Rivista Anarchica Online
All'est e all'ovest niente di nuovo
La Redazione
Capitanata dall'"odiato" Andreotti e vice-capitanata dal governatore della
Banca d'Italia Carli, una
delegazione "qualificata" di rappresentanti dell'industria italiana, statale, privata e mista, è andata
a
Mosca. Scopo del viaggio: trattare l'ampliamento dei rapporti commerciali tra l'Italia e l'U.R.S.S.
L'accoglienza dei padroni russi ai padroni italiani sembra sia stata ottima e sembra siano stati abbastanza
soddisfacenti i risultati, anche se non eccezionali (si parla di contratti per cento miliardi). Il che significa
una boccata d'ossigeno per l'economia italiana. Grazie U.R.S.S..
Qualcosa di più di una boccata di ossigeno si prepara forse per l'Italia (e più in
generale per i Paesi
occidentali), con l'apertura dell'immenso mercato cinese. Il commercio estero cinese, dopo avere
presentato nel corso dell'ultimo decennio mutamenti qualitativi (da rapporti preponderanti con i paesi
sedicenti socialisti a rapporti prevalenti con i paesi sedicenti liberi) sta ora iniziando sostanziose
variazioni quantitative. Saggiamente, quasi contemporaneamente alla gita moscovita di Andreotti e soci,
lo scorso mese un'altra "qualificata" delegazione di capitalisti e tecnocrati italiani è andata a
Pekino, per
inaugurare una mostra promozionale di prodotti italiani. Molto interessati, pare, gli aspiranti clienti e
molto soddisfatti gli aspiranti venditori.
Tempi favorevoli si preparano dunque alla coesistenza pacifica (dei padroni). Tant'è vero
che si parla
molto, da una ventina di giorni a questa parte di un accordo di pace per il Vietnam e probabilmente non
è stata solo una trovata pubblicitaria nixoniana. Verosimilmente la sporca guerra (ma ci sono
guerre
"pulite"?) ha esaurito la sua utilità per l'economia americana ed anzi proprio nell'eccessivo
protrarsi di
questa guerra, secondo noti economisti (insospettabili di pacifismo), va ricercata la causa principale della
crisi del dollaro e della bilancia dei pagamenti U.S.A. La pace si presenta, ora, ai padroni americani
vantaggiosa per molti versi. Uno non secondario è l'impulso all'espansione economica nei paesi
sedicenti
socialisti. A partire dal Vietnam. Il punto otto dell'accordo "segreto", reso noto dai nordvietnamiti, dice:
"Con la fine della guerra, il ritorno alla pace nel Vietnam creerà le condizioni per l'inizio di
relazioni fra
Stati Uniti e Repubblica democratica del Vietnam, paritetiche e utili ad ambedue le parti. Gli Stati Uniti
contribuiranno a curare le ferite della guerra e alla ricostruzione del dopoguerra nella Repubblica
democratica e in altre parti dell'Indocina". Una specie di piano Marshall, insomma.
Intanto, l'"odiato" Nixon, luminoso della gloria di un viaggio d'affari a Mosca e di uno a Pekino (di
cui
i viaggi dei padroni italiani sono solo provinciali imitazioni) e addirittura radiosa dell'aureola dei quasi
(?) conclusi accordi di pace (ma intanto i vietnamiti continuano a scannarsi in attesa del "cessate il
fuoco"), è stato trionfalmente rieletto dalla maggioranza silenziosa del suo Paese. Quella
maggioranza
silenziosa di eunuchi adoratori dell'ordine costituito, di sfruttati "cornuti e contenti" (oltreché
di
sfruttatori e parassiti giustamente soddisfatti) che in tutto il mondo fornisce la necessaria base di
consenso a tutti i regimi "democratico-parlamentari" fondati sulla truffa elettorale. La stessa
maggioranza con la stessa giostra elettorale ha approvato leggi reazionarie e liberticide. Unica
consolazione: un'altissima percentuale di non-votanti. Consolazione magra, perché si tratta
verosimilmente per la quasi totalità di astensioni "passive" qualunquistiche: se si trattasse di
astensioni
"attive" cioè coscienti cioè anarchiche, gli U.S.A. avrebbero da un pezzo visto la
rivoluzione.
Niente di nuovo all'est e all'ovest. I padroni sono sempre padroni, i servi sempre servi, l'ordine (?)
di
stato regna e, dall'alto, il dio inventato sogghigna.
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