Rivista Anarchica Online
Incatenati al ministero
di Andrea Papi
Lunedì 30 gennaio, decisa
dall'assemblea antimilitarista tenutasi all'Onagro in Bologna il 15
gennaio ed indetta dalla rivista Senzapatria, a Roma si è
realizzata una manifestazione davanti al Ministero della Difesa in
solidarietà con gli obiettori totali in carcere, di cui si
chiedeva la liberazione, e per la soppressione della leva militare.
Durante la manifestazione, cui hanno partecipato una quindicina di
compagni, sono stati distribuiti volantini antimilitaristi e messi in
evidenza dei cartelli che inneggiavano alla liberazione degli
obiettori incarcerati, al rifiuto dell'esercito, all'abolizione di
ogni forma di servizio di leva.
A un certo punto Mario Barbani ed io,
per rendere più efficace la protesta, ci siamo incatenati ad
una finestra del Ministero che, ovviamente, era munita di sbarre. I
tutori dell'ordine, che sostanzialmente si sono mostrati
"democratici", ci hanno permesso di rimanere incatenati per
circa un'ora.
Poi, senza interpellarci, hanno deciso
di liberarci, dal momento che non erano stati loro ad incatenarci. La
scena è stata ampiamente fotografata da due inviati della
stampa, tra cui un giornalista dell'Ansa.
Ma evidentemente due anarchici che, per
protesta, si incatenano davanti al Ministero della Difesa non fanno
notizia e la stampa, secondo un costume ormai consolidato, non ne ha
quasi fatto menzione, escluse due eccezioni: La Repubblica in cronaca
romana e Paese Sera, con una brevissima annotazione. Entrambe non
hanno in alcun modo accennato all'incatenamento, limitandosi a dire
che c'era stata una protesta di alcuni anarchici davanti al
ministero. Ma, mentre Repubblica ha sostanzialmente riportato in modo
corretto i motivi della manifestazione, Paese Sera si è
arrogata l'arbitrio di stravolgere i contenuti scrivendo: "Per
sollecitare l'abolizione del servizio di leva e le nuove norme in
favore dell'obiezione di coscienza...".
Noi non ci siamo mai sognati di
chiedere l'applicazione delle nuove norme in favore dell'obiezione.
La nostra non è un'azione di pressione per migliorare i
codici, ma una lotta di principio per una società senza
eserciti. Ai codici ci penseranno lor signori, a noi interessano le
trasformazioni radicali che mettono in discussione e combattono i
principi fondamentali del dominio.
Ma forse Paese Sera ha confuso, non so
con quanta consapevolezza, il nostro antimilitarismo con la
ristrutturazione militarista dell'apparato militare portata avanti
dal PCI, cui notoriamente si ispira.
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