Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 173
maggio 1990


Rivista Anarchica Online

Se sopravvivono al gelo
di Elisabetta Minini

Ultimamente degli immigrati si parla e si sparla ovunque: sui giornali, nei bar, nei circoli culturali, nei programmi di partito più che mai. Ma poco o niente si riesce a scorgere quando questa fitta cortina di parole e polvere si dissipa nell'aria del diffuso quieto vivere.
Allora spuntano le istituzioni, rassicuranti, per dirci cosa hanno fatto al nostro posto.
Il centro stranieri di via Tadino 12 ha un anno di vita. Organo dell'amministrazione del Comune di Milano, è nato su iniziativa dell'assessorato ai servizi sociali e di quello dell'Educazione per far fronte alla questione dell'immigrazione. Il direttore Mario Pirola parla di una "filosofia di fondo" quella di rendere flessibile la società rispetto ai flussi migratori recenti e alle culture del sud del mondo. C'è innanzitutto una condizione difficile da superare: quella dello straniero in un luogo straniero che va aiutato a crescere come attore sociale per mezzo di un'educazione a entrambe le parti, sia per gli extracomunitari che per gli italiani.
Continua Pirola: "Il centro coordina anche gli interventi già esistenti (per esempio quelli privati) per evitare uno squilibrio tra le zone e i settori, ma tende a trasferire alle competenze locali i vari servizi nell'intento di valorizzare il policentrismo".
Sono stati aperti tre sportelli corrispondenti a tre orientamenti: sociale (per l'assistenza sociale agli immigrati), educativo (informazione sui corsi universitari, di lingue, sui titoli di studio), di cooperazione internazionale (rapporti tra le varie comunità straniere in Italia, contatti con le ONG).
Ogni sportello eroga un servizio e fa promozione, nell'ottica di facilitare l'accesso alle risorse (per esempio fornisce interpreti e materiale già tradotto in scuole, consultori, uffici).
"Nel mare di cose che bisognerebbe fare, ci siamo proposti di privilegiare l'area materno-infantile. Abbiamo organizzato corsi di formazione del personale di scuole materne. Invece qui si tiene un corso di lingua e cultura d'origine per bambini egiziani".
All'entrata un pannello pieno di annunci a affissioni, in arabo, francese, italiano. Poi la tabella con gli orari del Ramadan. Locandine dell'extrafesta. Foto alle pareti del corridoio. "L'unica cosa che non ci manca è lo spazio. Per questo forniamo i locali del centro per le Assemblee, feste, incontri delle comunità straniere. Qui inoltre c'è la sede fisica della consulta cittadina per l'immigrazione che riunisce le varie comunità e associazioni tra cui alcune "storiche" come il centro islamico e la comunità eritrea".
Dopo essere stata a Cascina Rosa mi viene in mente che forse, prima di fare cultura, bisogna sopravvivere al gelo degli inverni milanesi. Sul problema degli alloggi Pirola può vantare recenti risultati. Prima c'era via Vepra, che però è stata sgomberata. Da poco hanno aperto tre centri di accoglienza per 280 persone in via Pitteri, via Giorgi e via Mambretti.
Sono tre stabili del Comune gratuiti, con orario di ingresso e uscita. Gli occupanti dovrebbero essere provvisori per permettere una rotazione. "Ovviamente non basta piazzare lì due comunità marocchine e ritenerle sistemate, perché bisogna anche attivare certi servizi nel territorio circostante, (es.: mensa). Per il resto negli ultimi due anni abbiamo dato case popolari a 600 famiglie eritree, e non è poco."
Infine eccoci ai dati: nel giugno '88 a Milano c'erano 67 mila stranieri residenti (stranieri dei quattro continenti), di cui 27 mila del cosiddetto terzo e quarto modo. A questi bisogna aggiungerne almeno altri 17 mila che fino ad oggi hanno presentato domanda di regolarizzazione su tutta la provincia.
Tanto per calmare i nuovi millenaristi destroidi che ultimamente sparano cifre clamorose sperando di destare rigurgiti d'arianesimo.