Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 18 nr. 157
estate 1988


Rivista Anarchica Online

Un altro "signornò"
di Dario Sabbadini

Avrebbe dovuto iniziare la naja a fine giugno. I "soliti" 12 mesi. Invece no. Dario Sabbadini di Milano, si è presentato alla caserma di Ancona cui era stato destinato ed ha spiegato che lui no, il servizio militare non intendeva proprio farlo.
Arrestato, trasferito nel carcere militare romano di Forte Boccea, quindi tradotto alla Spezia per il processo, Sabbadini è stato condannato - il 12 luglio - ai "soliti" 12 mesi di carcere militare.
Attualmente è detenuto (come un altro obiettore totale anarchico, Fabrizio Falciani) nel Carcere Giudiziario Militare di Forte Boccea, via Boccea 251, 00167 Roma.
Ecco il testo della sua dichiarazione di obiezione, datata "Milano, giugno 1988".

È da molto tempo che parlo e studio il militarismo e il rapporto che c'è tra il potere e il suo braccio che è l'esercito. Ma soprattutto ho meditato sopra queste cose cercando di non reagire impulsivamente alle situazioni che ti arrivano addosso. Questo è il mio modo di agire, il mio modo di affrontare il mondo: molto semplice, così come è molto semplice il mio modo di scrivere anche se come succede talvolta, alla fine si arriva a dire cose complesse.
È una scelta contro l'uso che il potere fa del linguaggio. Il potere usa i canali di comunicazione per cercare di sottomettere e controllare ogni fuga, ogni ribellione che cerchi di usare il linguaggio come comunicazione fra esseri umani.
Questa è la mia scelta attiva: usare la parola LIBERTÀ una sola volta in questa breve lettera. Libertà, la spinta per cercare l'uomo. L'uomo si nasconde, è nascosto dietro un piede che lo sta schiacciando, infine sparisce: questo è il cammino del potere. L'uomo sopravvissuto in me dice che devo percorrere la strada opposta vedere il piede e affermare la mia dignità per fare in modo che l'uomo cresca e che il piede non possa più schiacciarlo. Il modo per affermare la propria dignità di fronte al militarismo è rifiutare.
Il militarismo è educare alla sottomissione e all'omologazione, il servizio militare è la forma più evidente del militarismo: la divisa, gli ordini, le marce, sono gli evidenti segni dell'omologazione, dell'antieducazione, dello sfruttamento. Ma anche il servizio civile alternativo è una forma meno evidente, di militarismo, una valvola di sfogo che tenta di mascherare questi segni, basta porsi sul livello di coscienza di poco superiore per vedere il braccio militare che educa l'imposizione, cerca la sottomissione delle forze umanitarie e omologa, mette sullo stesso piano i principi della mano tesa verso gli altri.
L'obiezione di coscienza si basa anche sulla conoscenza del mondo complesso che abbiamo di fronte. Spesso la complessità cela a una prima vista il motore che è il potere. Ma ci sono delle possibilità: creare ed educare un'etica personale che abbia come centro la propria coscienza è un punto molto importante per cercare di affrontare la complessità che ci sta di fronte senza affogare le cose importanti, che sono quelle per cui vale la pena di vivere.
So che queste considerazioni ovvie mi porteranno dritto in carcere ma sempre da queste considerazioni segue che il carcere peggiore è essere soldato.