Rivista Anarchica Online
Un altro signornò!
di C. A. Ponte della Ghisolfa
Di fronte all'atrocità del conflitto nella ex-Yugoslavia (dove gli
stati europei stanno disegnando la mappa di
una futura spartizione di influenze economiche) e all'intervento guerrafondaio delle truppe ONU in Somalia
(dove l'Italia difende i propri interessi colonialisti avallando di fatto i bombardamenti americani su civili
inermi) c'è chi ha il coraggio di urlare il proprio rifiuto. Riportiamo di seguito la
dichiarazione di un nuovo obiettore totale, la cui scelta di non sottomissione
rappresenta oggi più che mai un reale attacco alla logica militarista di ogni stato. A tutti gli obiettori
totali e
ai disertori di tutte le guerre va la nostra piena solidarietà e il nostro appoggio concreto.
Circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa» (viale Monza 255, 20126 Milano)
NO, io il «milite» non lo voglio fare. Non sono disposto a consegnare nulla della mia vita alle gerarchie
militari
e agli apparati burocratico padronali di cui quelle sono il necessario elemento repressivo. Non
verrò alle vostre caserme a prostituirmi fingendomi un inetto o ad inventarmi disfunzioni fisiche che
non
ho, anzi scoppio di salute e ne godo. Non ho poi molte spiegazioni da darvi poiché credo che un uomo
nell'esercitare la propria libertà non abbia da dare spiegazioni a nessuno, tanto meno a voi «omini
verdi». So bene di vivere in un sistema che il pluralismo lo tollera fino a quando è a livello di
chiacchiera e lo reprime
quand'è concreto, e sono quindi pronto ad affrontare il processo politico al quale mi sottoporrete ed anzi
ho
interesse ad andare fino in fondo. Non verrò certo ad implorarvi di potere svolgere il «servizio
alternativo» che rappresenta ormai in realtà un
elemento perfettamente organico al sistema della leva e quindi della coercizione di massa, nonché in
effetti
l'ultimo espediente per cui i «soggetti scolarizzati» ( si legga figli della borghesia di «sinistra») si «paraculano»
mentre poi sono sempre i figli del popolo a sorbirsi un anno di frustrazioni e di aberranti cazzate. Una
scelta umana e politica di radicale opposizione è necessaria tanto più in questa fase nella quale
il ceto
politico italiano sulla spinta del padronato ha ripreso un ruolo attivo e diretto nei processi di espansione
imperialistica mondiale; per cui l'esercito italiano, in degna compagnia degli eserciti occidentali e degli
irriducibili yankees, torna a svolgere funzione di sbirro internazionale repressivo e anti-popolare. La
generalizzata ribellione all'Autorità e quindi a tutte quelle istituzioni destinate alla regolamentazione
e alla
riproduzione dei rapporti sociali del sistema capitalistico-spettacolare di cui l'esercito è un elemento
determinante, può e deve essere strumento politico dei soggetti in lotta per la democrazia reale e la
gestione
diretta del lavoro e della vita. Obiettare totalmente in questo momento è un attacco diretto alla
società della
sopravvivenza e dello sfruttamento, è un no esplicito a chi da sempre ci spaccia la stessa colossale
menzogna:
«che il mondo e la nostra vita sarebbero migliori se tutti rispettassimo la legge».
Davide Giannone
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