Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 28 nr. 242
febbraio 1998


Rivista Anarchica Online

Santa Diana e Santa Rita
di Maria Matteo

Diana Spencer, d'incanto trasformata in novella santa laica. Il quartiere torinese di santa Rita, dove il razzismo trasforma in sovversivi anche i preti. E l'Italia magica dell'Ulivo...

Anno nuovo, vita nuova, auto nuova, buoni propositi per il futuro, oroscopi, ponderate riflessioni di seri politologi o di improvvisati futurologi della domenica: questo il motivo dominante di ogni fine anno in cui i bilanci e le valutazioni sull'anno appena trascorso trascolorano nei progetti e nelle prospettive per l'anno che si apre.
Il '97 si è chiuso all'insegna del più entusiastico ottimismo ulivista: l'Italia è ormai pronta all'ingresso in Europa grazie al miglioramento dei conti pubblici e al contenimento dell'inflazione, la produzione è in aumento e la borsa tiene bene nonostante le forti perturbazioni provenienti dai mercati asiatici. L'ISTAT ci annuncia che la maggioranza degli italiani considerano soddisfacente il proprio livello di vita, che gli incentivi per la rottamazione delle auto hanno prodotto risultati tanto buoni che oggi in Italia circolano ben trenta milioni di auto.
La notizia che in un paese con sessanta milioni di abitanti uno su due, compresi i neonati, bambini ed anziani non autosufficienti, possieda un'automobile non pare turbare in alcun modo i sonni beati del belpaese. Inquinamento, riscaldamento del pianeta, desertificazione sono questioni irrilevanti: poco conta che le risorse alimentari, umane, naturali siano compromesse in modo sempre più irrimediabile: l'importante è che i profitti dell'industria automobilistica continuino ad aumentare e che a ciascuno sia garantita la possibilità di restare imbottigliato per sempre all'interno della propria auto nuova, superaccessoriata, con stereo, cioccolatini, aria condizionata e telefonino. Per esorcizzare il cancro pare sufficiente spedire qualche soldo ai vari telethon o magari alla fondazione per la ricerca sponsorizzata dagli Agnelli in memoria del principino Giovannino cui una sorte atrocemente beffarda ha impedito di occupare il posto cui era destinato per diritto di successione.
Intanto la terza conferenza ONU sul clima conclusasi in dicembre a Kyoto ha di fatto sancito il diritto dei paesi maggiormente industrializzati e, quindi, maggiormente responsabili dell'emissione di gas inquinanti, di poter continuare come prima e più di prima ad inquinare. Un autentico capolavoro diplomatico è stato l'accordo sui cosiddetti "buoni serra" che consentono ai paesi poveri di mettere in vendita la loro quota di inquinamento: pare che gli Stati Uniti si siano già accaparrati tutti i "diritti" di inquinamento della Russia. Non c'è che dire: la capacità del capitalismo di trasformare la merda in soldi sembra essere pressoché illimitata, mentre viene riconfermata l'incapacità dei vari organismi sovranazionali di porre un benché minimo argine alla straordinaria volontà predatoria e distruttiva dei paesi ricchi. A Kyoto si è di fatto sancito il diritto ad avvelenare dei paesi che già lo fanno e si sono tacitate le proteste dei paesi poveri, garantendo loro una quota dei profitti derivanti da questo inedito ma non più di tanto sorprendente mercato dei veleni.
Così nel belpaese europeo in cui abbiamo la fortuna di abitare potremo senza angosce porci il traguardo di un auto a testa per il duemila e dieci, comprando i "diritti" all'avvelenamento dalla Mongolia o dal Ghana. Intanto sull'onda delle centinaia di migliaia di cellulari venduti da Tim e Omnitel per Natale potremo acquistare un telefonino anche al figlio dodicenne, poiché dell'inquinamento elettromagnetico per il momento si occupano solo pochi testardi ambientalisti.
Apprendiamo inoltre dalle consuete statistiche di fine anno che l'evento che più ha fatto notizia nel '97 è stata la morte di Diana Spencer, principessa inglese che aveva avuto l'onore delle cronache soprattutto per le proprie vicende sentimentali, che come d'incanto viene trasformata in una sorta di santa laica, patrona di nobili cause. La sua immagine, ed i lucrosi diritti d'utilizzo che ne conseguono, probabilmente è stata quest'anno gettonata più di quella della madonna (...). Nel paese dei sindaci dell'Ulivo, principi benevoli che si apprestano a spartire la lucrosa torta del Giubileo, costruendo nuove inutili strade ed autostrade, nuovi ed inutili alberghi per accogliere ricchi pellegrini non c'è però posto per poche centinaia d'albanesi, non c'è asilo per i profughi scampati all'inferno curdo. Sono divenuti ormai del tutto usuali i peggiori bizantinismi, i più leziosi sofismi per distinguere gli "autentici" rifugiati politici dai meri immigrati clandestini. In concreto questo significa che la maggior parte dei curdi vengono espulsi e solo ad un esigua minoranza viene concesso di restare o di transitare verso altri paesi dell'Unione Europea. Eppure tutti sanno che le popolazioni curde sono soggette da decenni ad un vero e proprio genocidio da parte dei governi dei vari stati in cui è suddiviso il Kurdistan. Tristemente famoso l'impiego di gas asfissianti nei villaggi del Kurdistan iracheno, ma, seppur meno nota, altrettanto feroce è la repressione nel Kurdistan turco, ove a queste popolazioni è persino negato il diritto a parlare la propria lingua. Malgrado ciò il governo dell'Ulivo in perfetta sintonia con l'opposizione sostiene che il miglior aiuto che l'Europa possa dare ai curdi consiste nell'aumentare la pressione internazionale perché venga trovata una soluzione "interna" al problema. Non resta che augurarci che gli incoraggiamenti del sottosegretario Fassino, così come dei suoi colleghi degli altri paesi dell'UE non inducano il governo turco a dimostrarsi degno dell'ingresso nell'Unione Europea aumentando ulteriormente la pressione militare nelle regioni curde. C'è il rischio che, come nel lontano '17 accadde agli armeni, la soluzione del problema curdo divenga una "soluzione finale".

Destra moderna?
L'Italia, ci dicono, è oggi un paese con una democrazia matura in cui una destra e una sinistra responsabili possono finalmente garantire un'alternanza di governo.
Il che tradotto in altri termini significa che Polo e Ulivo sono del tutto intercambiabili o, meglio, che potranno esserlo in un futuro non troppo remoto non appena, come spera il buon Massimo Cacciari, avremo una destra più credibile e seria. Il sindaco di Venezia "spaventato" per i troppi consensi ricevuti nelle recenti elezioni amministrative non dovrà preoccuparsi troppo, poiché anche il pidiessino Violante, presidente della camera dei deputati, esorta la sinistra ad aiutare Fini nella sua opera egregia di costruzione di una destra moderna. Una destra che, messo da parte l'anacronistico antisemitismo e sepolta la repubblica di Salò, può permettersi con maggior serenità di farsi portabandiera del più feroce neoliberismo, di una politica di "fermezza" nei confronti degli immigrati, dei senzacasa, degli ambulanti senza licenza. L'ha ben dimostrato il sindaco di Milano che ha fatto malmenare pochi poveracci che avevano la pretesa di sbarcare il lunario con le loro bancarelle. Ancor meglio si è distinto il presidente di circoscrizione del quartiere Santa Rita a Torino che si è opposto all'utilizzo degli edifici in disuso di una scuola come dormitorio invernale per una quarantina di barboni.
Questa destra moderna di cui parla il presidente della camera, quello stesso presidente che nel proprio discorso d'insediamento in quella carica rese l'onore delle armi ai fascisti auspicando un processo di riconciliazione nazionale, non pare mutare più di tanto sia negli atteggiamenti che nei metodi dalla vecchia destra cui ero abituata. A Santa Rita le manifestazioni di questa destra, sia quella politica sia quella sociale, sia il partito di Alleanza Nazionale sia il comitato spontaneo dei cittadini del quartiere mostravano un tale sfacciato razzismo, un così forte rifiuto del diverso, una tanto violenta negazione di ogni più elementare principio di solidarietà da farla ritenere forse persino peggiore della destra tradizionale. Così la giunta Castellani, grazie all'ormai tristemente consueto comitato "spontaneo" che a Santa Rita si è vigorosamente opposto al dormitorio invernale per i senza casa, pareva essersi all'improvviso trasformata in un'associazione sovversiva, che, con il sostegno delle parrocchie della zona, tentava di turbare i tranquilli sonni dei bravi e onesti abitanti del quartiere.
Un gran bel guaio per un'amministrazione comunale che in questi anni si è guadagnata sul campo la fama di integerrima paladina di legge e ordine. Castellani ed i suoi si sono infatti mirabilmente distinti per la propensione a considerare i problemi sociali come questioni di ordine pubblico e, conseguentemente, ai tagli ed alle carenze nei servizi hanno fatto fronte aumentando gli organici della polizia urbana e militarizzando ampie fasce del territorio cittadino.
Peraltro le posizioni all'interno del comitato che si è opposto al dormitorio variavano tra chi era disposto ad accettare i senzatetto, purché di nazionalità italiana e chi preferiva non fare distinzioni e li voleva lontani dalla propria zona in ogni caso. Chi ancora sperasse che il comitato non rappresentasse che una minoranza isolata è bene sappia che le lenzuola bianche alla finestra, simbolo della protesta contro il dormitorio, ornavano come tristi sudari la gran parte dei balconi nei caseggiati prospicienti all'ex-scuola ed è bene non dimentichi che a Santa Rita il nemico non era rappresentato da terribili rivoluzionari ma da una quarantina di barboni, da un'amministrazione comunale che certo non si è mai distinta per atteggiamenti caritativi nei confronti di immigrati e marginali e dai preti di un paio di parrocchie. Sono tempi duri se persino i preti che difendono un dormitorio sono trattati da sovversivi.
Non preoccupatevi: nella magica Italia dell'Ulivo al peggio non c'è mai fine. Un'indagine svolta tra bambini torinesi tra gli otto e i quattordici anni, intervistati all'uscita di un negozio di giocattoli, ha rivelato che nella loro letterina a Babbo Natale la maggior parte di loro chiedeva "meno immigrati".
Fortuna che non credo negli oroscopi, nelle statistiche e in Babbo Natale.