Rivista Anarchica Online
RASSEGNA LIBERTARIA
a cura della Redazione
Passando in rassegna, nella precedente puntata di questa rubrica ("A" 81), i periodici libertari
"locali" segnalavamo Sicilia libertaria come l'unico che più o meno mantiene una sua
regolarità.
Ci dimenticavamo però di Assemblea generale, il mensile edito a Reggio Emilia recensito su
"A"
79. Inoltre due testate di cui segnalavamo la morte apparente hanno smentito questa nostra fondata
impressione. Ci riferiamo a Sardegna libertaria, che in aprile ha fatto uscire dopo un lungo
silenzio un nuovo numero, caratterizzato da un editoriale in sardo dal significativo titolo
"Torramos a essire: cie a campanas e chie a trumbittas" ("Torniamo a esistere: c'è chi ha a sua
disposizione le campane e chi le trombe"), con chiaro riferimento alla sproporzione tra i mass-media del regime ed
i nostri strumenti di propaganda e di agitazione. Le pagine centrali di questo
numero sono dedicate ad articoli/testimonianze/lettere dalle e sulle carceri militari. Viene anche
pubblicato integralmente un documento ("Per un movimento di massa del proletariato
prigioniero") firmato dal Collettivo Autonomo del Campo di Trani - ampi stralci del quale
appaiono anche sull'ultimo numero del periodico ticinese Azione diretta. In entrambi i casi i
rispettivi collettivi redazionali hanno ritenuto di pubblicarlo senza commento alcuno: a nostro
avviso, invece, a prescindere dal linguaggio astruso, il documento dal supercarcere di Trani
contiene una serie di affermazioni (l'esaltazione delle pratiche malavitose - rete di contrabbando a
Napoli, furti d'auto e negli appartamenti, estorsione verso industriali e commercianti -, della
"guerriglia" indistintamente, ecc.) che non ci sembra possano essere date per scontate tra gli
anarchici. Se l'intenzione era quella di aprire un dibattito, tanto valeva chiarirlo subito. L'altro periodico che si
è rifatto vivo è il "foglio anarchico emiliano-romagnolo di informazione
regionale" La questione sociale, che a marzo ha fatto uscire un numero tutto in esperanto. Si
tratta di un'iniziativa decisamente originale, senza precedenti, dovuta alla passione esperantista di
alcuni compagni del collettivo redazionale. Il pretesto per questo numero speciale è stato offerto
da due anniversari, entrambi legati alla data del 15 dicembre: il 120° anniversario della nascita
del polacco Lazaro Ludoviko Zamenhof, creatore della lingua esperanto, nonché il 10°
anniversario dell'assassinio del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, anche lui esperantista:
questo numero de La questione sociale avrebbe dovuto uscire nello scorso dicembre. Oltre che
agli abbonati e alla stampa libertaria, questo numero speciale è stato inviato ad un gran numero di
individui ed iniziative esperantiste in tutto il mondo. A parte l'editoriale, tutti gli articoli
pubblicati non sono che traduzioni in esperanto di articoli già apparsi sui precedenti numeri
"italiani" del periodico. Una pubblicazione di tutt'altro genere, irregolare nella periodicità quanto nella
sostanza e nella
forma, è rappresentata dalla rivista Cuore di cane (dall'omonimo romanzo di Bulgakov), nata
nel
'77 come "rivista contro gli obblighi della scuola", con l'obiettivo - come afferma Cristiano
Draghi membro della redazione - di registrare quelle voci di dissenso interne alla scuola, che poi
si sono organizzate in parte nel movimento dei precari, che pur desiderando di prender parte al
movimento del '77, ne erano rimaste esterne, trovandosi soprattutto nella scuola dell'obbligo.
Dopo esser uscita regolarmente nel '78, Cuore di cane ha subito una prima crisi che ha portato a
sei mesi di silenzio. Poi, nel giugno scorso, è uscito un numero aperto da un lungo redazionale
(significativamente intitolato "Dissonanze redazionali"), in cui ogni membro della redazione
spiegava la sua idea della rivista. Negli ultimi tempi la redazione si è allargata senza un intento
preciso, accomunata solo dal desiderio di ricercare un modo di comunicazione "nudo", anche
spezzando i canoni fissi della scrittura così come li vediamo di solito, non nella forma ma nel
contenuto. Fin qui i chiarimenti di Cristiano. Nel n° 7 di Cuore di cane, datato "marzo 80", molti
racconti/poesie/scritti vari, fra i quali uno scritto da Leda Raffaelli nel 1907. Un'ultima
informazione: Cuore di cane dovrebbe trovarsi in vendita nelle librerie che vendono "A" (il
distributore è lo stesso). A un anno di distanza dall'uscita del n° 1 (contenente il catalogo dei libri e degli
opuscoli), è
uscito il bollettino n° 3 del Centro studi libertari "G. Pinelli" di Milano. Questo nuovo catalogo
riporta in ordine alfabetico i periodici ed i numeri unici presenti nella biblioteca del Centro al 31
dicembre 1979, esclusi i periodici di lunga durata di cui vi siano al Centro (per ora) solo numeri
sparsi. In appendice è pubblicato anche un primo aggiornamento del catalogo libri ed opuscoli
pubblicato nel bollettino n° 1. Ricordiamo che il n° 2 del bollettino del Centro comprendeva
esclusivamente i riassunti delle relazioni (in italiano, francese, inglese, spagnolo) presentate alla
Conferenza internazionale di studi sull'autogestione (Venezia, settembre '79). Del Portogallo si è parlato
molto intorno alla metà degli anni '70, all'indomani del "golpe
democratico" del 25 aprile '74. Nel giro di pochi anni le speranze e le illusioni che dopo mezzo
secolo di dittatura potesse prendere piede un saldo movimento rivoluzionario sono cadute:
sembra ormai che anche l'esperienza portoghese, con le sue occupazioni di terre e di fabbriche, le
sue esperienze autogestionarie, le sue lotte sociali dure, non sia altro che un argomento in più per
l'analisi del passato. Per quel che riguarda il movimento libertario, la situazione non poteva non
risentire del grande riflusso che ha colpito l'intera sinistra rivoluzionaria: ma, seppure a ranghi
ridotti rispetto alle speranze del '74, il movimento tiene. Le due testate più significative sono il
mensile A batalha e la rivista trimestrale A ideia. Prima della dittatura, negli anni
'20, A batalha, era il terzo quotidiano del Portogallo: come
organo della Confederaçao general do trabalho ("Confederazione generale del lavoro"), il
sindacato libertario, era diffuso quotidianamente in tutti i posti di lavoro in 25.000 copie e
svolgeva un ruolo fondamentale nell'organizzazione delle lotte del proletariato. Il 21 settembre
'74 ha ripreso le pubblicazioni dopo 48 anni dalla sua soppressione, con periodicità quindicinale
ma con l'obiettivo di ritornare presto quotidiano (fu lanciata una sottoscrizione a tal fine). Da
tempo, però, A batalha si è dovuto accontentare di uscire mensile: ricco di
informazioni
dall'interno e dall'estero, segue con particolare attenzione le vicende sindacali portoghesi, segnala
le lotte che si pongono al di fuori del controllo burocratico dell'Intersindacal controllata dai
comunisti, ma al contempo riprende dalla stampa libertaria internazionale articoli e analisi di più
ampio respiro. Diversa è la storia di A ideia. Fondata in Francia, quando ancora la dittatura
militare imperava a
Lisbona, questa rivista si è poi trasferita in Portogallo: complessivamente ne sono usciti finora 16
numeri. Nell'ultimo numero (il n° 16, appunto) vengono pubblicati, tra l'altro, due documenti
provenienti dagli Stati Uniti: il "manifesto ecologico" di Murray Bookchin ed il progetto della
"Cooperative college community" (pubblicato su "A" 79). In apertura, un saggio del compagno
Julio Figueiras (redattore di A ideia e nostro collaboratore) dal titolo "Il tempo delle eterodossie"
spazia sulle principali questioni che gli anarchici si trovano ad affrontare all'inizio del nuovo
decennio. Figueiras passa in rassegna la stampa libertaria internazionale per coglierne le
differenti attitudini di fronte a problemi come quello della violenza, dell'organizzazione, delle
autonomie regionali, del comportamento personale dei militanti, ecc. e per esprimere al
contempo le linee del suo pensiero. È un saggio di ampio respiro, particolarmente valido per i
molti problemi che sottopone all'attenzione dei compagni: frequenti sono i riferimenti ad articoli
apparsi su "A" ed in generale alla concezione dell'anarchismo che il nostro collettivo redazionale
ha espresso nel corso degli anni. Per quel che riguarda specificatamente la situazione portoghese,
Figueiras - che per anni è stato uno dei fautori della costituzione di un'organizzazione anarchica
specifica (quale poi fu costituita nella F.A.R.P. - Federazione anarchica della regione portoghese)
- traccia un bilancio sintetico negativo di quell'esperienza, ormai conclusasi anche a causa della
grave scissione tra le intenzioni dei suoi promotori e l'immagine negativa (massonica,
burocratica, centralizzata) che la caratterizzava negli ambienti libertari. Ma il fulcro dell'analisi di Figueiras -
e più in generale del discorso portato avanti in questi anni
dalla redazione di A ideia - riguarda la tematica della violenza. Dopo aver riferito sinteticamente
le diverse e contrastanti posizioni presenti nel movimento libertario, A ideia - pone una serie di
questioni sugli effetti della violenza, sulla validità dell'uso di metodologie non violente quali
quelle espresse dalla New Left americana negli anni '60, sulla necessità di non combattere lo
Stato servendosi dei suoi stessi mezzi, negando così di fatto la nostra radicale diversità
etica. Un'altra pubblicazione in portoghese che merita di essere letta è O inimigo do rei,
edito a Bahia,
in Brasile, dai compagni dell'Editora A (nonostante la denominazione uguale, non facciamo parte
di una stessa Multinazionale). Abbiamo ricevuto gli ultimi 7 numeri di questo giornale
bimestrale, in bicromia, venti pagine, impaginazione moderna: ci mancano solo i primi 2 numeri.
I temi affrontati sono i più disparati, dal teatro alternativo alla storia dell'autogestione, dalle lotte
dei neri al dibattito sul marxismo, ecc.. O inimigo do rei conta su di una numerosa redazione,
nonché su due collaboratori dall'Europa (uno a Madrid, uno a Parigi). Nell'ultimo numero (il n°
9, datato "gennaio-febbraio 80"), oltre ad un resoconto del 5° Congresso della C.N.T., ampio
spazio (e la copertina) viene dedicato alla tematica sessuale, alla repressione contro gli
omosessuali, ecc.. Interessante per il lettore straniero la rassegna dei nuovi libri in portoghese,
dalla quale risulta - fra l'altro - una recente nuova edizione di un volume di Bakunin, di un libro
sull'emigrazione anarchica in Brasile a cavallo tra lo scorso secolo ed il nostro, ecc.. Tra i
collaboratori del giornale, anche quel Mauricio Tragtenberg che ha curato per la nostra rivista il
"dossier Brasile" pubblicato sul numero di marzo.
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