Rivista Anarchica Online
Fatti & misfatti
a cura della Redazione
Antimilitarismo
Circa duecento
uomini e donne, obiettori di coscienza in servizio e non, in varie
località italiane (Bologna, Brescia, Genova, Bergamo, Modena,
Torino, Asti, Verona, Roma, Cuneo, Rovereto, Como) hanno digiunato
perché l'obiezione di coscienza sia rispettata. Il digiuno si è
svolto nei giorni 22-23-24-25-26 ottobre ed è stato promosso ed
organizzato dal Collettivo Obiettori Autotrasferiti. L'iniziativa ha
avuto numerose adesioni tra le quali quella della Lega degli
Obiettori di Coscienza, il Movimento Nonviolento, il Movimento
Internazionale per la Riconciliazione, il Coordinamento degli Enti in
Servizio Civile e molti coordinamenti di enti ed obiettori in tutta
Italia. La sede principale
dell'iniziativa, Bologna, vedeva la presenza al digiuno degli
obiettori auto-trasferiti e di più di cinquanta digiunatori ed il
Comune di Bologna ha dato il suo patrocinio ed ha contribuito
materialmente concedendo gratuitamente l'alloggio. Tutti i digiunanti
hanno solidarizzato con gli obiettori auto-trasferiti che per
contestare la pratica delle precettazioni d'autorità del Ministero
della Difesa sono tornati agli enti che li avevano effettivamente
richiesti (CARITAS, ARCI, CENASCA-CISL, ACRA, GRUPPO ABELE, MIR). Infatti gli
obiettori di coscienza auto-trasferiti rischiano di essere
denunciati, processati, incarcerati per rifiuto di servizio civile
anche se essi in realtà non lo rifiutano affatto dimostrando infatti
di lavorare presso gli enti che li avevano richiesti. Si è voluto
attraverso il digiuno evidenziare le palesi ingiustizie subite dagli
obiettori di coscienza ed attraverso il digiuno si è voluto chiedere
al Ministero della Difesa di riconsiderare il senso dell'obiezione di
coscienza e di ripristinare una pratica "civile" di gestione di
un servizio che deve essere per l'appunto civile e non deve essere
"militarizzato" dal Ministero della Difesa. Si è anche chiesto
alla società civile solidarietà agli obiettori auto-trasferiti (si
sono già raccolte un migliaio di firme) ed attenzione al fenomeno
dell'obiezione di coscienza che in questo momento è in serio
pericolo.
Gli obiettori di
coscienza auto-trasferiti Marco Baino,
Giovanni Barin, Massimo Cerani, Mauro Capurro,
Adriano Sensale, Ermanno Cova, Marco Antolini,
Fulvio Ichino, Marco Rulli,
Critiche e
suggerimenti
All'incontro romano
con i lettori di "A", svoltosi il 15 novembre presso il
Centro di Documentazione Anarchica, hanno preso parte una trentina di
persone, gran parte delle quali - e questo è già un primo fatto
positivo - sono intervenute per esprimere il loro parere, avanzando
critiche e suggerimenti. Uno studente che
legge "A" solo da qualche mese si è detto parzialmente
deluso dalla rivista: da una rivista dichiaratamente anarchica si
aspettava anche delle proposte ideologiche, che invece non ha
trovato. Mancano poi articoli sui teorici dell'anarchismo, nonché
informazioni sul dibattito interno al movimento anarchico. Una giovane
lettrice da poco trasferitasi nella capitale da un piccolo centro
della provincia pugliese, vorrebbe che "A" fosse un po'
meno rivista ed un po' più fanzina: insomma, più agile, vivace,
meno pallosa. Un'altra giovane,
immigrata a Roma dal Salernitano ed impiegata in un ministero, ha
sottolineato la discontinuità della rivista. Ad alcuni numeri
decisamente interessanti ne corrispondono altri fiacchi. L'attenzione con
cui la rivista sta seguendo la "questione verde" è stata
variamente giudicata da alcuni lettori presenti all'incontro romano:
c'è chi vi ha scorto un dato di non-originalità, sostenendo che per
esempio il dossier antinucleare pubblicato sul numero estivo non ha
aggiunto alcunché a quanto già si sapeva e si poteva leggere su
altri giornali e riviste. Secondo un altro
lettore, invece, ad "A" va riconosciuto il merito di aver
sollevato ed approfondito la "questione verde" tra gli anarchici,
evitando di nascondersi dietro superficiali e presuntuose
"superiorità" ideologiche. Uno studente
romano, anche lui da pochi mesi lettore della rivista, ha lamentato
che l'unica musica ad essere regolarmente "seguita" sia quella
definibile più o meno precisamente "rock", con l'esclusione
dunque di altri settori, innanzitutto il jazz. Numerosi altri sono
stati gli interventi. Senza esaminare qui nella loro specificità le
singole critiche/proposte/valutazioni emerse da questa incontro, si è
confermato il fatto che intorno ad "A" si accalcano esigenze,
aspettative e proposte di segno diverso, a volte tra loro
contraddittorie.
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