Rivista Anarchica Online
Contro il razzismo strisciante
di Gruppo libertario Echo (Monza)
La tragedia della morte di più di 80 civili profughi albanesi, sopratutto
donne e bambini, a bordo della nave
affondata in seguito alla collisione con una nave da guerra italiana, era più che prevedibile visti i metodi
polizieschi con i quali l'Italia sta affrontando la situazione della crisi albanese. Una crisi che viene risolta in
maniera autoritaria con l'utilizzo delle forze armate contro navi di civili. L'atteggiamento dell'Italia è
condizionato dalle regole della comunità europea che impongono il rafforzamento
dei confini verso i paesi estranei alla comunità in modo da bloccarne l'emigrazione e mantenere paesi
come
l'Albania zone dove i lavoratori sono sfruttati con una paga ridicola rispetto a quella dei paesi
occidentali. L'esportazione del lavoro in questi paesi e la speculazione sulle condizioni disagiate di queste
popolazioni è anche
causa della mancanza di lavoro dalle nostre parti come il caso della Philips Monza insegna. L'Unione europea
si rivela ancora essere unicamente la protettrice dei grandi interessi finanziari ed economici
e non un'unione politica dei paesi europei, come soprattutto la tragedia della Jugoslavia ha dimostrato. Le
responsabilità politiche della comunità europea e sopprattutto dell'Italia sono pesanti per
l'appoggio dato al
presidente Berisha, responsabile del tracollo finanziario del paese albanese, eletto nonostante la denuncia di brogli
da parte delle rappresentanze internazionali presenti. A questo si aggiungono le vergognose prese di posizione
razziste, figlie di una intolleranza ignorante e
insofferente che, come hanno fatto ad esempio i sindaci leghisti, negando la propria disponibilità ad
accogliere
i profughi, rende molto più declinata la situazione nelle altre parti d'Italia che si impegnano a risolvere
questa
emergenza. La sinistra istituzionale invece si eclissa e non rivaluta principi e valori che non sono solo una
generica tolleranza
e solidarietà, ma riguardano il rispetto di ogni persona e dei suoi diritti. Noi quindi chiediamo la
revoca del blocco navale militare sulle coste pugliesi e dello stato d'emergenza che può
portare ad altre stragi come quella avvenuta. Contestiamo l'intervento militare dell'Italia in Albania in quanto,
essendo un paese con interessi economici e
politici diretti, trasformerebbe un intervento internazionale in un atto di politica coloniale. Condanniamo il
razzismo strisciante che, fomentato dai mass media, porta a considerare 10.000 albanesi, in
prevalenza donne e bambini, come autentici criminali venuti a saccheggiare l'Italia e auspichiamo che la
situazione non sia più solo gestita dai mezzi dell'esercito e della polizia, ma che sia permesso alle forze
del
volontariato sociale un intervento che ristabilisca i valori di solidarietà e di diritti della persona.
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