Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 233
febbraio 1997


Rivista Anarchica Online

Dietro i pedofili
di Babar

Gli abbietti assassinii delle bambine che non dovevano uscire dalla rubrica "fatti diversi", hanno cristallizzato un malcontento molto più ampio...

Un'esigenza di giustizia
"L'inchiesta vada avanti fino in fondo", "Sia fatta giustizia (quella vera, non quella del ministero che porta lo stesso nome)". Era questa la rivendicazione principale delle famiglie delle bambine rapite e assassinate in questi ultimi anni in Belgio, dei genitori che il 20 ottobre hanno organizzato a Bruxelles la Marcia Bianca (il bianco non è il colore di nessun partito politico?!?). La più grande manifestazione del dopoguerra: 100, 200, 300.000 persone. A questo punto, con quale pallottoliere contabilizzare il malcontento popolare?
E non è un caso che questa ondata di fondo sia centrata attorno alla problematica dei bambini. Queste vicende della rete di pedofili hanno cristallizzato un malessere, un mal di vivere che torturano la società tutta intera. Una società in crisi, o piuttosto, attraversata dalle crisi: economica, sociale, dei valori; del come vivere insieme e soprattutto del perché. Una crisi del legame sociale in un mondo in cui il denaro è re.
Sul banco degli accusati, evidentemente, ci sono l'apparato giudiziario, le sue maniere "ancien régime", la sua arroganza elitaria. L'indice, evidentemente, è puntato contro le protezioni occulte di cui godono le reti di pedofili (svago degli ambienti borghesi?). Tra i primi a rischiare la condanna, evidentemente, c'è il "mondo politico", tutto preso dai parametri di Maastricht, dalla moneta unica, dalla competitività nel nuovo mercato mondiale. Ma anche dopo avere individuato queste responsabilità, rimane il fatto che la questione di fondo non è prima di tutto la questione sociale; ciò che assilla tutti i genitori delle classi popolari in questi anni di trionfo del neo-liberalismo è: domani i nostri figli vivranno peggio di noi? Questa grande preoccupazione si è espressa chiaramente, come un leit-motiv, accompagnando in tutto il paese le decine di migliaia di scioperanti (spontanei, non inquadrati) e i manifestanti che per tutta la settimana precedente chiedevano a gran voce: "Un mondo migliore per i nostri figli!"
E anche se le teste d'uovo del ricupero politico (il primo ministro cammina sui carboni ardenti) si sono messe in moto per spegnere l'incendio, chi può immaginare che, nel quadro delle logiche economiche del sistema capitalistico che c'impongono, domani verrà data una valida risposta a questa angoscia legittima?

A proposito delle reti di pedofili
Chi sono i clienti e gli accomandatari?
1. Da quando si è cominciato a parlare delle reti di pedofili, i media non hanno smesso un solo istante di centrare il loro messaggio sulla demonizzazione dei membri della banda Nihoul-Dutroux presentandoceli come perversi mostri psicopatici... Dutroux e gli altri sono certamente individui osceni, è evidente, la gente lo avrebbe compreso lo stesso senza tutta questa campagna mediatica.
2. I più recenti rapimenti e assassinii di bambini hanno portato alla luce il movente primo di questi affari sinistri. Tanto (più?) che la perversione individuale dell'uno o dell'altro accusato, abbiamo saputo che il traffico, la commercializzazione dei bambini e per estensione, delle cassette video che riproducono le sevizie perpetrate sulle vittime, era una delle ultime ragioni di quei rapimenti. Oltre a essere degli individui osceni, Dutroux e gli altri erano anche (soprattutto?) imprenditori che avevano integrato perfettamente le regole (i "valori"?) del neoliberismo dominante: realizzare profitto, il massimo del profitto, senza la minima preoccupazione per gli strumenti.
3. Abbiamo saputo che queste cassette video venivano trattate sul mercato a prezzi che andavano da 500.000 a 1.000.000 di franchi. Era dunque naturale porsi questa semplice domanda: qual' è il profilo di classe di questi clienti, di questi consumatori in grado di pagare a un prezzo tanto elevato queste cassette? Non voi, non io... allora chi?
4. Una delle regole base del sistema capitalista vuole che sia il mercato (il "gioco" dell'offerta e della domanda) a regolare gli scambi.
In questa prospettiva, sono quindi i clienti (coloro che acquistano le merci proposte sul mercato, in questo caso i bambini o le cassette video) che aspirano e amplificano la produzione, diventando così il motore principale dell'insieme dell'impresa. In questa logica, i clienti hanno una responsabilità maggiore nell'avviamento e nell'amplificazione del processo di produzione...
Come negli altri mercati (il commercio delle armi...), per prosciugare la produzione, non potrebbe soffocare la domanda?
5. Domanda sussidiaria: perché i media e l'apparato giudiziario non pongono l'accento sulle indagini su clienti (quelli che pagano per ricevere una merce) e accomandatari (quelli che passano l'ordine) invece che sulla demonizzazione di quelli che, in definitiva, non sono altro che la manovalanza, i dipendenti dell'impresa?

(traduzione di Stefano Viviani dal settimanale Le Monde Libertaire, Parigi)