Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 20 nr. 173
maggio 1990


Rivista Anarchica Online

Ma quale rivoluzione?
di Piotr Tyminsky

Un sistema come quello comunista, vecchio di mezzo secolo, non può crollare in pochi giorni. Inoltre, esso è abbastanza forte da ingannare non solo i mass-media stranieri, ma anche il suo stesso popolo. E' questa la tesi sostenuta dal redattore della rivista anarchica polacca "Fraternitè" Piotr Tyminsky, il quale cita gli esempi della Polonia e della Romania.

I recenti, rapidi mutamenti in tutti i paesi dell'Europa orientale paiono quasi incredibili. E di fatto lo sono, almeno in una certa misura, perché in condizioni "normali" probabilmente neppure un secolo sarebbe bastato a ricostruire tutto in tempi così brevi. Ma il problema è di altra natura: in Europa orientale le condizioni non sono mai state "normali", almeno dopo la seconda guerra mondiale.
Il crescente ottimismo dei leader occidentali e l'improvvisa diffusione di un senso di libertà tra coloro che erano vissuti così a lungo sotto l'ombra del Grande Fratello ci inducono a porci una domanda fondamentale: come è potuto accadere tutto ciò? Non è una novità che il mondo occidentale sia sempre stato noto per la sua cecità politica e che oltre 40 anni di tirannia comunista in quasi metà dell'Europa non gli abbiano insegnato niente. Tuttavia, alcuni di coloro che hanno dovuto vivere dietro la cortina di ferro sono molto più prudenti e non si azzardano a trarre conclusioni affrettate.
Quello che a noi è abbastanza chiaro, mentre l'Occidente non riesce a comprenderlo, è che la perestrojka non è piovuta dal cielo e che nessun tiranno cede il proprio potere per nulla . La perestrojka, che ha modernizzato l'Unione Sovietica e l'intero blocco orientale, era in realtà una condizione necessaria, che doveva essere attuata al fine di preservare la posizione di potere che l'URSS aveva sul piano internazionale. Questo, per noi, è un fatto ovvio. La perestrojka aveva unicamente lo scopo di rafforzare il sistema vigente. I vecchi metodi dell'era staliniana avevano perduto la loro efficacia, perciò ne sono stati inventati di nuovi: la necessità aguzza l'ingegno. Ci sono molti modi per mantenere il potere, tuttavia, giacché i ben noti meccanismi della farsa politica sono sempre gli stessi, basterà citare due esempi: la Polonia e la Romania.

Sotto la vecchia maschera comunista
L'alleanza tra l'opposizione e il regime comunista, concordata durante la "tavola rotonda" in Polonia, si fonda essenzialmente sull'approvazione di un nuovo corso capitalista dell'economia polacca. Un effetto immediato di questo accordo è stato quello di garantire una nuova copertura alla vecchia cricca dominante, che aveva accettato di dividere il potere con Solidarnosc. Così il sindacato Solidarnosc, divenuto strumento dell'autorità, cessava di essere un'organizzazione di lotta della classe operaia. Questa concezione mira alla trasformazione dei sindacati liberi in meccanismi atti a trasmettere al popolo gli ordini emanati dalle autorità. Divenute inutili le forme precedenti di esercizio del potere, la vecchia oligarchia ha dovuto introdurre alcune modifiche, che le hanno ridato sicurezza e l'aiuteranno a conservare il potere. Questa stessa necessità ha indotto il partito operaio unitario polacco (POUP) a deporre la vecchia, logora maschera comunista per indossarne una nuova, socialdemocratica. Naturalmente, di fatto non è cambiato nulla e i comunisti sono ancora saldamente padroni delle istituzioni chiave, quali il ministero degli interni, il ministero della difesa e gli organi locali in tutto il paese.
Walesa e i suoi hanno addotto la ragion di stato e le condizioni geopolitiche a giustificazione dell'alleanza con la banda di Jaruzelski. Di fatto, nel 1981 il governo comunista aveva usato i medesimi pretesti per proclamare lo stato d'emergenza nel paese. Quando la situazione dell'economia polacca giunse a un punto tale da far temere una vera e propria esplosione della scontento di massa, il governo comunista fu costretto a cercare un accordo con l'opposizione. Poiché in Polonia a quell'epoca non vi era forma alcuna di democrazia, l'élite dell'opposizione, che trattò l'alleanza con i comunisti, si arrogò il diritto di rappresentare l'intera società. Prova ne sia il fatto che l'unica forza politica ad avere accesso illimitato ai mass-media, soprattutto alla televisione, è Solidarnosc. Gli altri partiti e gruppi possono accedervi soltanto nella misura in cui consentono incondizionatamente a contribuire alla creazione di un nuovo sistema autoritario.
Poiché il vecchio regime non era in grado di superare le difficoltà economiche, Solidarnosc si offrì di fare discretamente da intermediario tra la Polonia e le capitali estere, in modo da attrarre gli investitori stranieri. In questo modo il vecchio apparato del POUP assume l'immagine positiva di Solidarnosc e al tempo stesso tende a presentare Solidarnosc come una forza-guida sulla scena politica. Di fatto tutte le decisioni dipendono ancora dal vecchio regime. In cambio, Solidarnosc offre credibilità alla vecchia oligarchia e l'aiuta ad adattarsi alla nuova situazione politica.

Nel terzo mondo
Dal momento che l'economia sovietica non è più abbastanza forte e affidabile, le nostre autorità, già ridotte alla disperazione, stanno febbrilmente cercando alleati fra i capitalisti occidentali. L'ingente debito estero e l'economia antiquata della Polonia offrono eccellenti opportunità a chi voglia fare buoni affari senza troppi problemi. Prima o poi i capitalisti stranieri assumeranno il pieno controllo dell'industria polacca e cominceranno ad imporre le proprie condizioni e le proprie regole. Accettare i crediti che l'Occidente è così ben disposto a concedere può solo accrescere la dipendenza economica del paese e porterà inevitabilmente a una totale incapacità politica. L'adesione al mercato capitalista internazionale porrà immediatamente la Polonia tra i paesi del Terzo Mondo. La maggior parte della società ha gravi difficoltà a fare quadrare i bilanci familiari, perché i prezzi elevatissimi dei generi alimentari costringono la gente a spendere quasi tutto ciò che guadagna per acquistare cibo (questo è il primo risultato dell'"economia di mercato" di Mazowiecki). Ecco perché in Polonia non potrà mai nascere la cosiddetta classe media, così importante nei paesi capitalisti sviluppati. Ciò nonostante, il nostro governo ha già fondato su questa classe inesistente il suo progetto di sviluppo economico. I processi in corso potranno causare solo povertà (che ha già raggiunto livelli mai sperimentati sotto il regime comunista) e porteranno sicuramente alla disoccupazione di massa, facendo crescere a dismisura lo scontento tra le classi lavoratrici. Nel prossimo futuro saranno certamente questi i problemi più gravi in Polonia, e si ripresenterà il problema della lotta di classe. Naturalmente, in ossequio alle migliori tradizioni totalitarie, il governo non si cura di chiedere al popolo il permesso di fare quello che crede, e nessuno si cura minimamente di quello che pensa la gente.
La situazione della Romania, che può apparire completamente diversa, rappresenta di fatto un altro esempio di ciò che possa fare l'autorità e di come essa possa dissimulare abilmente le proprie intenzioni, al fine di conservare il potere.
In realtà, nessuno ha mai cercato di scoprire ciò che avveniva dietro le quinte dell'apparato comunista di Ceausescu - il mondo è rimasto letteralmente paralizzato dinanzi agli eventi occorsi in Romania. Ora, a guerra conclusa, possiamo cercare di valutare la situazione con maggiore obiettività.
È facile notare che il nuovo apparato autoritario rumeno è dominato da ex comunisti del vecchio regime o, quanto meno, da persone non coinvolte direttamente nella mafia di Ceausescu, ma che comunque all'epoca se la passavano bene. E in Romania "passarsela bene" significava ovviamente collaborare con gli oppressori. Come mai queste persone sono tornate sulla scena?
Perché hanno rinunciato a tutti i profitti di cui godevano grazie al fatto di appartenere all'élite comunista?
Il Fronte di Salvezza Nazionale, creato "spontaneamente" a Bucarest nel pieno della guerra civile, in realtà si era formato molto tempo prima che venissero inviate le truppe a Timisoara. Il numero delle vittime, che inizialmente era stato stimato attorno a 80.000, alla fine si è ridotto a 600. Perché? A chi interessava che la gente rimanesse impressionata dallo spargimento di sangue? La famosa fotografia della donna morta con un bambino accanto, che ha scioccato il mondo si è rivelata un falso: i corpi erano stati presi da due tombe diverse e non avevano nulla a che vedere con il famigerato massacro di Timisoara. Chi ha concertato questo inganno e per quale motivo? Il generale Vlad, l'ex capo della polizia segreta, ha dichiarato che le sue truppe si unirono alla "rivoluzione" fin dalle prime fasi dell'insurrezione. Se fu così, perché le autorità ritengono importante sottolineare il fatto che la Securitate abbia opposto una strenua resistenza nelle maggiori città?
Non sapremo mai tutta la verità, ma oggi possiamo dire che la "rivoluzione spontanea" fu soltanto una farsa inscenata dalla vecchia oligarchia. Il massacro è servito a far uscire con le mani pulite coloro che si unirono "volontariamente" agli insorti e la sbrigativa esecuzione di Ceausescu è servita a tappargli la bocca (la prudenza non è mai troppa) e a guadagnare credito presso la popolazione.
Sembra impossibile che l'apparato di Ceausescu non fosse in grado di valutare i sentimenti dell'opinione pubblica prima che si manifestasse appieno lo scontento. Probabilmente si trattò di una macchinazione ordita da coloro che avevano già progettato di conservare il potere, ma sotto un altro nome. Le prossime elezioni (cosiddette "libere") servono a garantire che nessun altro partito riesca ad organizzarsi e a nominare propri candidati, in modo che il Fronte mantenga la supremazia (recentemente due membri del Partito Contadino che stavano affiggendo manifesti sono stati assassinati, anzi massacrati, li hanno trovati con la lingua tagliata).
I politici occidentali che credono nella ponderatezza dei cambiamenti in corso nell'Europa dell'Est rischiano di rimanere delusi, un giorno. Un sistema vecchio di mezzo secolo non può crollare in pochi giorni. Inoltre, esso è abbastanza forte da ingannare non soltanto i mass-media stranieri, ma anche il suo stesso popolo. Le nazioni dell'Europa orientale hanno vissuto in catene per molto tempo e troppo rapidamente stanno prendendo lucciole per lanterne. E ciò non solo in Polonia e Romania: questo meccanismo funziona perfettamente non soltanto in Polonia e in Romania, ma in tutta l'Europa orientale, seppure con nomi diversi.

Se non siete d'accordo...
Che cosa ci insegna tutto ciò? In realtà, nulla di nuovo. Abbiamo avuto un'ulteriore riprova che il governo è assassinio. Non dovremmo permettere a chi ci comanda di ingannarci, perché la nostra vita ci appartiene e soltanto noi possiamo cambiarla. Nessuno lo farà in nostra vece, né dovremmo consentire ad alcuno di farlo, se non vogliamo cambiare i vecchi con nuovi padroni. Infine non dovremmo dimenticare che decine di "leader" asseriscono di avere le risposte giuste, ma in realtà vogliono soltanto usarci per conquistare il potere. Sono un ostacolo al cambiamento non meno di quanto lo sia lo Stato. Se non siete d'accordo, accendete la TV - troverete sempre un Walesa che fa la commedia.

(traduzione di Michele Buzzí)