Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 17 nr. 147
giugno 1987


Rivista Anarchica Online

Appunto, quale pazzia?

Cari compagni, non condivido l'impostazione data all'articolo di Giuseppe Bufalo "Ma quale pazzia?" ("A" 145, aprile 1987). A leggere le sue righe sembra quasi che la pazzia sia veramente esistente.
Voglio portare qui il mio contributo per distruggere uno dei più grossi tabù del potere. Cominciamo con lo smantellare un'idea. Che chi è ricoverato in un manicomio abbia, per forza, "fatto qualcosa". Probabilmente Mario non ha accoltellato la madre né Maria si è spogliata per la strada. Troppo spesso nella loro vita quotidiana psichiatrizzati e carcerati dimenticano che c'è qualcuno che agisce con loro e per loro.
Sono d'accordo, invece, con l'osservazione fatta dall'autore che a creare le condizioni per l'internamento o il ricovero è spesso la famiglia, ma secondo me ciò avviene non tanto attraverso un clima insostenibile quanto attraverso montature o accuse che non hanno nessun fondamento.
Porto qui a sostegno della mia tesi la mia testimonianza diretta.
Ebbene sì: sono stata in un manicomio. Precisamente alla guardia II del Policlinico di Milano. Mi avevano accusata di aver tentato il suicidio, ma l'accusa ufficiale era di prostituzione e droga. Ora, non ho tentato il suicidio né mi sono mai drogata. Quanto alla prostituzione è lontanissima in ogni modo dal mio stile di vita. I medici avevano la bocca cucita: dicevano soltanto che avevo fatto delle stranezze. A tutt'oggi non ho capito che cosa di così assurdo ci fosse nella mia vita passata perché io mi trovassi rinchiusa per tre mesi in un posto dove si respirava aria mefitica, si mangiava male e si viveva tra scarafaggi e animali di ogni sorta.
Molto spesso ho pensato di trovarmi in una prigione ma ciò veniva costantemente negato perché è nella pratica dei manicomi e nello spirito della psichiatria aggiungere negazione su negazione.
Per concludere: la pazzia non esiste davvero, viene creata. Prima che si creino le condizioni, opportune solo al potere, per un ricovero o un internamento viene costruito intorno al "matto" un enorme castello di accuse, distorsioni e altri fenomeni che sembrano fuori dalla realtà, ma nella realtà esistono. Con tanti auguri e un caldo saluto.

Franca Osima (Milano)