Rivista Anarchica Online
Ma quale rivoluzione?
di Piotr Tyminsky
Un sistema come quello comunista,
vecchio di mezzo secolo, non può crollare in pochi giorni.
Inoltre, esso è abbastanza forte da ingannare non solo i
mass-media stranieri, ma anche il suo stesso popolo. E' questa la tesi sostenuta dal
redattore della rivista anarchica polacca "Fraternitè"
Piotr Tyminsky, il quale cita gli esempi della Polonia e della
Romania.
I recenti, rapidi mutamenti in tutti i
paesi dell'Europa orientale paiono quasi incredibili. E di fatto lo
sono, almeno in una certa misura, perché in condizioni
"normali" probabilmente neppure un secolo sarebbe bastato a
ricostruire tutto in tempi così brevi. Ma il problema è
di altra natura: in Europa orientale le condizioni non sono mai state
"normali", almeno dopo la seconda guerra mondiale.
Il crescente ottimismo dei leader
occidentali e l'improvvisa diffusione di un senso di libertà
tra coloro che erano vissuti così a lungo sotto l'ombra del
Grande Fratello ci inducono a porci una domanda fondamentale: come è
potuto accadere tutto ciò? Non è una novità che
il mondo occidentale sia sempre stato noto per la sua cecità
politica e che oltre 40 anni di tirannia comunista in quasi metà
dell'Europa non gli abbiano insegnato niente. Tuttavia, alcuni di
coloro che hanno dovuto vivere dietro la cortina di ferro sono molto
più prudenti e non si azzardano a trarre conclusioni
affrettate.
Quello che a noi è abbastanza
chiaro, mentre l'Occidente non riesce a comprenderlo, è che la
perestrojka non è piovuta dal cielo e che nessun
tiranno cede il proprio potere per nulla . La perestrojka, che
ha modernizzato l'Unione Sovietica e l'intero blocco orientale, era
in realtà una condizione necessaria, che doveva essere attuata
al fine di preservare la posizione di potere che l'URSS aveva sul
piano internazionale. Questo, per noi, è un fatto ovvio. La
perestrojka aveva unicamente lo scopo di rafforzare il sistema
vigente. I vecchi metodi dell'era staliniana avevano perduto la loro
efficacia, perciò ne sono stati inventati di nuovi: la
necessità aguzza l'ingegno. Ci sono molti modi per mantenere
il potere, tuttavia, giacché i ben noti meccanismi della farsa
politica sono sempre gli stessi, basterà citare due esempi: la
Polonia e la Romania.
Sotto la vecchia maschera comunista
L'alleanza tra l'opposizione e il
regime comunista, concordata durante la "tavola rotonda" in
Polonia, si fonda essenzialmente sull'approvazione di un nuovo corso
capitalista dell'economia polacca. Un effetto immediato di questo
accordo è stato quello di garantire una nuova copertura alla
vecchia cricca dominante, che aveva accettato di dividere il potere
con Solidarnosc. Così il sindacato Solidarnosc, divenuto
strumento dell'autorità, cessava di essere un'organizzazione
di lotta della classe operaia. Questa concezione mira alla
trasformazione dei sindacati liberi in meccanismi atti a trasmettere
al popolo gli ordini emanati dalle autorità. Divenute inutili
le forme precedenti di esercizio del potere, la vecchia oligarchia ha
dovuto introdurre alcune modifiche, che le hanno ridato sicurezza e
l'aiuteranno a conservare il potere. Questa stessa necessità
ha indotto il partito operaio unitario polacco (POUP) a deporre la
vecchia, logora maschera comunista per indossarne una nuova,
socialdemocratica. Naturalmente, di fatto non è cambiato nulla
e i comunisti sono ancora saldamente padroni delle istituzioni
chiave, quali il ministero degli interni, il ministero della difesa e
gli organi locali in tutto il paese.
Walesa e i suoi hanno addotto la ragion
di stato e le condizioni geopolitiche a giustificazione dell'alleanza
con la banda di Jaruzelski. Di fatto, nel 1981 il governo comunista
aveva usato i medesimi pretesti per proclamare lo stato d'emergenza
nel paese. Quando la situazione dell'economia polacca giunse a un
punto tale da far temere una vera e propria esplosione della
scontento di massa, il governo comunista fu costretto a cercare un
accordo con l'opposizione. Poiché in Polonia a quell'epoca non
vi era forma alcuna di democrazia, l'élite dell'opposizione,
che trattò l'alleanza con i comunisti, si arrogò il
diritto di rappresentare l'intera società. Prova ne sia il
fatto che l'unica forza politica ad avere accesso illimitato ai
mass-media, soprattutto alla televisione, è Solidarnosc. Gli
altri partiti e gruppi possono accedervi soltanto nella misura in cui
consentono incondizionatamente a contribuire alla creazione di un
nuovo sistema autoritario.
Poiché il vecchio regime non era
in grado di superare le difficoltà economiche, Solidarnosc si
offrì di fare discretamente da intermediario tra la Polonia e
le capitali estere, in modo da attrarre gli investitori stranieri. In
questo modo il vecchio apparato del POUP assume l'immagine positiva
di Solidarnosc e al tempo stesso tende a presentare Solidarnosc come
una forza-guida sulla scena politica. Di fatto tutte le decisioni
dipendono ancora dal vecchio regime. In cambio, Solidarnosc offre
credibilità alla vecchia oligarchia e l'aiuta ad adattarsi
alla nuova situazione politica.
Nel terzo mondo
Dal momento che l'economia sovietica
non è più abbastanza forte e affidabile, le nostre
autorità, già ridotte alla disperazione, stanno
febbrilmente cercando alleati fra i capitalisti occidentali.
L'ingente debito estero e l'economia antiquata della Polonia offrono
eccellenti opportunità a chi voglia fare buoni affari senza
troppi problemi. Prima o poi i capitalisti stranieri assumeranno il
pieno controllo dell'industria polacca e cominceranno ad imporre le
proprie condizioni e le proprie regole. Accettare i crediti che
l'Occidente è così ben disposto a concedere può
solo accrescere la dipendenza economica del paese e porterà
inevitabilmente a una totale incapacità politica. L'adesione
al mercato capitalista internazionale porrà immediatamente la
Polonia tra i paesi del Terzo Mondo. La maggior parte della società
ha gravi difficoltà a fare quadrare i bilanci familiari,
perché i prezzi elevatissimi dei generi alimentari costringono
la gente a spendere quasi tutto ciò che guadagna per
acquistare cibo (questo è il primo risultato dell'"economia
di mercato" di Mazowiecki). Ecco perché in Polonia non
potrà mai nascere la cosiddetta classe media, così
importante nei paesi capitalisti sviluppati. Ciò nonostante,
il nostro governo ha già fondato su questa classe inesistente
il suo progetto di sviluppo economico. I processi in corso potranno
causare solo povertà (che ha già raggiunto livelli mai
sperimentati sotto il regime comunista) e porteranno sicuramente alla
disoccupazione di massa, facendo crescere a dismisura lo scontento
tra le classi lavoratrici. Nel prossimo futuro saranno certamente
questi i problemi più gravi in Polonia, e si ripresenterà
il problema della lotta di classe. Naturalmente, in ossequio alle
migliori tradizioni totalitarie, il governo non si cura di chiedere
al popolo il permesso di fare quello che crede, e nessuno si cura
minimamente di quello che pensa la gente.
La situazione della Romania, che può
apparire completamente diversa, rappresenta di fatto un altro esempio
di ciò che possa fare l'autorità e di come essa possa
dissimulare abilmente le proprie intenzioni, al fine di conservare il
potere.
In realtà, nessuno ha mai
cercato di scoprire ciò che avveniva dietro le quinte
dell'apparato comunista di Ceausescu - il mondo è rimasto
letteralmente paralizzato dinanzi agli eventi occorsi in Romania.
Ora, a guerra conclusa, possiamo cercare di valutare la situazione
con maggiore obiettività.
È facile notare che il nuovo
apparato autoritario rumeno è dominato da ex comunisti del
vecchio regime o, quanto meno, da persone non coinvolte direttamente
nella mafia di Ceausescu, ma che comunque all'epoca se la passavano
bene. E in Romania "passarsela bene" significava ovviamente
collaborare con gli oppressori. Come mai queste persone sono tornate
sulla scena?
Perché hanno rinunciato a tutti
i profitti di cui godevano grazie al fatto di appartenere all'élite
comunista?
Il Fronte di Salvezza Nazionale, creato
"spontaneamente" a Bucarest nel pieno della guerra civile,
in realtà si era formato molto tempo prima che venissero
inviate le truppe a Timisoara. Il numero delle vittime, che
inizialmente era stato stimato attorno a 80.000, alla fine si è
ridotto a 600. Perché? A chi interessava che la gente
rimanesse impressionata dallo spargimento di sangue? La famosa
fotografia della donna morta con un bambino accanto, che ha scioccato
il mondo si è rivelata un falso: i corpi erano stati presi da
due tombe diverse e non avevano nulla a che vedere con il famigerato
massacro di Timisoara. Chi ha concertato questo inganno e per quale
motivo? Il generale Vlad, l'ex capo della polizia segreta, ha
dichiarato che le sue truppe si unirono alla "rivoluzione"
fin dalle prime fasi dell'insurrezione. Se fu così, perché
le autorità ritengono importante sottolineare il fatto che la
Securitate abbia opposto una strenua resistenza nelle maggiori città?
Non sapremo mai tutta la verità,
ma oggi possiamo dire che la "rivoluzione spontanea" fu
soltanto una farsa inscenata dalla vecchia oligarchia. Il massacro è
servito a far uscire con le mani pulite coloro che si unirono
"volontariamente" agli insorti e la sbrigativa esecuzione
di Ceausescu è servita a tappargli la bocca (la prudenza non è
mai troppa) e a guadagnare credito presso la popolazione.
Sembra impossibile che l'apparato di
Ceausescu non fosse in grado di valutare i sentimenti dell'opinione
pubblica prima che si manifestasse appieno lo scontento.
Probabilmente si trattò di una macchinazione ordita da coloro
che avevano già progettato di conservare il potere, ma sotto
un altro nome. Le prossime elezioni (cosiddette "libere")
servono a garantire che nessun altro partito riesca ad organizzarsi e
a nominare propri candidati, in modo che il Fronte mantenga la
supremazia (recentemente due membri del Partito Contadino che stavano
affiggendo manifesti sono stati assassinati, anzi massacrati, li
hanno trovati con la lingua tagliata).
I politici occidentali che credono
nella ponderatezza dei cambiamenti in corso nell'Europa dell'Est
rischiano di rimanere delusi, un giorno. Un sistema vecchio di mezzo
secolo non può crollare in pochi giorni. Inoltre, esso è
abbastanza forte da ingannare non soltanto i mass-media stranieri, ma
anche il suo stesso popolo. Le nazioni dell'Europa orientale hanno
vissuto in catene per molto tempo e troppo rapidamente stanno
prendendo lucciole per lanterne. E ciò non solo in Polonia e
Romania: questo meccanismo funziona perfettamente non soltanto in
Polonia e in Romania, ma in tutta l'Europa orientale, seppure con
nomi diversi.
Se non siete d'accordo...
Che cosa ci insegna tutto ciò?
In realtà, nulla di nuovo. Abbiamo avuto un'ulteriore riprova
che il governo è assassinio. Non dovremmo permettere a chi ci
comanda di ingannarci, perché la nostra vita ci appartiene e
soltanto noi possiamo cambiarla. Nessuno lo farà in nostra
vece, né dovremmo consentire ad alcuno di farlo, se non
vogliamo cambiare i vecchi con nuovi padroni. Infine non dovremmo
dimenticare che decine di "leader" asseriscono di avere le
risposte giuste, ma in realtà vogliono soltanto usarci per
conquistare il potere. Sono un ostacolo al cambiamento non meno di
quanto lo sia lo Stato. Se non siete d'accordo, accendete la TV -
troverete sempre un Walesa che fa la commedia.
(traduzione di Michele
Buzzí)
|