Dibattito. Vari lettori si sono fatti vivi con noi segnalandoci
come un errore di italiano il titolo “Basta di piagnistei” da
noi messo in testa (come da indicazione dell’autore stesso)
sullo scorso numero all’intervento critico di Tobia Imperato,
in merito alla posizione assunta (anche) dalla nostra rivista
in merito ai fatti di Genova, ed in particolare alla questione
della violenza, dei Black Blok, ecc. Non era un errore di Tobia,
che in effetti ha ripreso un articolo di Gigi Damiani degli
anni ’20.
Chi avrà la pazienza (ed il piacere) di leggere alle pagg. 16-21
la consueta sezione “Ritratti in piedi”, curata da Massimo Ortalli,
troverà tra gli scritti relativi all’attentato del Diana proprio
quel “Basta di piagnistei” cui si è rifatto appunto Tobia. Evidentemente
Tobia – nel dibattito di ottant’anni fa all’indomani di quel
tragico attentato – prende le parti di Gigi Damiani e di quanti
(come Virgilia D’Andrea ed altri) spingevano la solidarietà
umana oltre i confini (per noi invalicabili) della solidarietà
con l’attentato, alla luce delle scontate considerazioni che
“ne ammazza di più la guerra”, che le violenze del montante
movimento fascista erano incommensurabilmente più numerose,
che comunque bisogna assumere una posizione dura di fronte alla
repressione senza distinguere tra buoni e cattivi, ecc.
Noi no. Lo scritto di Paolo Finzi pubblicato proprio sullo scorso
numero in merito a quei fatti (in occasione delle ripubblicazione
di “Mazurka Blu” di Vincenzo Mantovani) e la lucida premessa
di Massimo Ortalli agli scritti pubblicati su questo numero
confermano la nostra “storica” posizione rispetto a violenza,
“terrorismo”, ecc. È una questione che ci appassiona
da quando è nata “A” e che continueremo ad affrontare con il
nostro consueto “stile”: sempre aperti al dibattito, pronti
ad ospitare scritti di orientamento anche drasticamente avverso
al nostro, certo, ma al contempo molto chiari su quelle che
sono la nostra opinione e sensibilità in materia.
Dossier. Al centro della rivista trovate il 3° dossier
curato da Adriano Paolella e Zelinda Carloni, dopo quello anti-globalizzazione
(“A” 274) e sull’alimentazione (“A” 276). E già è in preparazione
il quarto…
“A” on-line. Dopo tanto tempo, finalmente il sito di
“A” è aggiornato: cliccando su www.anarca-bolo.ch/a-rivista
si possono leggere anche gli ultimi numeri di “A”. Dobbiamo
per questo ringraziare Cati Schintu, che si è affiancata al
nostro molto amato (ma altrettanto super-impegnato) webmaster
Alex Steiner fino al punto di sostituirlo nel grosso del lavoro
legato – appunto – alla trasposizione on-line della versione
cartacea di “A”. Alex, che vanta (e nessuno potrà mai togliergli)
il merito di aver creato il nostro sito in maniera egregia (e
sono stati in molti a complimentarsi con noi per la sua chiarezza
e facile utilizzazione) e di averlo portato avanti per lungo
tempo, resta al suo posto di webmaster ed ha molte idee di miglioramento,
allargamento, ecc.. Grazie anche a lui e… vedremo.
Poste. Sarà per l’avvicendamento lira/euro e/o per le
conseguenze prolungate dell’intasamento natalizio, sta di fatto
che nelle ultime settimane i versamenti sul nostro conto corrente
postale ci arrivano con tempi medi di un mese (che spesso sono
anche di un mese e mezzo). Chi volesse evitare questo problema,
può inviarci per fax l’attestazione del versamento effettuato
con l’indicazione chiara del proprio indirizzo postale e della
causale del versamento.
De André. Si intitola “Signora libertà, signorina anarchia”
la due giorni che si terrà a Carrara, al Teatro degli Animosi
(sede di tante iniziative anarchiche, tra cui vari congressi
e convegni della Federazione Anarchica Italiana), venerdì 5
e sabato 6 aprile, dedicata a Fabrizio De André. L’occasione
è il 20° anniversario del concerto che il cantautore genovese
tenne proprio a Carrara, in sostegno della stampa anarchica.
Un concerto che Fabrizio fortemente volle: il concerto era fissato
per i primi di marzo, ma quella sera Fabrizio ebbe problemi
con la voce e fu costretto a rinunciare. Il concerto fu quindi
rimandato al mese successivo ed ebbe un grosso successo di pubblico.
Il ricavato venne distribuito tra varie testate del movimento
anarchico.
Vent’anni dopo, Reinhold Kohl, per conto del Comune di Carrara
e con la collaborazione della nostra rivista, nonché con il
patrocinio della Fondazione Fabrizio De André, promuove nell’arco
di due giorni una serie di iniziative culturali e musicali di
grande spessore. Il pensiero antiautoritario di Fabrizio De
André, la tradizione anarchica di Carrara, lo spirito libertario
che animava ed anima tanti degli amici e dei collaboratori di
Fabrizio (alcuni dei quali saranno presenti a Carrara) ne fanno
un appuntamento particolarmente interessante. Non a caso si
intitola “Signora libertà, signorina anarchia”…
Il programma (al momento, ancora provvisorio) lo trovate al
centro di questa rivista.
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