Rivista Anarchica Online
Salute e potere
a cura della Redazione
Con questo primo servizio curato dalla compagna Stefania Orio, intendiamo aprire le pagine
della rivista alla trattazione organica della "questione salute". In passato abbiamo pubblicato
saltuariamente articoli sull'argomento, tra i quali ricordiamo una testimonianza/denuncia della
situazione ospedaliera vista dalla parte del paziente, scritta proprio da Stefania subito dopo una
sua drammatica degenza nel reparto ginecologico di un ospedale milanese.
La "questione salute" va assumendo un'importanza sempre maggiore, non solo in conseguenza
della drammatica (ed a volte tragica) situazione del settore medico-ospedaliero in Italia, ma
anche per il ruolo che il controllo "pubblico" (=statale) sulla salute va sempre più esercitando
nell'ambito del più generale controllo statale sul singolo e sulla popolazione. L'importanza dei
medici e della medicina, ben al di là dei compiti che generalmente si attribuiscono a loro è stata
messa bene in risalto da Ivan Illich nel suo volume Nemesi medica: un libro, questo, che ha
suscitato molto scalpore e di conseguenza ha avuto anche un discreto successo di vendite, ma
che comunque in genere si preferisce ignorare proprio per la sua impostazione "sovversiva".
Illich, infatti, e noi con lui, mette in discussione tutta una serie di luoghi comuni diventati ormai
patrimonio comune della "cultura occidentale": primo tra i quali, il ruolo comunque positivo e
quindi indispensabile svolto dalla medicina e dai suoi stregoni. Illich contesta questa tesi, ne
dimostra non solo l'inconsistenza ma addirittura la contraddittorietà con la realtà quotidiana,
quale essa risulta anche dall'esame dei dati.
Citiamo Illich non tanto perché noi pensiamo che si possa/debba necessariamente condividere
tutte le sue opinioni, quanto perché riteniamo indispensabile affrontare la "questione salute" con
quello spirito di intelligente provocazione che ne caratterizza gli scritti - escludendo dunque a
priori di potersi adagiare sulle "certezze" imposte dall'attuale sistema. In altre parole, siamo
convinti che il problema non sia tanto quello di gestire differentemente (o di autogestire)
l'attuale sistema medico-sanitario, quanto quello di "inventare" un approccio alla questione che
ne ribalti i presunti "dati di fatto" e faccia invece riferimento all'organizzazione sociale
profondamente diversa che vogliamo costruire.
Ciò che pubblichiamo in queste pagine è ancora ben lontano dal costituire questo "nuovo
approccio" all'argomento: si tratta di testimonianze pratiche, che fanno riferimento alla vita
medico-ospedaliera di tutti i giorni, ai problemi che prima o poi incontra tutta la gente. C'è
l'intervista con l'infermiera disillusa sulle possibilità di essere davvero un'infermiera "diversa",
c'è il colloquio con il "medico degli anziani", c'è la testimonianza di due compagni lavoratori
ospedalieri, ci sono alcune pagine tratte da un libro (Diversi perché, Emme Edizioni) scritto da
Stefania sui problemi degli handicappati. Non vediamo comunque alcuna contraddizione tra la
concretezza di queste testimonianze e l'ampio respiro che vorremmo avesse un approccio
libertario alla "questione salute". Anzi, siamo convinti che proprio dall'esperienza quotidiana di
centinaia di migliaia di persone, costrette a scontrarsi con il Mostro Ospedaliero e con tutti i
problemi della salute, possano venire le indicazioni più efficaci per distruggere l'attuale assetto
medico-ospedaliero e per costruire una società che anche in questo fondamentale "settore" sia
davvero a misura d'uomo.
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