Rivista Anarchica Online
Berneri e Pannella
Ho appreso di recente, non senza una massiccia dose di stupore e preoccupazione, il fatto che
il Club Pannella
di Lodi ha intitolato il proprio gruppo locale a Camillo Berneri. Le ragioni di tale scelta sarebbero sostanzialmente
due: Berneri è nato a Lodi ed era «anticomunista». Punto e stop. Credo che chiunque cercasse
motivazioni più profonde non le troverebbe. Di fatto, so per certo che all'interno dello stesso Club
Pannella lodigiano, pochissimi conoscevano (e conoscono)
questa figura di spicco dell'anarchismo di lingua italiana. Nessun pannelliano (malgrado essi stessi sedicenti
libertari), ammetterebbero le forti prese di posizione attuate
da Berneri stesso, fin dai tempi in cui, a Lodi, stampava il periodico Guerra di Classe. L'antistatalismo,
l'antifascismo, la lotta alla proprietà privata dei mezzi di produzione perché fossero collettivi,
cioè di tutti, il
sostegno alla diffusione in terra iberica di federazioni autonome e autogestite di liberi comuni, la lotta al
capitalismo, non sono cose ammissibili per i riformatori di Pannella. La stessa posizione in parlamento da
loro adottata, dimostra chiaramente come non facciano fatica a voltar faccia
nel momento in cui qualcuno, anche da destra, promette loro chissà quali riforme. In comune con
Berneri cos'hanno? Quando essi lo definiscono anticomunista, spero si rendano conto che la sua morte
violenta è stata voluta
dall'apparato repressivo stalinista proprio perché egli si è sempre opposto ad un socialismo di
stato,
fondamentalmente solo di facciata.
Paolo Ribolini (Lodi)
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