Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 19 nr. 162
marzo 1989


Rivista Anarchica Online

Incatenati al ministero
di Andrea Papi

Lunedì 30 gennaio, decisa dall'assemblea antimilitarista tenutasi all'Onagro in Bologna il 15 gennaio ed indetta dalla rivista Senzapatria, a Roma si è realizzata una manifestazione davanti al Ministero della Difesa in solidarietà con gli obiettori totali in carcere, di cui si chiedeva la liberazione, e per la soppressione della leva militare. Durante la manifestazione, cui hanno partecipato una quindicina di compagni, sono stati distribuiti volantini antimilitaristi e messi in evidenza dei cartelli che inneggiavano alla liberazione degli obiettori incarcerati, al rifiuto dell'esercito, all'abolizione di ogni forma di servizio di leva.
A un certo punto Mario Barbani ed io, per rendere più efficace la protesta, ci siamo incatenati ad una finestra del Ministero che, ovviamente, era munita di sbarre. I tutori dell'ordine, che sostanzialmente si sono mostrati "democratici", ci hanno permesso di rimanere incatenati per circa un'ora.
Poi, senza interpellarci, hanno deciso di liberarci, dal momento che non erano stati loro ad incatenarci. La scena è stata ampiamente fotografata da due inviati della stampa, tra cui un giornalista dell'Ansa.
Ma evidentemente due anarchici che, per protesta, si incatenano davanti al Ministero della Difesa non fanno notizia e la stampa, secondo un costume ormai consolidato, non ne ha quasi fatto menzione, escluse due eccezioni: La Repubblica in cronaca romana e Paese Sera, con una brevissima annotazione. Entrambe non hanno in alcun modo accennato all'incatenamento, limitandosi a dire che c'era stata una protesta di alcuni anarchici davanti al ministero. Ma, mentre Repubblica ha sostanzialmente riportato in modo corretto i motivi della manifestazione, Paese Sera si è arrogata l'arbitrio di stravolgere i contenuti scrivendo: "Per sollecitare l'abolizione del servizio di leva e le nuove norme in favore dell'obiezione di coscienza...".
Noi non ci siamo mai sognati di chiedere l'applicazione delle nuove norme in favore dell'obiezione. La nostra non è un'azione di pressione per migliorare i codici, ma una lotta di principio per una società senza eserciti. Ai codici ci penseranno lor signori, a noi interessano le trasformazioni radicali che mettono in discussione e combattono i principi fondamentali del dominio.
Ma forse Paese Sera ha confuso, non so con quanta consapevolezza, il nostro antimilitarismo con la ristrutturazione militarista dell'apparato militare portata avanti dal PCI, cui notoriamente si ispira.