La mostra Living with The Living ha fatto tappa a Bologna,
dal 15 gennaio al 20 febbraio, dopo essere stata allestita per
la prima volta nel maggio scorso a Riccione. La presenza del
Living Theatre in Europa dal 1964 al 1983 è ricostruita
attraverso i materiali provenienti dall’Archivio Europeo della
compagnia, recuperato in Francia e quindi portato in Italia
ed organizzato da Serena Urbani, l’attrice e organizzatrice
del Living che ha dedicato all’Archivio l’impegno maggiore dei
suoi ultimi anni di vita.
Dalle prime tournées, quelle definite "dell’esilio",
dopo la chiusura del Living Theatre a New York, durante le rappresentazioni
di The Brig, fino all’Archeologia del Sonno, l’ultima
produzione alla quale ha lavorato Julian Beck. In mezzo, fra
il 1964 e il 1983, gli anni delle creazioni europee: Mysteries
and Smaller Pieces (1964), The Maids (1965), Frankenstein
(1965), Antigone (1967), Paradise Now (1968) e
quindi la scelta della strada, con la Dichiarazione d’azione,
nel 1970, l’abbandono dei teatri e dell’Europa, il Brasile e
il ciclo di spettacoli dell’Eredità di Caino,
con cui il Living è rientrato in Europa nel 1975 per
rimanervi continuativamente fino al 1983: otto anni di nomadismo
teatrale, senza una sede, vivendo di spettacoli portati ovunque,
dalle grandi città ai più sperduti paesi, da un
capo all’altro dell’Italia e d’Europa.
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Vestiti, bauli, e strumenti di scena provenienti
dalle casse del Living Theatre.
Il percorso della mostra consente di attraversare una vicenda
fatta di utopia praticata, nell’arte e nella vita, e sostenuta
da un’economia elementare eppure inaudita nel mondo teatrale,
in quanto basata esclusivamente sulla vendita degli spettacoli:
Julian Beck (che se ne occupava) doveva riuscire a riempire
di repliche l’intero calendario solare per assicurare il sostentamento
alla compagnia, poiché il Living Theatre non ha goduto
pressoché mai di alcuna sovvenzione (e mai - in particolare
- nei tanti anni di lavoro in Italia).
Vent’anni di viaggi e di rappresentazioni in Italia e in
Europa si ricompongono attraverso i documenti e gli oggetti:
locandine, programmi di sala, recensioni, manifesti, libri e
cose personali di Julian Beck e Judith Malina, fra le quali
non mancano sorprese e piccoli "tesori": la tessera dell’IWW
di Julian Beck, iscritto come "lavoratore dello spettacolo",
il costume che indossava nei Sei Atti Pubblici, i suoi
baschetti, le camicie strette e i pantaloni a "zampa di elefante",
la collezione di saponette da viaggio, la biblioteca anarchica,
nella quale spiccano il Programma anarchico di Malatesta,
i testi sulle collettività spagnole, i libri sulla controcultura
libertaria americana…
Organizzata dal Centro Teatrale La Soffitta in collaborazione
con l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna,
la mostra - curata da chi scrive - è stata allestita
presso la Galleria Espositiva dell’Arena del Sole. Prossime
(probabili) tappe: Firenze e Milano.
Cristina Valenti
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Julian Beck e Judith Malina in Finlandia
durante la tournèe di Antigone e
Masse Mensch, settembre 1982.
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Manifesto delle Sette Meditazioni
sul Sadomasochismo Politico,
spettacolo rappresentato in Italia dal 1975 al 1978.
La foto si riferisce alla scena della tortura
(Quinta Meditazione: sulla Violenza).
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Recensioni di Mysteries and Smaller Pieces
in Italia, marzo-aprile 1965
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