Rivista Anarchica Online
A proposito di una mostra
Cari/e compagni/e, a nome della maggioranza dell'Associazione
degli artisti "I Sommersi", cioè della quasi
totalità della medesima, abbiamo il dovere morale di
informarvi su quanto purtroppo è accaduto. Nessuno di noi si
era reso conto della gravità di tale situazione fino in
fondo, difatti tutti/e avevano posto piena fiducia (anche se con
qualche dubbio, fin dall'inizio) nella persona di Ina Ripari e di
suo marito, Enzo Correnti. Abbiamo scritto un comunicato nel
quale affermavamo la nostra adesione e la nostra partecipazione a
questa mostra, con le motivazioni ideali di collaborazione reciproca
per il superamento di un'arte corrotta e mercantile, contro la
logica dei musei e delle raccomandazioni. Questa mostra era nata
in QUESTO spirito, almeno per noi, difatti non c'era stata
nemmeno una selezione delle opere (e probabilmente questo è
stato un male) ma questa non-selezione è stata una scelta
operata a monte dagli organizzatori, che, a quanto dicevano, non
volevano censurare nessuno. Difatti nessuna fotografia e nessun
curriculum era stato scartato da Ina e da Enzo che anzi avevano più
volte espresso giudizi positivi sul lavoro di molte persone, e
talvolta con enfasi un po' eccessiva. Il giorno
dell'inaugurazione (16 febbraio) mancavano i cataloghi e le
locandine che il Comune di Prato avrebbe dovuto far stampare, 300
locandine e 1000 cataloghi per l'esattezza; delle locandine non
sappiamo nulla, nessuno di noi le ha viste affisse negli spazi
preposti, e nemmeno dei nostri amici residenti a Prato. I cataloghi
"scomparsi" hanno costituito poi un vero giallo degno
della penna di qualche romanziere, Ina ci aveva assicurato che ne
sarebbero stati distribuiti una decina a testa, invece sono stati
imboscati e inviati solo in zona, privilegiando associazioni,
persone e personaggi famosi. Molti cataloghi poi sono stati
richiesti dallo stesso Amnon Barzel, il direttore del Museo d'arte
moderna "Pecci", che ha sapientemente complottato con Ina
Ripari e con il critico Mario Rotta. La ragione di questo
comportamento è la seguente: sui cataloghi non c'erano tutte
le fotografie di tutti i lavori, ma solo 5, tra cui le opere di Ina
Ripari e di Enzo Correnti. Invece di dirci che era impossibile farci
entrare tutti, per motivi economici o politici, hanno trovato mille
scuse e alla fine VIGLIACCAMENTE hanno dato la colpa ai lavoratori
della tipografia, dicendo che si erano sbagliati. Ci hanno
anche chiesto 400.000 lire per i diritti d'affissione mai
utilizzati, delle quali una ragazza ventenne ingenuamente ha
sborsato la sua presunta quota: 20.000 lire (e disoccupata). Ma il
clou non è qui. Attenzione. Finita l'inaugurazione, il
giorno 17 Ina si è presentata come una furia al Chiesino e,
nonostante le proteste delle tre sorveglianti, ha DIVELTO TUTTE LE
OPERE tranne le 5 segnalate e poche altre, urlando: LA MOSTRA E' MIA
(e la gestisco io!). Le opere sono state accatastate in malo modo
nello sgabuzzino, con rischio di sciupare le tele o di rompere
vetri. Interrogata sul suo comportamento, rispondeva: "Voi
non avete capito lo spirito della manifestazione" (e infatti
era vero, ma nello spirito di SOPRAFFAZIONE) e lamentandosi
che avevamo attaccato uno STRISCIONE CONTRO LA GUERRA fuori dalla
porta (come concordato precedentemente) e che sul tavolo c'erano
alcuni volantini degli anarchici. (...) Noi denunciamo
l'accavallarsi di tali "coincidenze" come un vero e
proprio BOICOTTAGGIO SPECULATIVO del lavoro dei VERI SOMMERSI, qui
utilizzati solo per contorno e cornice di alcuni squallidi
PSEUDOEMERGENTI, e che tutta l'operazione puzza di TRUFFA e di
COMPLOTTO mirato a far tacere la voce di coloro che si oppongono.
Questo è fascismo. Non rinunciamo a costituirci come
associazione, e anzi chiariamo fin d'ora che i signori Ripari e
Correnti ne saranno ESCLUSI. Ci dissociamo nel modo più
completo da questa operazione, e chiediamo che i nostri lavori
vengano rimossi e portati a casa prima che qualcuno li danneggi, e
che la sede della mostra venga chiusa.
L'ASSOCIAZIONE "I SOMMERSI" (una trentina di firme),
tranne Ina Ripari e Enzo Correnti (Firenze)
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