker. A partire
dalla metà
di febbraio del 1972, facendosi passare per dei viaggiatori di commercio, dei poliziotti presero alloggio
in una pensione di Augsburg di fronte all'abitazione del compagno Weisbecker e, nell'ufficio postale che
affiancava l'entrata della pensione, installarono una stazione radio per tenersi in costante contatto con
la centrale di polizia. Il mattino del 2 marzo, il compagno Thomas giunse nel suo appartamento
accompagnato dalla compagna
Carmen Roll. Verso le 13 ambedue uscirono e in macchina si trasferiscono nel centro del paese entrando
in una birreria. Se la polizia avesse voluto soltanto arrestare il compagno Thomas, lo avrebbe potuto
fare
in tale momento. Ma la polizia non intervenne. Attese che il compagno Weisbecker uscisse dalla birreria
per freddarlo a colpi di pistola e poter così inscenare una caccia in pieno centro che non ebbe
mai luogo. Von Rauch era uno degli animatori della Croce Nera Anarchica, ed è contro
l'organizzazione anarchica
di soccorso che si stanno accanendo tutte le polizie europee. In Inghilterra il compagno Stuart Christie
attende in carcere di venir condannato secondo un'accusa che prevede venti anni di galera. In Italia il
compagno Pinelli, anche lui responsabile nazionale della Croce Nera Anarchica, è stato
scaraventato
dalla finestra dell'ufficio del poliziotto Calabresi. L'assassinio di Weisbecker è stato invece
determinato e evoluto per togliere di mezzo un pericoloso
testimone dell'assassinio di Von Rauch. La repressione socialdemocratica tedesca non procede
però solamente a colpi di pistola e a scariche di
mitra.
Un paio di processi all'italiana
Un anno or sono il compagno Teufel venne giudicato e condannato per una bomba ritrovata davanti
al
palazzo di giustizia di Monaco. Particolare curioso, la bomba non era in grado di esplodere, e questo
fatto quanto meno ridicolo in una bomba, permise però alla sagace polizia tedesca di rintracciare
nel
centro della bomba, un foglio di carta sul quale a ricalco si poteva leggere il nome del compagno Teufel.
Sì può ben dire che, a distanza di un anno, a Monaco di Baviera si ripeteva la ridicola
storia italiana dei
vetrini che si cercò di fare con Pietro Valpreda. Quasi contemporaneamente un altro
compagno, Kunzelmann, veniva condannato a Berlino a nove anni
di carcere per un petardo che se fosse esploso avrebbe fatto tanto rumore tanti danni quanti ne
può
provocare un fiammifero. Anche per Kunzelmann le prove prodotte ricordavano le prove che i baldi
poliziotti italiani erano stati capaci di scovare quando trascinarono nelle aule di assise i compagni italiani
accusati di terrorismo a base di bombe. La polizia berlinese scovò l'equivalente locale della
Zublema, una
ragazza drogata la quale dichiarò di aver consegnato personalmente a Kunzelmann la pericolosa
bomba.
Particolare curioso, ma anche indicativo, Kunzelmann non venne condannato per tale testimonianza, ma
perché ebbe il coraggio di affermare in aula che pur non accettando il principio della lotta
politica a base
di bombe - una lotta che può uccidere indiscriminatamente delle persone innocenti - era solidale
con le
azioni politiche che si potevano far risalire al gruppo Baader-Meinhof.
Il fratello di Von Rauch
Ultimo atto della politica repressiva della quale il governo socialdemocratico tedesco si vanta,
l'arresto
e la seguente condanna del fratello di Georg Von Rauch. Le prove contro di lui furono ben più
gravi di
quelle che erano state prodotte nei processi intentati contro Teufel e Kunzelmann. Egli venne accusato
-
fra l'altro - di essere sposato con una donna nata nel Vietnam del nord! Nella lotta repressiva contro
i movimenti rivoluzionari tedeschi, il governo e la polizia ricevono una
notevole collaborazione non solo dai singoli cittadini trasformati in divoratori di comunicati di
disinformazione televisiva, ma (e questo è indicativo dell'alto livello repressivo che le
autorità federali
sono riuscite ad instaurare) anche e soprattutto dai sindacati unici socialdemocratici. Per mezzo dei
sindacati la polizia riesce ad ottenere la schedatura completa di tutti coloro che svolgono propaganda
politica nelle fabbriche. I sindacati a loro volta autorizzano i guardiani delle fabbriche a fare uso delle
armi qualora si dovessero verificare dei disordini all'interno delle fabbriche, e tali guardiani non hanno
dei complessi morali nell'usare le loro pistole di ordinanza dato che in tutto il mondo guardiani si diventa
dopo esser stati marines o poliziotti. Durante un volantinaggio che compagni anarchici effettuavano
davanti ai cancelli della Ford a Colonia, un guardiano pose a un compagno l'ultimatum: o sloggiavano,
o dava mano alla pistola sparandogli addosso.
Il nazismo socialdemocratico
La Germania nazista era stata la nazione che aveva scoperto la schedatura dei cittadini. La Germania
socialdemocratica di Willy Brandt ha perfezionato la tecnica nazista, rendendola più efficace,
ed in fondo
è il destino delle socialdemocrazie, qualsiasi sia il colore contingente delle loro camicie,
migliorare e
razionalizzare la forma e la sostanza di quelle dittature che esse dicono di voler combattere. In
Germania, la vecchia carta di identità sta per essere sostituita da una scheda con dati numerici
che
alimentano la memoria di un cervello elettronico, rendendo così possibile non solo una
schedatura
razionale completa, ma il controllo immediato, sotto diverse e singole voci, dello stesso schedato. Del
cervello elettronico la polizia federale se ne sta servendo per razionalizzare anche il controllo degli
apparecchi telefonici. In Germania praticamente tutti gli apparecchi telefonici vengono sottoposti a
controllo, controllo che non viene effettuato manualmente. I telefoni controllati sono collegati ad un
cervello elettronico la cui memoria è stata precedentemente munita di alcune frasi di
allarme. Se una di tali frasi viene pronunciata, il cervello elettronico scatta da solo ed innesta
automaticamente
la registrazione. Il controllo telefonico si avvale di un ricercatore a modulazione di frequenza capace
di individuare e
registrare anche il numero telefonico dell'altro apparecchio. La polizia tedesca ha una
disponibilità di mezzi legali di repressione superiore a quella che il codice
Rocco concede ai poliziotti nostrani. Una legge votata nel 1968 limita l'attività politica permessa
all'interno delle fabbriche. La pace sociale viene assicurata togliendo al lavoratore l'uso del proprio
cervello. All'interno dei posti di lavoro è vietata la discussione politica. Il vecchio motto fascista
"qui non
si discute, si lavora", è entrato a far parte integralmente delle forme di governo del
socialdemocratico
Willy Brandt. Nelle vicinanze dei posti di lavoro è vietata la distribuzione di qualsiasi volantino
che non
sia emesso dal sindacato unico socialdemocratico. Ai dipendenti statali è fatto divieto, per legge,
di
appartenere a movimenti politici non ufficiali. L'unica scelta politica che gli viene permessa, è
l'appartenenza alla democrazia cristiana, al partito liberale o al partito socialdemocratico. Il governo di
Willy Brandt ha legalizzato formalmente anche il partito comunista tedesco, dato che da tale partito
nessun pericolo, specialmente in Germania, ci si può attendere. Il partito comunista tedesco, di
fatto, non
è mai esistito. Una legge emessa dal senato di Berlino, permette alla polizia di far uso sia
dei mitra che delle bombe per
mantenere l'ordine pubblico, e che cosa si debba intendere per ordine pubblico viene abbondantemente
spiegato dai codici fascisti e dai codici marxisti. Subito dopo la fine dell'ultima guerra, il governo
della Germania federale istituì un corpo armato
volontario per la difesa delle proprie frontiere. Il fatto che tali frontiere fossero teoricamente minacciate,
e di fatto difese, in una unica direzione, è sufficiente per inquadrare politicamente gli
appartenenti a tale
corpo. Negli ultimi tempi, tale reparto viene usato non più per difendere le frontiere che
evidentemente
non sono minacciate da nessuno, ma per motivi di ordine pubblico. Dopo l'assassinio del compagno
Von Rauch, il Soccorso Rosso di Berlino pubblicò tutti i dati conosciuti
su tale assassinio, ed immediatamente i suoi locali berlinesi vennero invasi da un'orda di poliziotti che
hanno fatto piazza pulita di tutto il materiale che si trovava nella sede. Secondo le interpretazioni
della polizia tedesca, le bombe di sinistra sono inoltre ben più raffinate delle
bombe che la polizia italiana cerca di affibbiare alla sinistra italiana. Per la polizia tedesca un semplice
mozzicone di tubo basta per dimostrare la presunta esistenza di una bomba, perché tale
mozzicone di
tubo può teoricamente servire a confezionare una bomba. Ricercare soluzioni nuove nel
campo degli interventi sociali, viene inoltre considerato come uno dei più
pericolosi modi per attentare alla pace socialdemocratica. In un ospedale di Heidelberg venne creato un
collettivo di pazienti e di medici nel tentativo di rendere coscienti le due parti. La creazione di tale
collettivo provocò l'immediato intervento della polizia e l'arresto altrettanto
immediato di uno dei medici promotori dell'iniziativa. A Dusseldorf si è arrivati al limite del
processo farsa intentato contro il compagno Ruhland, processo
nel corso del quale all'accusato il tribunale impose un avvocato difensore d'ufficio il quale si
affiancò al
pubblico ministero nell'eliminare i testi a discarico del proprio difeso. L'importazione della
manodopera straniera ha creato in Germania il problema dei baraccati, ed a Colonia
su 800 mila abitanti vi sono oggi 17 mila baraccati. Quando i baraccati si stancano di fare i baraccati ed
occupano qualche stabile di abitazione, la polizia interviene con le sue autoblindo e non ci pensa due
volte a picchiare donne e bambini. Una azione del genere messa in atto a Kassel, una grossa città
industriale nella Germania centrale, ha provocato tanto disgusto persino tra i benpensanti
socialdemocratici che due poliziotti hanno dovuto licenziarsi in tronco dal corpo di polizia. La
repressione socialdemocratica tedesca, è in fondo soltanto la faccia moderna della repressione
di
sempre contro le istanze rivoluzionarie che partendo dalla base vogliono riportare alla base il controllo
di tutte le attività della società umana. Che tale repressione si basi insieme su assassinii
e su falsi
abilmente creati, è più che logico. Il potere di qualsiasi colore esso sia, ha bisogno
sempre e soltanto di
schiavi per potersi reggere, schiavi che non è detto debbano essere mantenuti nella loro
condizione
soltanto a forza di manganellate. Una falsa notizia per radio e televisione avallata ufficialmente dallo
stato, serve molto di più di una carica di polizia. Già il regime nazista si servì
abilmente di assassini e dei
comunicati stampa di Goebbels, ed i tedeschi federali di oggi, non hanno evidentemente dimenticato la
lezione.
I poliziotti italiani smentiti dai colleghi tedeschi
Sembra che il "capolavoro" repressivo della polizia tedesca costruito sul gruppo Baader-Meinhof
abbia
suscitato grande ammirazione tra le nostre forze dell'ordine, tanto che, dopo l'uccisione di Calabresi, gli
inquirenti italiani scoprono immediatamente la presunta esistenza di presunti contatti tra la banda
Baader-Meinhof e l'assassinio di Calabresi. Sia nel caso Feltrinelli che nel più recente caso
Calabresi, la predilezione quasi morbosa degli inquirenti
per una soluzione che preveda in ambedue i casi la presenza del così detto gruppo "anarchico!"
(1)
Baader-Meinhof non è il frutto di faciloneria investigativa né tanto meno il risultato di
soluzioni basate
sulla fanta-politica. Affibbiare la responsabilità di azioni terroristiche, rapine ed altre quisquiglie
alla
presunta banda Baader-Meinhof è stato di tale utilità alla polizia tedesca che anche la
polizia italiana ha
pensato bene di ricavarne la propria parte di utilità, per lo meno a livello
pubblicitario. Purtroppo (per i nostri inquirenti) la stessa polizia tedesca ha recisamente smentito
le "intuizioni" dei
colleghi italiani, dichiarando che nessun componente della Baader-Meinhof ha nulla a che fare con
l'assassinio di Calabresi.
V. N.
(1) La "banda" Baader-Meinhof è sempre stata definita dalla stampa, radio, televisione
tedesca ed
europea come un gruppo anarchico, forse per incrementare la psicosi del terrore. Più facilmente
nella
mente del buon borghese la parola "anarchico" suscita paura e sdegno che non qualsiasi altra
denominazione. Comunque, per aderenza alla verità, dobbiamo precisare che la "banda"
Baader-Meinhof
non è mai stato né mai si è definito gruppo anarchico, bensì: "Sezione
dell'Armata Rossa" (Rote Armee
Fraktion) gruppo di dichiarata tendenza marxista-leninista.
Lettera dalla Germania
Cari compagni, ... sui fatti accaduti in Germania non c'è molto da
aggiungere a quanto hanno pubblicato i giornali
sia in Italia sia in Germania. Alla domanda "Chi è stato a mettere le ultime bombe?" non siamo
in
grado di rispondere, e nel nostro gruppo si sono fatte diverse analisi. Chi dice trattarsi di azioni
fatte da compagni (in senso lato) della sinistra rivoluzionaria, chi dice essere opera di provocatori,
chi distingue tra bomba e bomba. Su due punti siamo però d'accordo: 1) non sono comunque
da
accusare quelli che hanno messo le bombe ma i responsabili dell'attuale situazione politica, 2) nella
situazione attuale è pazzesco pensare di fare un altro tipo di lavoro politico al di fuori di quello,
strettamente "legale", di massa. Personalmente penso che le bombe ad Heidelberg e
quella contro il giudice che dirige l'inchiesta
contro il gruppo Baader-Meinhof, e quella contro la sede di Springer siano da rifiutare anche
perché in tutti e tre i casi l'effetto non poteva essere calcolato con certezza. A Heidelberg
è morto
un ufficiale (e questo non mi addolora di certo) ma gli altri feriti sono degli impiegati e dei soldati
semplici di leva. La bomba nella macchina del giudice ha ferito anche sua moglie e solo per un puro
caso non ci sono stati altri feriti del tutto estranei alla faccenda del giudice. Per le bombe contro
la sede di Springer tutti i feriti sono degli operai e dunque dovrebbe trattarsi di bombe fasciste.
D'altro canto anche per le bombe ad Heidelberg non si può escludere che siano state messe dalla
destra. Quanto alle minacce di attentati nel centro di Stoccarda, noi siamo certi che è
un'invenzione
della polizia oppure opera di provocatori. In ogni caso la caccia agli estremisti è arrivata ad un
grado pazzesco. Come sapete a Francoforte hanno arrestato tre del gruppo Baader-Meinhof. Alla
sera la radio e la televisione hanno trasmesso la scena: gli ordini della polizia, i colpi dei fucili, le
raffiche, le grida dei feriti. Una scena per immobilizzare dal terrore sulle loro poltrone i
telespettatori. Ma ormai anche questo non impressiona più quasi nessuno, ma convince i
cittadini
che è necessario dare la caccia a questi "criminali". Tutti i Ministri dell'Interno
delle varie Regioni hanno lanciato appelli alla popolazione affinché
collabori con la polizia. Come sempre hanno avuto un certo successo e ricevono innumerevoli
indicazioni da parte della popolazione... ... Alcuni giorni fa un alto funzionario della
polizia di Essen ha detto in una intervista che a lui pare
strano che le ricerche degli attentatori si facciano soltanto a sinistra e non a destra; a suo parere
la probabilità che le bombe siano state messe dalla destra è valida come l'altra ipotesi.
Però una
voce come questa non è più ascoltata oggi, lo lasciano parlare perché è
vecchio, ma non lo
prendono sul serio... Saluti fraterni.
U. B.
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