Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 27 nr. 241
dicembre 1997 - gennaio 1998


Rivista Anarchica Online

Una rete per l'autogestione

La proposta di dar vita ad un'iniziativa di informazione e collegamento sull'autogestione ha attraversato tutto il percorso della Fiera dell'autogestione. L'intento che ha animato le varie Fiere dell'autogestione è stato quello di creare un momento specifico di incontro in cui fosse possibile sia l'approfondimento teorico sia lo scambio di idee, prodotti, esperienze. Tuttavia un incontro annuale, per quanto importante, non è sufficiente a garantire una regolare circolazione di informazioni nè a mantenere ed ampliare una rete stabile di rapporti capace di sviluppare sinergie efficaci. Si è pertanto ritenuto di porre le basi di un progetto di Agenzia/Laboratorio per l'autogestione che risponda alla necessità di dotarsi di strumenti che vadano al di là di pur importanti momenti di incontro, riflessione e scambio, riuscendo a rendere più solida ed efficace la rete di relazioni che si è venuta creando ed infittendo nelle fiere dell'autogestione di Alessandria, Padova, Pietrasanta e Prato Carnico.
La funzione dell'Agenzia /Laboratorio si dovrebbe esplicare sia supportando le iniziative già avviate sia favorendo la nascita e lo sviluppo di nuove; è un progetto in cui si coniugano concretezza e tensione ad una più ampia trasformazione.
Chi è impegnato in un'attività autogestita ne viene spesso a tal punto coinvolto da non trovare nè il tempo nè le energie per allacciare e mantenere rapporti stabili con altri che operino in quest'ottica. Un'Agenzia/Laboratorio per l'Autogestione può contribuire a superare l'isolamento e la frammentazione che non di rado contraddistinguono le iniziative autogestionarie. L'Agenzia/Laboratorio non si caratterizzerà peraltro come iniziativa di mero carattere tecnico, pur proponendosi di svolgere anche questo importante compito, ma tenterà di esercitare una funzione di coordinamento. L'obiettivo di lungo periodo è quello di fungere da punto di riferimento per attività economiche, sociali e culturali strutturate con modalità libertarie e con finalità mutualistiche. (...)
Rivestono inoltre grande importanza i tentativi di dar vita ad esperienze cooperative di stampo libertario, la pratica del commercio equo con il terzo mondo, la nascita di reti di collegamento orizzontali tra piccoli produttori, le reti di scambio e baratto.
Sebbene il multiforme popolo dell'autogestione si sviluppi seguendo linee e percorsi assai diversificati, nonostante in taluni prevalga l'ispirazione di tipo ecologico, in altri la dimensione esistenziale, in altri ancora l'approccio politico, la volontà di destrutturare dal basso gli ingranaggi terribili del capitalismo e della gerarchia, tuttavia la grande varietà delle concezioni e delle esperienze non rappresenta un limite ma è semmai elemento di arricchimento in un panorama politico e sociale in cui l'unica policromia ammessa è quella della merce.
Il dibattito sviluppatosi ad Alessandria e Padova e nei successivi incontri di Carrara, Firenze, Livorno, Verona, Querceta, Bologna, Peglia, Chiavari, Mestre e Prato Carnico ha peraltro evidenziato l'esigenza di costituire una struttura snella, policentrica, capace di rispondere ad esigenze molteplici: dall'apertura di uno spazio di comunicazione alla promozione e sostegno di progetti concreti di autogestione. La scommessa forte è quella di creare una rete di collegamento tra tutti coloro che, nei più diversi settori, si cimentano sul terreno dell'autogestione. Il primo compito da affrontare è quindi quello di creare una rete di relazioni il cui tessuto connettivo sia nella comune capacità di produrre e far circolare, in un'ottica non mercantile, non solo manufatti ma anche saperi.
Un movimento per l'autogestione può essere il terreno fertile in cui ripensare e ricostruire uno spazio pubblico non statale purché riesca ad essere elemento catalizzatore di modi di vivere, produrre, educare i figli, capaci di operare una trasformazione culturale di ampia portata. Ma non solo. Occorre che la politica, svincolata da ogni dimensione istituzionale, divenga il luogo in cui una comunità si costituisce in quanto tale, avocando a sè la facoltà decisionale. Questa prassi che alcuni chiamano comunalista ed altri di autogoverno extraistituzionale può contribuire in modo potente a delegittimare gli apparati di potere a livello centrale e periferico.
La valenza trasformatrice dell'autogestione dipende dalla sua capacità di sviluppare una modalità d'intervento che sappia operare un profondo cambiamento di cultura. La parola cultura è qui assunta nel senso antropologico, profondamente pervasivo del termine, che investe sì l'ambito dei valori e dei saperi ma ricomprende anche le modalità relazionali e la materiale quotidianità dell'esistere.
Arcipelago, bollettino di collegamento delle Agenzie/Laboratorio per l'autogestione si propone l'obbiettivo, invero ambizioso, di aprire uno spazio di comunicazione e confronto sui temi e le prospettive del movimento per l'autogestione.
Nell'assemblea finale della Fiera di Prato Carnico, i vari interventi che si sono susseguiti, pur nell'inevitabile differenza di sensibilità, percorsi e scelte, hanno evidenziato la necessità di rinforzare la rete di collegamento tra chi pratica l'autogestione. Da più parti è stato rilevato che la crescente e vivace partecipazione a momenti di incontro quali la fiera non ha saputo ancora tradursi in modo soddisfacente in una messa in comune di pratiche, competenze, idee, prodotti. Certo in alcune località sono sorte casse di resistenza e mutuo appoggio, altrove si sono costituite banche del tempo, in altre situazioni ancora si è sviluppata una rete di interscambio tra città e campagna, tuttavia queste esperienze, pur importanti, rappresentano solo embrioni di un movimento che ancora non riesce a sviluppare a pieno le proprie potenzialità. Molti hanno perciò evidenziato la necessità di rendere Arcipelago, il bollettino di collegamento che sinora è uscito solo due volte in occasione delle ultime due fiere, uno strumento più valido ed efficace, aumentando il numero di collaboratori, rendendolo più agile ed accrescendo il numero di uscite annuali. E' quindi importante che cresca l'impegno collettivo per la realizzazione di Arcipelago, che non si limiti quindi alla funzione sinora svolta di presentazione d'iniziative e di confronto teorico ma sia altresì il luogo in cui la rete delle realtà autogestionarie diviene visibile.
Le Agenzie/Laboratorio per l'Autogestione, che abbiamo immaginato come strutture polifunzionali e policentriche, stanno, sia pur lentamente, cominciando a sorgere in varie località. Queste strutture, la cui vita e le cui caratteristiche in buona parte dipendono dalla volontà e dalla capacità delle singole esperienze di farsi rete, di aprire piazze di comunicazione e scambio, di uscire dalla logica resistenziale che troppo spesso ha segnato il percorso dell'autogestione nello scorso decennio, rendono materialmente e simbolicamente visibile un percorso in cui si fondono il buon senso e l'utopia, la concretezza e la radicalità, il radicamento nel qui ed ora e la tensione rivoluzionaria.

Maria Matteo (Torino)

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