Rivista Anarchica Online
Anarchia, secondo me
Cari compagni, la Biblioteca Comunale,
nella persona del Direttore, ci mette a disposizione un locale per
farci riunire come Gruppo Libertario.
Ci siamo incontrati con Mario Barbani
di Bologna, Ugo Mazzucchelli di Carrara e viene spesso anche Raffaele
Pedone (il quale si considera più Puteolano, dato che ha
lavorato nello stabilimento dell'Olivetti di Pozzuoli, svolgendo
anche in fabbrica attività anarchica, per la quale fu molto
conosciuto e stimato): cosicché il Direttore della Biblioteca
li ha conosciuti tutti.
Un compagno ha avuto la brillante idea
di domandargli che cosa pensi dell'anarchia e lui - che è un
intellettuale un po' taciturno - l'ha messo per iscritto.
Vi inviamo copia del suo scritto, con i
più affettuosi saluti.
Gruppo Libertario (Pozzuoli)
Amo le etimologie fantasiose, anche se
mi par di vedere - e mi diverto immensamente - le arie inorridite e
sprezzanti degli "addetti ai lavori". Così mi è caro pensare
che "utopia" sia non da "ou" "topos",
come universalmente e scientificamente accettato, ma da "ut
opto", "come desidero, come sogno che sia"! Perché?
Perché cos'altro è l'anarchia se non il desiderio, il
sogno possibile di una società di uomini liberi, fieramente
gelosi della loro libertà, ma fermamente rispettosi della
libertà di ogni altro uomo?
La prima organizzazione sociale è
nata ed ha funzionato in virtù dell'autorità
instauratasi generalmente con la violenza, si dice molto spesso. Ma,
nello stesso momento in cui l'autorità realizza una società
gerarchizzata, nessun uomo, per quanto obnubilata sia la sua mente
dall'ignoranza, dalla miseria, dalla consuetudine che, nei secoli,
abbia acquisito al servire, può ritenere giusta la
sottomissione ad un proprio simile, nessun uomo può non
sentire l'imperativo morale della rivolta all'ingiustizia.
"Il lavoro, l'amore, la
conoscenza- dice Wilhelm Reich - sono diritti inalienabili di ogni
essere umano". "Anarchico è il pensiero e
verso l'anarchia va la storia" - dice Giovanni Bovio.
Sono petizioni di principio sulle quali
non si dà neppure l'ombra del dubbio, ma la "realtà
effettuale", quella nella quale la vita si dispiega, ne
rappresenta spesso l'antitesi clamorosa e ad una nominale e teorica
"libertà" fa riscontro la sopraffazione e la
violenza, sempre più spavaldamente.
Contro di esse il cosiddetto stato di
diritto, inquinato e bacato sempre di più, si dimostra debole
e, se pure successo ottiene, è col contrapporre violenza a
violenza e trascurando di affrontare il male alle radici,
intervenendo cioè massicciamente nel sociale, assicurando
soprattutto ai giovani, la conoscenza, il lavoro - secondo quanto
detta la Costituzione della Repubblica.
Ma siamo ad una contraddizione in
termini, ad una "utopia": lo stato - che dovrebbe essere
garante della libertà e dell'ordine - è, nei fatti,
terra di conquista per bande o per capitani di ventura, che mirano ad
accaparrarsi potere e ricchezza, passando - e non solo
metaforicamente - sul cadavere del Paese.
Ho conosciuto di persona molti dei più
ferventi "utopisti", che hanno sempre pagato sulla propria
pelle l'amore per il loro sogno e mi è, di recente, capitata
la ventura di rivedere Ugo Mazzucchelli, che è stato - lui
ultraottantenne - giovane coi giovani del gruppo libertario che ha
suscitato in Pozzuoli l'appassionato amore di Emanuele Visone,
"utopista" possente e convinto - il realizzatore del cippo
marmoreo che, nei giardini del Tempio di Serapide, consacra con le
parole di Errico Malatesta lo sferzante ed orgoglioso richiamo degli
anarchici a tutti gli uomini di esercitare in prima persona il
diritto alla libertà.
E libertà è coscienza
dell'individuo del proprio valore unico ed insostituibile, libertà
è guerra senza quartiere ad ogni sopraffazione, ma libertà
è anche - come insegna nella pratica Ugo Mazzucchelli -
ricerca dell'accordo per una comune azione, degli anarchici con tutti
coloro che, nei fatti, condividono sia pure in parte e per singoli
obiettivi l'"utopia", il sogno di una umanità libera
e concorde.
G. Intermoia (Direttore della Biblioteca Civica di
Pozzuoli)
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