Umanità varia. E così siamo arrivati al numero 250.
Si chiude la 28a annata della rivista e si apre l'ultima di
questo millennio. Ancora 12 mesi e il n. 259 recherà la data
"dicembre 1999/gennaio 2000".
Accennavamo lo scorso numero al sostanziale miglioramento del
nostro bilancio, grazie soprattutto all'andamento particolarmente
positivo delle sottoscrizioni. Il deficit si è più che dimezzato
e - come preannunciato - sul prossimo numero... daremo i numeri.
Nel frattempo, confermiamo che i rischi di chiusura della rivista
sono stati allontanati dalla generosità e dal sostegno dei compagni
e degli amici.
Giunti così alla 250a tappa della nostra avventura editoriale,
desideriamo qui segnalare alcune delle persone che contribuiscono
a tenere in vita "A".
Ne segnaliamo forzatamente solo alcune ma le vogliamo ringraziare
tutte, proprio tutte.
C'è il "vecchio" Cesare (classe 1931) che da quando è in pensione
ci dà una mano quotidianamente per preparare e spedire pacchi,
raccomandate, ecc..
Ci sono Dino, Roberto, Guido, Riccardo e altri fotografi che
ci forniscono immagini e suggerimenti.
Ci sono gli amici della cooperativa Alekos che ci "coprono"
sul versante informatico, con installazioni, consulenze, ecc..
C'è il ragazzo/pony che, una volta saputo per chi doveva effettuare
le corse, non ha voluto i tagliandi di sua spettanza, chiedendo
in cambio solo una copia di "A".
C'è Fernanda (auguroni per la piccola!) che si è offerta per
le traduzioni dallo spagnolo.
C'è l'impiegato delle Poste che ci chiama sempre "compagni"
e sorridendo ci fa perdere meno tempo possibile.
C'è Marco che, nonostante non piccoli problemi famigliari, da
un decennio manda avanti con passione e professionalità quella
rete di relazioni/cultura/"affari" che si chiama "Musica per
'A'" (grazie anche a Lucia, la sua mano c'è anche se non si
vede).
Ci sono Alex e gli altri (già citati recentemente) che da soli,
senza implicarci (non ne avremmo avuto nè tempo nè competenze)
hanno realizzato proprio quest'anno l'edizione on-line della
rivista.
C'è il figlio di un emigrato anarchico negli USA (della generazione
di Sacco e Vanzetti, più o meno) che in memoria del vecchio
genitore anarchico, scomparso ormai da anni, continua a sostenerci.
Ci sono Nadia e Massimo che da un annetto lavorano a casa loro,
figli e lavoro permettendo, alla realizzazione dell'indice informatico
per temi/autori/ecc. dell'intera collezione della rivista (dal
'71 ad oggi): e ne avranno ancora per...
Ci sono Laura, Giuseppe e Mario, i tre brianzoli responsabili
- tra l'altro - della "giornata per A" che negli ultimi tre
anni si è tenuta in primavera al Boom di Mezzago.
C'è Franco, in assoluto quello che ha venduto più copie di "A"
nell'ultimo ventennio (e ce le ha pagate tutte, fino all'ultima
lira) e non ha alcuna intenzione di smettere.
C'è Jean-Jacques che dalla Francia ci segue con simpatia, ci
invia articoli/suggerimenti/soldi.
Ci sono Cristina, Massimo, Giannpiero e Franco, tutti emiliano/romagnoli,
che dopo un quarto di secolo sono più che collaboratori, sottoscrittori,
diffusori, amici fraterni: sono ormai parte della nostra famiglia.
C'è Marco che ogni volta che ci incontra (raramente, per sua
fortuna e nostra sfortuna) ci allunga almeno due o tre centoni
e si scusa di non poter fare di più.
C'è il carcerato che, nonostante in una sua precedente lettera
ci parlasse delle sue difficoltà finanziarie, ci fa arrivare
ventimila lire (che pesano ben di più del loro valore finanziario).
E queste non sono che alcune delle centinaia di persone che
diffondono la rivista, sottoscrivono abbonamenti sostenitori,
ci inviano contributi, collaborano con articoli, ecc.
Insomma, intorno ad "A" c'è un mondo di persone, di speranze,
di aspettative, di impegno, di ricca e varia umanità che solo
in parte traspare dal nostro "prodotto" editoriale. Con queste
poche righe, vorremmo almeno ricordarne l'esistenza.
Prossimo numero. Il n. 251 ("febbraio '99) verrà spedito
verso la fine di gennaio.
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