Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 21 nr. 181
aprile 1991


Rivista Anarchica Online

A proposito di una mostra

Cari/e compagni/e,
a nome della maggioranza dell'Associazione degli artisti "I Sommersi", cioè della quasi totalità della medesima, abbiamo il dovere morale di informarvi su quanto purtroppo è accaduto. Nessuno di noi si era reso conto della gravità di tale situazione fino in fondo, difatti tutti/e avevano posto piena fiducia (anche se con qualche dubbio, fin dall'inizio) nella persona di Ina Ripari e di suo marito, Enzo Correnti.
Abbiamo scritto un comunicato nel quale affermavamo la nostra adesione e la nostra partecipazione a questa mostra, con le motivazioni ideali di collaborazione reciproca per il superamento di un'arte corrotta e mercantile, contro la logica dei musei e delle raccomandazioni. Questa mostra era nata in QUESTO spirito, almeno per noi, difatti non c'era stata nemmeno una selezione delle opere (e probabilmente questo è stato un male) ma questa non-selezione è stata una scelta operata a monte dagli organizzatori, che, a quanto dicevano, non volevano censurare nessuno. Difatti nessuna fotografia e nessun curriculum era stato scartato da Ina e da Enzo che anzi avevano più volte espresso giudizi positivi sul lavoro di molte persone, e talvolta con enfasi un po' eccessiva.
Il giorno dell'inaugurazione (16 febbraio) mancavano i cataloghi e le locandine che il Comune di Prato avrebbe dovuto far stampare, 300 locandine e 1000 cataloghi per l'esattezza; delle locandine non sappiamo nulla, nessuno di noi le ha viste affisse negli spazi preposti, e nemmeno dei nostri amici residenti a Prato. I cataloghi "scomparsi" hanno costituito poi un vero giallo degno della penna di qualche romanziere, Ina ci aveva assicurato che ne sarebbero stati distribuiti una decina a testa, invece sono stati imboscati e inviati solo in zona, privilegiando associazioni, persone e personaggi famosi. Molti cataloghi poi sono stati richiesti dallo stesso Amnon Barzel, il direttore del Museo d'arte moderna "Pecci", che ha sapientemente complottato con Ina Ripari e con il critico Mario Rotta.
La ragione di questo comportamento è la seguente: sui cataloghi non c'erano tutte le fotografie di tutti i lavori, ma solo 5, tra cui le opere di Ina Ripari e di Enzo Correnti. Invece di dirci che era impossibile farci entrare tutti, per motivi economici o politici, hanno trovato mille scuse e alla fine VIGLIACCAMENTE hanno dato la colpa ai lavoratori della tipografia, dicendo che si erano sbagliati. Ci hanno anche chiesto 400.000 lire per i diritti d'affissione mai utilizzati, delle quali una ragazza ventenne ingenuamente ha sborsato la sua presunta quota: 20.000 lire (e disoccupata). Ma il clou non è qui. Attenzione.
Finita l'inaugurazione, il giorno 17 Ina si è presentata come una furia al Chiesino e, nonostante le proteste delle tre sorveglianti, ha DIVELTO TUTTE LE OPERE tranne le 5 segnalate e poche altre, urlando: LA MOSTRA E' MIA (e la gestisco io!). Le opere sono state accatastate in malo modo nello sgabuzzino, con rischio di sciupare le tele o di rompere vetri.
Interrogata sul suo comportamento, rispondeva: "Voi non avete capito lo spirito della manifestazione" (e infatti era vero, ma nello spirito di SOPRAFFAZIONE) e lamentandosi che avevamo attaccato uno STRISCIONE CONTRO LA GUERRA fuori dalla porta (come concordato precedentemente) e che sul tavolo c'erano alcuni volantini degli anarchici. (...)
Noi denunciamo l'accavallarsi di tali "coincidenze" come un vero e proprio BOICOTTAGGIO SPECULATIVO del lavoro dei VERI SOMMERSI, qui utilizzati solo per contorno e cornice di alcuni squallidi PSEUDOEMERGENTI, e che tutta l'operazione puzza di TRUFFA e di COMPLOTTO mirato a far tacere la voce di coloro che si oppongono. Questo è fascismo. Non rinunciamo a costituirci come associazione, e anzi chiariamo fin d'ora che i signori Ripari e Correnti ne saranno ESCLUSI.
Ci dissociamo nel modo più completo da questa operazione, e chiediamo che i nostri lavori vengano rimossi e portati a casa prima che qualcuno li danneggi, e che la sede della mostra venga chiusa.

L'ASSOCIAZIONE "I SOMMERSI" (una trentina di firme), tranne Ina Ripari e Enzo Correnti (Firenze)