Rivista Anarchica Online
Atti di culto a scuola
Vorrei richiamare l'attenzione sulla problematica, annosa e controversa, degli atti di culto
(benedizione,
celebrazione delle Messe, visite pastorali, ecc.) nelle scuole pubbliche. Il punto di partenza è,
secondo me, l'articolo n. 3 della Costituzione Italiana che garantisce la «Libertà ed
Uguaglianza dei Cittadini». In seguito è nota la posizione del Nuovo Concordato tra Stato e Chiesa
che privilegia la Chiesa Cattolica con
l'Insegnamento della Religione Cattolica (ovviamente non obbligatorio), non dando questa opportunità
a tutte
le altre religioni (ricordo che la richiesta delle forze laiche era di introdurre lo studio della Storia delle
Religioni). A mio parere il Concordato è una legge che quindi crea discriminazione, ma nonostante
ciò non prevede la
professione di atti di culto nelle Istituzioni pubbliche. Ora io mi chiedo come sia possibile che il Ministro
di Pubblica Istruzione Misasi abbia emesso nel febbraio
1992 una circolare che rende autonomi i Consigli di Circolo e i Consigli d'Istituto di deliberare su questa
questione. Si sa che questa è solo una tappa di tutta una serie di atti amministrativi, ricorsi, e contro
ricorsi . Il T.A.R. Emilia Romagna del 17 giugno 1993 ha in ultimo sentenziato: «gli atti di culto non sono
cultura
religiosa, ma un fatto di fede individuale e quindi non culturale. La Chiesa non può svolgere queste
attività nelle
scuole dello Stato e gli organi pubblici che questo consentano commettono senza dubbio una
illegittimità». Pare
ovvia l'incompatibilità tra la Circolare Misasi e quest'ultima sentenza T.A.R. Come mai, di fronte a una
sentenza
così netta, a cui il ministro P.I. Jervolino non ha opposto ricorso, non viene cambiata quella Circolare
che crea
tanta ambiguità? Com'è possibile che venga demandata a Consigli di Circolo e Consigli
d'Istituto una decisione in materia su un
fatto dichiarato anticostituzionale e che può creare una reale situazione di discriminazione per studenti
ed
insegnanti? Lo Stato deve o no garantire a tutti i cittadini uguali diritti? A chi fa comodo tutto questo
pasticcio? Com'è
possibile che in una società laica ci sia tanta ingerenza del potere clericale?
Chiara Gazzola (Nembro)
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