I Pitagorici ritenevano sacro il numero
dieci, secondo quanto narra Aezio, e avevano l'abitudine di
custodire in segreto le proprie dottrine. Anche la pubblicità
ha il suo numero sacro, ma, per la sua natura tutt'altro che
esoterica, non fa che sbandierarlo ai quattro venti. E' il numero
nove, e i suoi multipli decimali. Infatti, se vi capita di entrare
in un supermercato (e non può non capitarvi, dato che si tratta,
come direbbe lo scrittore giapponese Murakami Haruki, di un
inevitabile inconveniente del capitalismo avanzato) o in un
qualsiasi altro negozio che espone i suoi prezzi in bella vista,
nella stragrande maggioranza dei casi vi sarà offerto d'acquistare
un prodotto non già a lire 5.000, bensì a lire 4.990; non a
60.000, ma a 59.900; non a 300.000, ma a 299.000; non a 23.000.000,
ma a 22.900.000 (nel caso dei negozi che hanno prezzi che nel
mondo del marketing vengono detti "di alto scontrino", accanto
all'importo troverete un altro simbolo sacro: l'asterisco *,
eufemismo grafico che rimanda alla impudica clausola illeggibile
"I.V.A. esclusa").
A proposito di pudore, c'è da aggiungere che mentre alle origini
della sua storia la pratica dell' "enneazione" (mi si consenta
il conio) veniva trattata esplicitamente come l'occasione offerta
di uno sconto, apponendo il prezzo "enneato" accanto a quello
"liscio" il quale veniva sbarrato con una linea trasversale
(un po' come gli occhi di quelle famose "casalinghe con autoscatto"
di cui abbiamo già parlato altrove) per evidenziare il differenziale
di risparmio mostrando la misura dell' "affarone" che l'acquirente
andava a compiere - correndo però il rischio di farlo anche
insospettire circa l'affarone che concludeva il negoziante non
solo fino a quando aveva praticato il prezzo pieno, ma anche
dopo, dato che comunque la sua brava percentuale esosa doveva
lucrarla, pena il rischio di chiudere bottega, ovvero di vivere
onestamente col tenore di vita di un impiegato dello stato senza
ulteriori fonti di reddito -, oggi, essendosi tale pratica evoluta,
il prezzo sbarrato è stato del tutto eliminato, se si escludono
casi particolari di offerte di sconto per liquidazioni o per
i vari 3x2. Mi è capitato di vedere addirittura un 4x2, un gommista
che proponeva il cambio di quattro pneumatici al costo di due,
agevolazione obbligata, data la natura dell'esercizio: col 3x2
solo i possessori di tre automobili con gomme contemporaneamente
in analogo stato di deterioramento si sarebbero potuti permettere
il cambio completo.
Oggi, l'affarone è automatico e implicito. Oggi, pensate: dopo
che avrete comprato cinquecento bottiglie d'olio, una di esse
l'avrete avuta gratis. Calcolando per comodità 1 kg d'olio d'oliva
a bottiglia, e in 50 grammi (sto esagerando: si tratta di quasi
mezzo bicchiere da vino) la dose giornaliera di una persona
che per friggere usi l'olio di semi, la bottiglia gratis arriva
circa dopo 7 anni di intestini lubrificati per una famiglia
di 4 persone. E risparmia 5.000 in sette anni, e 10.000 in 14,
la bella famigliola, dopo 140 anni potrà permettersi quasi due
settimane in alta stagione a Madonna di Campiglio. Meglio di
un buono postale. E l'automobile? Ammettendo che rottamiate
e ricompriate ogni cinque anni, se avrete la pazienza di mettere
da parte le centomila lire al lustro che risparmiate, dopo 1.150
anni vi regaleranno un'auto da 23.000.000 (beninteso: * I.V.A.
esclusa). Certo voi direte: ma chi me lo fa fare? Con le prime
centomila posso comprare venti bottiglie d'olio e anticipare
di quasi tre anni le vacanze in montagna ...
Un momento, un momento: ho l'impressione che così non funzioni.
Pro- babilmente abbiamo fatto male i conti. Loro no. Loro li
sanno fare benissimo, i conti. Sanno perfettamente che su una
bottiglia che gli è costata sì e no mille lire, loro ci hanno
guadagnato 3.990 ovvero sempre le stesse quattromila lire, dato
che le 10 lire di resto, poi, alla cassa, non solo non ve le
danno, ma, se avete uno scontrino di 99.765 lire dovete ringraziare
i vostri Lari e Penati se vi porgono con malagrazia una monetina
da 200 lire (per non parlare delle 100 lire che vi richiederanno
per ogni busta di plastica che vi occorre per portar via la
spesa e che poi metterete da parte in un sacchetto insieme alle
altre da regalare alla vostra vecchia zia arteriosclerotica
che ne fa inspiegabilmente collezione). Voi, invece, non ci
avete guadagnato niente, però ve ne sarete andati da lì soddisfatti,
col sorriso sulle labbra, come degli yuppies che hanno appena
fatto guadagnare centinaia di milioni al loro cliente e già
pregustano il sapore delle briciole percentuali che leccheranno.
In più: quelle sono briciole reali, mentre le vostre sono briciole
virtuali come le leggi sul moto dei gas. E se vi viene qualche
dubbio mentre aspettate l'ascensore con le sporte della spesa
in mano, è inutile che torniate indietro a mettere i puntini
sulle i, o addirittura a pretendere il resto giusto. Loro non
ci sono più. Sono appena partiti per una settimana bianca a
Madonna di Campiglio.
Noi possiamo solo nutrire la forse vana speranza che l'Euro
ci vendichi.
Carlo E. Menga
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