rivista anarchica
anno 32 n. 279
marzo 2002


ai lettori

cartaceA e on-line

Dibattito. Vari lettori si sono fatti vivi con noi segnalandoci come un errore di italiano il titolo “Basta di piagnistei” da noi messo in testa (come da indicazione dell’autore stesso) sullo scorso numero all’intervento critico di Tobia Imperato, in merito alla posizione assunta (anche) dalla nostra rivista in merito ai fatti di Genova, ed in particolare alla questione della violenza, dei Black Blok, ecc. Non era un errore di Tobia, che in effetti ha ripreso un articolo di Gigi Damiani degli anni ’20.
Chi avrà la pazienza (ed il piacere) di leggere alle pagg. 16-21 la consueta sezione “Ritratti in piedi”, curata da Massimo Ortalli, troverà tra gli scritti relativi all’attentato del Diana proprio quel “Basta di piagnistei” cui si è rifatto appunto Tobia. Evidentemente Tobia – nel dibattito di ottant’anni fa all’indomani di quel tragico attentato – prende le parti di Gigi Damiani e di quanti (come Virgilia D’Andrea ed altri) spingevano la solidarietà umana oltre i confini (per noi invalicabili) della solidarietà con l’attentato, alla luce delle scontate considerazioni che “ne ammazza di più la guerra”, che le violenze del montante movimento fascista erano incommensurabilmente più numerose, che comunque bisogna assumere una posizione dura di fronte alla repressione senza distinguere tra buoni e cattivi, ecc.
Noi no. Lo scritto di Paolo Finzi pubblicato proprio sullo scorso numero in merito a quei fatti (in occasione delle ripubblicazione di “Mazurka Blu” di Vincenzo Mantovani) e la lucida premessa di Massimo Ortalli agli scritti pubblicati su questo numero confermano la nostra “storica” posizione rispetto a violenza, “terrorismo”, ecc. È una questione che ci appassiona da quando è nata “A” e che continueremo ad affrontare con il nostro consueto “stile”: sempre aperti al dibattito, pronti ad ospitare scritti di orientamento anche drasticamente avverso al nostro, certo, ma al contempo molto chiari su quelle che sono la nostra opinione e sensibilità in materia.

Dossier. Al centro della rivista trovate il 3° dossier curato da Adriano Paolella e Zelinda Carloni, dopo quello anti-globalizzazione (“A” 274) e sull’alimentazione (“A” 276). E già è in preparazione il quarto…

“A” on-line. Dopo tanto tempo, finalmente il sito di “A” è aggiornato: cliccando su www.anarca-bolo.ch/a-rivista si possono leggere anche gli ultimi numeri di “A”. Dobbiamo per questo ringraziare Cati Schintu, che si è affiancata al nostro molto amato (ma altrettanto super-impegnato) webmaster Alex Steiner fino al punto di sostituirlo nel grosso del lavoro legato – appunto – alla trasposizione on-line della versione cartacea di “A”. Alex, che vanta (e nessuno potrà mai togliergli) il merito di aver creato il nostro sito in maniera egregia (e sono stati in molti a complimentarsi con noi per la sua chiarezza e facile utilizzazione) e di averlo portato avanti per lungo tempo, resta al suo posto di webmaster ed ha molte idee di miglioramento, allargamento, ecc.. Grazie anche a lui e… vedremo.

Poste. Sarà per l’avvicendamento lira/euro e/o per le conseguenze prolungate dell’intasamento natalizio, sta di fatto che nelle ultime settimane i versamenti sul nostro conto corrente postale ci arrivano con tempi medi di un mese (che spesso sono anche di un mese e mezzo). Chi volesse evitare questo problema, può inviarci per fax l’attestazione del versamento effettuato con l’indicazione chiara del proprio indirizzo postale e della causale del versamento.

De André. Si intitola “Signora libertà, signorina anarchia” la due giorni che si terrà a Carrara, al Teatro degli Animosi (sede di tante iniziative anarchiche, tra cui vari congressi e convegni della Federazione Anarchica Italiana), venerdì 5 e sabato 6 aprile, dedicata a Fabrizio De André. L’occasione è il 20° anniversario del concerto che il cantautore genovese tenne proprio a Carrara, in sostegno della stampa anarchica. Un concerto che Fabrizio fortemente volle: il concerto era fissato per i primi di marzo, ma quella sera Fabrizio ebbe problemi con la voce e fu costretto a rinunciare. Il concerto fu quindi rimandato al mese successivo ed ebbe un grosso successo di pubblico. Il ricavato venne distribuito tra varie testate del movimento anarchico.
Vent’anni dopo, Reinhold Kohl, per conto del Comune di Carrara e con la collaborazione della nostra rivista, nonché con il patrocinio della Fondazione Fabrizio De André, promuove nell’arco di due giorni una serie di iniziative culturali e musicali di grande spessore. Il pensiero antiautoritario di Fabrizio De André, la tradizione anarchica di Carrara, lo spirito libertario che animava ed anima tanti degli amici e dei collaboratori di Fabrizio (alcuni dei quali saranno presenti a Carrara) ne fanno un appuntamento particolarmente interessante. Non a caso si intitola “Signora libertà, signorina anarchia”…
Il programma (al momento, ancora provvisorio) lo trovate al centro di questa rivista.