Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 5 nr. 41
estate 1975


Rivista Anarchica Online

Una nuova alleanza

Multinazionali

Un nuovo potente nemico dei lavoratori si sta affermando in tutto il mondo: l'alleanza tra le imprese multinazionali e le grandi banche. I due partners, nemici istituzionali degli interessi degli sfruttati, hanno ravvisato la possibilità di ingigantire il loro, già enorme, potere unendosi in sofisticate combinazioni d'affari. Questo pernicioso incontro è stato favorito dalla recente e perdurante crisi energetica e dall'aumento costante del costo delle materie prime. Infatti per contenere questa situazione sfavorevole le multinazionali hanno esteso la loro influenza in aree del terzo mondo fino a poco tempo fa quasi ignorate, ma probabili custodi di giacimenti petroliferi finora non sfruttati.
Altro elemento sfavorevole (per le multinazionali, beninteso) è stato l'aumento del costo del lavoro nei paesi industrializzati, accompagnato da una persistente conflittualità. Questi elementi negativi per i loro profitti hanno spinto le multinazionali ad intraprendere una nuova fase dello sfruttamento neocoloniale: il terzo mondo non è più visto solo come zona per il reperimento di materie prime e di trasformazioni primarie di queste, ma anche e sempre più come zona di investimento dove impiantare grandi complessi industriali. I vantaggi sono notevoli; accenniamone alcuni: in primo luogo la manodopera locale è decisamente meno costosa di quella europea e nord-americana e soprattutto è nella quasi totalità non-organizzata sindacalmente. Inoltre oggi riesce molto più agevole impiantare nel Terzo Mondo imprese inquinanti e ad alto consumo di energia che non nei paesi industrializzati.
La tendenza attuale delle multinazionali per sviluppare questi investimenti è di rifornirsi di capitali presi a prestito direttamente nei paesi dove operano. È in questa fase che intervengono le grandi banche (Chase Manhattan Bank, First National City Bank, Bank of America, ecc.) che negli ultimi anni hanno potenziato enormemente la loro rete di filiali operanti nel Terzo Mondo. Cosa avviene in pratica? Le grandi banche reperiscono il "capitale indigeno" disponibile e con quello finanziano "sul posto" i programmi di investimento delle multinazionali.
Questo modo di operare è gravido di conseguenze soprattutto per le imprese locali. Infatti la vicinanza delle multinazionali crea problemi, a volte insormontabili, per gli "sfruttatori indigeni": le prime fanno loro una concorrenza non solo sul mercato della manodopera e delle materie prime, ma anche su quello dei capitali e le imprese locali si vedono prosciugate le fonti di approvvigionamento del credito. In America Latina, Indonesia, Africa la cronaca di questi ultimi anni ha registrato la chiusura di numerose imprese nazionali schiacciate dal peso delle multinazionali. Le grandi banche, comunque, non si limitano a "finanziare passivamente" le multinazionali, ma i loro interventi sono molto spesso condizionati, e riescono ad "orientare" la politica di investimento delle imprese. In molti casi infatti le multinazionali hanno dovuto concordare con le grandi banche la loro politica di espansione.
Questa nuova, potente alleanza, è in grado di condizionare e, forse, dirigere lo sviluppo economico mondiale e di perfezionare e razionalizzare la divisione internazionale del lavoro. Una alleanza tra cannibale che vede, per il momento, le banche assumere una posizione di preminenza.