rivista anarchica
anno 31 n. 271
aprile 2001


teatro di protesta

Chi ha paura dei pupazzi?
intervista a Peter Schumann a cura di Maria Mesch

Pane e marionette, un'accoppiatta inconsueta

 

Ho incontrato Peter Schumann, fondatore del gruppo Bread and Puppet Theatre, in febbraio all'università di Pavia, luogo forse inconsueto per un laboratorio che in conclusione porterà in strada uno spettacolo di protesta. Il workshop è stato organizzato da Messaggi Pupazzi in collaborazione con i ragazzi dell'ass.cult. i Co.r.s.a.ri. e il Teatro del Corvo.

 

Bread & Puppet si sono sempre contraddistinti per l'impegno politico e sociale. Lavorate in strada, spesso in occasione di manifestazioni, ma anche in ambiti teatrali, sempre con un legame diretto con la realtà. Raccontavi prima che all'insediamento di Bush alla casa bianca era stato decretato un divieto ad hoc per la manifestazione di protesta impedendo l'uso di pupazzi. Anche i trampoli erano stati proibiti. Perché hanno paura di voi?

A Philadelphia, alla convention repubblicana, addirittura i nostri compagni sono stati arrestati preventivamente, con violenza, il materiale sequestrato, i pupazzi distrutti, gli attrezzi rubati. Abbiamo perso persino una trentina di bandiere storiche dei Bread & Puppet, cucite e dipinte a mano.
Oggi negli Stati Uniti ci troviamo con un presidente non eletto democraticamente, ma nominato dalla corte federale. E' un presidente di estrema destra, che ha portato persone nel suo governo che non possono essere accettabili per chi da anni si è battuto per i diritti delle donne, per l'ecologia, per i diritti delle persone di colore, per i gay, per il diritto all'aborto. Sono molti i diritti che sono stati violati da queste elezioni. Questa è la realtà americana attuale.
L'altra realtà che ci tocca è la pubblicazione di "State of the World", l'indagine annuale pubblicata in collaborazione con altre istituzioni dal MIT (Massachuset Institute for Technology) che fa il punto della situazione del mondo dal punto di vista ecologico. Non l'ho letto ancora personalmente, ma l'edizione di quest'anno è la peggiore mai uscita. La terra, per come la stiamo usando adesso, non sopravviverà più a lungo.
Noi in quanto teatro di pupazzi siamo influenzati da queste due realtà. Troviamo impensabile accettare la situazione così com'è. Il nostro urlo è per l'insurrezione culturale. Insurrezione contro il modo di vita presente, contro le nostre abitudini, contro il gregge di pecore che siamo diventati, contro l'educazione organizzata che trasforma le persone in pecore. Chiamiamo le persone all'insurrezione contro l'ordine capitalistico. Nel nostro lavoro cerchiamo di partire dalla spazzatura, l'arte non ha bisogno di grandi istituzioni, mostriamo alla gente che ci può essere una vita al di fuori del classico way of life.
Sono curioso della reazione dei partecipanti al laboratorio, come affronteranno quest'aggressività che è parte dello spettacolo. Ci stanno obbligando tutti a comportarci da piccoli capitalisti. Ci obbligano ad usare la corrente, ad usare la macchina eliminando sempre più i mezzi pubblici. Quando ne potresti fare a meno, e basta (in italiano, ndr).
L'arte "a buon mercato", la musica "a buon mercato" possono farcela.

I vostri spettacoli coinvolgono tutti i sensi, con l'arte dei pupazzi, la danza e il movimento delle persone, la musica, i testi, il fuoco e le luci. Bread & Puppet, pane & pupazzi è il vostro nome. Appunto il pane, un richiamo ancora alla realtà, al quotidiano.

Noi coltiviamo il grano, lo maciniamo, impastiamo con lievito naturale la cui origine risale a più' di cent'anni fa e poi cuociamo il pane in forni a legna. Quando facciamo spettacoli in giro, costruisco il forno sul posto e poi il pane cotto viene distribuito alla gente per essere mangiato. Soprattutto in America Latina, negli slums, la gente capisce. Pane non è un contorno, è nutrimento. E' lì che viene usato nel modo giusto. Quando costruiamo i forni, che nelle città in occidente è proibito farlo, ci sono magari ragazzi turchi, o sloveni, o nordafricani che si fermano a guardare e dicono "è così che faceva anche mio nonno". Proibiscono i forni nelle città per obbligarci ad usare la corrente, che è più costosa, e la cui produzione inquina di più.

Lo spettacolo che state preparando per Pavia l'hai chiamato "messa". Ma lo intendi nel senso di appropriarsi di una forma che per certi versi fa parte della nostra cultura, o è legato alle religioni?

Quello che propongo è una religione di cartapesta, autoprodotta, anziché una religione istituzionale con un solo dio imposto. La religione è piena di ipocrisia. Una volta sono stato in Taiwan, in un tempio taoista, dove c'erano centinaia di statue di divinità simpatiche, che di notte venivano coperte una per una amorevolmente dai monaci, per ripararle dal freddo, con piccoli capellini di lana. E' giusto che ognuno si costruisca i propri dei, come meglio crede.

Maria Mesch

Su "A" 194 (ottobre 1992) era uscito un servizio di Cristina Valenti su Bread & Puppet.


Siamo tutti sulla stessa barca - Pavia

 

Il Bread & Puppet Theatre è stato fondato nel 1963 nel Lower East Side, New York City, dallo scultore di origine tedesca Peter Schumann. Comincia a sperimentare in un attico i primi spettacoli, i temi dei quali vanno dalle favole alle notizie del giorno. Ben presto l'attività del gruppo esce all'esterno, in strade, piazze e chiese della città. Durante gli anni Sessanta, i Bread & Puppet partecipano spesso alle manifestazioni contro la guerra del Vietnam e mettono in scena processioni e coreografie che coinvolgono centinaia di persone, che occupando le strade principali di interi quartieri.
Dal 1970 il Bread & Puppet si trova nel Vermont, l'estremo nord-est degli Stati Uniti, dove affianca il lavoro con i pupazzi al lavoro della terra, il fare il pane al fare teatro, lasciandosi influenzare dall'esperienza di vivere in campagna. Nel 1974 il teatro si stabilisce definitivamente in un fattoria a Glover. Mentre durante l'inverno la compagnia è spesso in tournée per spettacoli, parate e laboratori in Europa, centro e sud America, Australia o Africa, la gran parte della costruzione di nuovi pupazzi avviene durante l'estate con volontari provenienti da tutto il mondo che partecipano alla produzione annuale più grande, il Circo della Resurrezione Domestica: si tratta di un festival all'aperto dalla durata di due giorni che celebra la bellezza e lamenta le pene dell'esistenza, per mezzo di spettacoli e performances con pupazzi, maschere, attori e musica.

M.M

 

 

Per ulteriori informazioni e per partecipare a futuri laboratori e spettacoli (tra l'altro stiamo pensando a una riproposizione di "siamo tutti sulla stessa barca" per la manifestazione contro il G8 a Genova) - contattate l'assistente italiano di Peter Schumann: Damiano Giambelli 02 4075518 - teatrodelcorvo@tiscalinet.it
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Messaggi Pupazzi: Antonio Matera 03479738459 / Filippo Fabbrica 03487112780

 


Peter Schumann