Rivista Anarchica Online

rivista anarchica
anno 1 nr. 8
novembre 1971 - dicembre 1971


Rivista Anarchica Online

Consiglio di fabbrica o commissione interna allargata?

Milano alla S.A.M.P.A.S.

Venerdì 22 ottobre il sindacalista della Fiom-Cgil Grassi, della filiale di Corso Lodi, è tornato alla carica alla Sampas, diffamando il reale senso dei Consigli di Fabbrica, distorcendone tutta la realtà storica e politica, falsandone il reale significato di "democrazia di base", proponendo, in realtà una rielezione della vecchia Commissione Interna allargata a più reparti. Il "compagno" Grassi ha una buona dialettica e quindi sa destreggiarsi molto bene (1). Attaccando una proposta degli impiegati che volevano formare una Commissione autonoma dal sindacato (e anche dagli operai), Grassi si è scagliato contro l'autonomia proletaria, contro l'anarchia che è menefreghismo (2), affermando (e sputtanando tutta la sua bella retorica sulla pseudo "democrazia di base") che il CdF è l'espressione del nuovo sindacato e della nuova linea sindacale, guai a chi non si iscrive!, i sindacati sono soltanto tre, ce ne è anche un quarto ma gli fa schifo a pronunciarlo, non si tollereranno "sindacati di comodo" od organismi che non siano sotto il controllo del totem di Corso di Porta Vittoria.
Ad un compagno che gli precisava che esisteva anche un quinto sindacato, l'U.S.I., riconosciuto persino legalmente e che i lavoratori del marmo di Carrara in proposito ne sanno qualcosa per avere conquistato nel 1911 le sei ore lavorative, Grassi (udite! udite! infedeli!) rispondeva che non ne era a conoscenza, era la prima volta che lo sentiva nominare (3).
Ormai CdF e Sindacato sono tutt'uno, si confondono insieme, si sa benissimo che questi CdF saranno svuotati di ogni senso libertario, cioè della vera democrazia diretta operaia, si sa benissimo che i CdF ricopriranno la carica dell'ormai inutile e morta C.I. ("sbaglio del sindacato" a detta di Grassi), mascherandolo di una falsa ventata di gestione del potere operaio (che i sindacati identificano nella loro organizzazione forte dal pugno di ferro) nella fabbrica.
Il CdF avrebbe un senso soltanto secondo le parole di un compagno intervenuto all'assemblea e che Grassi ambiguamente ha approvato con riserve:
"Il CdF dovrebbe essere qualche cosa di nuovo, che rivoluzioni i rapporti tra chi dà la delega e i delegati revocabili in qualsiasi momento ed a rotazione in ultima analisi a decidere debbono essere coloro che danno la delega. Il CdF deve sostituire l'ormai inutile e tramontata funzione della C.I., che viene così automaticamente eliminata e non lasciata in sospeso ed è ovvio che cambia anche il rapporto tra delegati degli operai e i loro diretti avversari e sfruttatori. Se fino a ieri la C.I. ha avuto il compito burocratico di elemosinare presso il padronato e di creare la falsa coscienza nell'operaio del salariato; oggi il CdF deve sostituire e cercare di creare nell'operaio la coscienza del produttore, cioè di chi porta avanti la barca economica e sociale, e nello stesso tempo creare il nuovo dialogo col padronato: la lotta! Non lotta tanto per lottare, perché non si ha un cazzo da fare, non il casino per il casino come qualcuno in evidente malafede interpreta, ma lotta organizzata di tutti i produttori contro i responsabili della propria condizione di miseria non solo economica ma soprattutto sociale. Lotta come unica forma di dialogo coi padroni! Del resto che queste non sono menate mie o degli anarchici che diffamavi prima e di tutti coloro che le cose che si spettano di diritto se le vogliono prendere con la lotta e non con l'elemosina-richiesta. Queste menate sono il frutto dell'esperienza del Mov. dei Consigli di Torino, a cui parteciparono comunisti e anarchici; questo Mov. dei Consigli che, ancora oggi a 51 anni di distanza, può ancora darci degli insegnamenti. Il CdF deve essere solamente il portavoce degli operai, non deve avere poteri decisionali né il monopolio dell'informazione (come sempre si è verificato con la C.I.), ma piuttosto deve avere la funzione di informare gli operai, deve essere il punto di coordinamento degli operai e delle loro lotte non solo di fabbrica ma anche esterne".
Ma purtroppo sappiamo che le cose non stanno così e tanto meno lo diventeranno: il CdF è uno strumento di recupero da parte della tecnoburocrazia (di cui i sindacati sono parte integrante) di tutte quelle forme di autonomia operaia, tanto denigrata da Grassi e da imbecilli pari suo e falsamente decantata confondendola volontariamente con l'organizzazione sindacale. I problemi che ci si presentano sono due: 1) o entrare nel CdF e cercare di fare esplodere il vero senso Libertario di esso; 2) oppure creare dei nuovi organismi al di fuori di ogni controllo burocratico, veramente autonomi.
Ma questo è un affare che va analizzato molto più profondamente sia dagli anarchici che dai proletari, per tirar fuori la nostra organizzazione autonoma.

Il solito compagno operaio della S.A.M.P.A.S.

1) Vedere "A" nr.7, pag.14: "SAMPAS: UN'OCCUPAZIONE MANCATA". Grassi è riuscito a castrare con cinque punti-elemosina uno sciopero spontaneo dei lavoratori contro l'organizzazione capitalistica del lavoro; uno sciopero che senza il becchinaggiamento del sindacato si sarebbe tramutato in un'occupazione di fabbrica, come risposta alla "crisi" padronale e le sue casse d'integrazione. Ad un mese di distanza, finita la c. d'i., ciò che gli operai avevano previsto s'è realizzato: la produzione è aumentata di circa 15 tonnellate in più con meno ore lavorative.
2) Evidentemente Grassi deve aver letto l'articolo di cui alla nota 1), visto che si scagliava duramente e con ferocia che neanche Zicari del "Corriere della Serva" avrebbe saputo o potuto immaginare, contro l'anarchia e gli anarchici presenti nei CdF.
3) Finita l'assemblea, Grassi, dopo essersi guardato bene in giro che non ci fossero operai presenti, ha affermato che lo conosceva e che non l'aveva nominato "sai, perché... eh eh".