Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 25 nr. 216
marzo 1995


Rivista Anarchica Online

Occhio al settarismo

Ho letto, con molto interesse, le pagine della rivista ("A" 210, 213) dedicate a due figure rilevanti del pensiero libertario, ovvero Andrea Caffi e F. Saverio Merlino.
Non nego che le asserzioni e i principi del "socialismo libertario" abbiano aperto una breccia nella mia coscienza, per quanto già avvezza e sensibile a certe tematiche.
Inoltre, dirimente è stata la recensione-chiarificazione ("A" 213) di Giampiero Landi riguardo il libro di Giampietro Berti su Merlino, specie dopo l'acquisto e la lettura di quello scritto (Francesco Saverio Merlino, Dall'anarchismo socialista al socialismo liberale, ed. Franco Angeli, 1993).
La sintesi delle istanze libertarie con l'ethos sociale (uguaglianza e solidarietà) e la critica socialista al capitalismo è quanto di meno lontano da una realizzabilità storica. Le sole pratiche libertarie non sono sufficienti a garantire una società futura migliore dell'attuale (cfr. Dizionario di sociologia, UTET, voce "Autogestione"), come anche l'assolutizzazione dei principi (la tradizione insurrezionalista del socialismo rivoluzionario e anarchico, il determinismo liberista e marxista).
Il socialismo libertario mi piace proprio per il suo spirito revisionista a sinistra e critico a destra, tuttavia alcuni dubbi rimangono radicati e credo sia utile che io li esponga in modo tale che possano essere liberamente dibattuti o affrontati su questa rivista.
Quanto di settario ed elitario permane in questa dottrina una volta scemata la critica radicale al sistema borghese? E quanto di rivoluzionario? Noto, con non poco sgomento, una certa nostalgia in Caffi per certe forme di associazionismo borghese, elitario e massonico, anche se riferiti ad un secolo (il XVIII) dove determinate istanze erano sicuramente progressiste se non rivoluzionarie (v. "A" 210, pag. 53), ciò ritengo sia rivelatore di una matrice culturale tipica di chi ritiene che il libertario, individuo critico e progressista (e in grado di autogestirsi in una società complessa) sia quello fornito di conoscenze e sensibilità superiori alla media: in definitiva una considerazione, forse, classista.
Landi sostiene (v. "A" 213), a ragione, che nel libro di Berti, già citato, si propugna una tesi volta a dimostrare un Merlino della maturità moderato e ormai convinto dell'ineluttabilità di un sistema dove la presenza delle idee libertarie e socialiste si autodelimita alla mera difesa dagli inevitabili soprusi di chi detiene le leve del potere, ma entro i crismi della legalità statuita. Sottace, invece, sul termine "settario", largamente usato da Berti soprattutto in merito alla mai del tutto rinnegata matrice fideistico-anarchica dell'avvocato napoletano. C'è molto di settario nel movimento anarchico e nella prassi e propositi che ne derivano: se essere anarchici significa appartenere a un gruppo di persone che professano una particolare dottrina politica in contrasto con quella maggioritaria, crogiolandosi masochisticamente nella consapevolezza della propria marginalità, non posso definirmi anarchico (ma neanche libertario e socialista settario).
Credo che il socialismo libertario debba maggiormente confrontarsi sulla valutazione empirica dei fatti sociali e storici (una via già proficuamente adottata dal neoanarchismo), trovando giustificazione al proprio ideale-speranza nelle rivendicazioni di maggiore giustizia, libertà e autogestione provenienti dalla base delle organizzazioni sociali e produttive e non (solo) dalle élites illuminate delle stesse.
A questo proposito (senza voler sostenere che l'unica vera democrazia sia quella diretta e che quella rappresentativa sia la sola possibile) è utile capire che le pratiche libertarie (come l'autogestione, cfr. op. cit., UTET), pur non bastando da sole, possono portare a un buon grado di emancipazione culturale e politica anche chi parte da livelli molto bassi di scolarità e di coscienza di classe.
La libertà è un bisogno innato, il pessimismo un dono di natura, la speranza ... una giusta propensione.
Cordialmente

Alessandro Milazzo (Cerro Maggiore)