Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 173
maggio 1990


Rivista Anarchica Online

Veleni e antidoti
di Marco Serio

Contro il veleno del razzismo è necessario iniettare nel corpo sociale dosi sempre più massicce di solidarietà. Andrea Infuso è uno dei quaranta medici impegnati nelle attività del NAGA, un'associazione che a Milano offre agli immigrati assistenza sanitaria e aiuto concreto contro ogni discriminazione

Nella mitologia indiana, Naga è il nome di un serpente a sette teste che può essere portatore di morte, ma anche di vita (se il suo veleno uccide, da esso si può anche ricavare l'antidoto).
A Milano Naga è il nome di un'associazione di volontari che hanno scelto di essere un antidoto contro il veleno di un razzismo strisciante che, se non è sfociato in episodi di caccia al nero (come a Firenze), pure è ben visibile nell'indifferenza verso le condizioni di vita degli immigrati: Marocchini, Algerini, Senegalesi ecc. sono visti come un appendice della merce che vendono per strada e non come individui i cui diritti vanno rispettati. Prendiamo il diritto alla salute: agli immigrati clandestini l'assistenza sanitaria è negata e quando si ammalano possono rivolgersi al Naga, in viale Bligny 22; ed è 1ì che ho incontrato Andrea Infuso (medico e volontario del Naga) che mi ha illustrato l'attività e i progetti dell'associazione.
I 40 membri del Naga (quasi tutti medici) curano gratuitamente nomadi e immigrati (una trentina al giorno). Sono disponibili specialisti in cardiologia, medicina interna, ginecologia, odontoiatria e fisiatria, ma non si limitano a prescrivere farmaci: l'assistenza offerta è, di volta in volta, adattata alle specificità etniche e culturali del malato... Inoltre, un dato da non trascurare è che all'origine di una buona parte del malessere di chi si rivolge al Naga c'è il distacco dalla propria terra, dal proprio ambiente; oltre all'esigenza di rispondere a bisogni abitativi e lavorativi, bisogni che l'associazione cerca di soddisfare.
Questa l'attività quotidiana, adesso Andrea passa ai progetti: attraverso la cooperazione con organizzazioni non-governative e con la comunità degli immigrati, si vuole arrivare alla formazione di personale (immigrato e non) capace di rimuovere gli ostacoli che impediscono l'inserimento degli immigrati nella società.
Ma se questo progetto è realizzabile nel lungo periodo, altri sono in via di attuazione: prevenzione ed educazione sanitaria presso le comunità di immigrati "regolari" e anche nelle case occupate (via Mambretti, via Pitteri e Cascina Rosa); indagine ed eventuale intervento sulle condizioni di salute e stato vaccinale dei bambini nomadi.
Inoltre il Naga ha promosso una raccolta di dati sull'immigrazione, che lo stesso Comune ha usato quando voleva conoscere le condizioni sanitarie di immigrati e nomadi. Ultimamente è stato capillarmente diffuso un questionario allo scopo di conoscere le carenze del sistema sanitario nazionale nei suoi primi contatti con gli immigrati. Passiamo ora a parlare del decreto Martelli che dovrebbe "regolarizzare" la posizione degli immigrati clandestini: dopo la sanatoria ci sarà ancora bisogno del Naga? Andrea non ha dubbi: il Naga servirà ancora. Infatti, vicino a chi avrà ottenuto il diritto a vivere in Italia, ci sarà sempre chi, praticando il lavoro nero, dovrà rimanere clandestino, ma Andrea è anche convinto che anche i ""regolari" continueranno a rivolgersi a strutture come il Naga, sia per le inevitabili difficoltà di rapporto tra USSL e immigrati, sia per gli scarsi vantaggi economici che deriverebbero dall'assistenza agli immigrati stessi.
Infine la prospettata creazione di unità specializzate in malattie tropicali non potrà risolvere che una parte del problema della salute per gli extracomunitari.
Una soluzione si può trovare solo affrontando il diverso significato della malattia in altre culture e le ragioni sociali del malessere degli immigrati.
La nostra conversazione finisce qui. Nel salone adiacente alla saletta dove ci troviamo, tra scatoloni colmi di medicinali (regalati da qualche sostenitore) da sistemare nell'ambulatorio appena restaurato, si sta tenendo un'assemblea e anche Andrea deve parteciparvi.
Tornando a casa mi torna in mente il serpente a sette teste, il veleno, l'antidoto. Ed è proprio un buon antidoto quello del Naga. Solidarietà da produrre in quantitativi sempre più grandi e da iniettare in dosi sempre più massicce nelle vene di una società stordita, atipica, indifferente.
Ce n'è bisogno se non vogliamo che dallo stordimento si passi al sonno.
Al sonno della ragione.