rivista anarchica
anno 32 n. 282
giugno 2002


 

Sesto..., cancellare!

Sul numero 278 (febbraio 2002) abbiamo pubblicato un intervento di Franco Pasello (Dico no al censimento), nel quale l’autore esprimeva le critiche, e le motivazioni, che lo inducevano a non compilare il questionario divulgato dall’ISTAT.
A seguito di questo suo rifiuto e dopo alcune telefonate fattegli da membri dell’Ufficio Comunale di Censimento, in cui gli si chiedeva di spiegare le motivazioni del perché della mancata compilazione del questionario, Franco si è visto recapitare una formale diffida proveniente dall’ufficio di cui sopra.
Nell’ingiunzione, compilata in stile burocratico come ogni circolare che si rispetti, veniva “
cortesemente” richiesto a Franco di mettersi in contatto “entro i prossimi sette giorni” (dall’invio della missiva si presume) con una persona dell’Ufficio per espletare tutte le formalità riguardanti il ritiro, la compilazione e la consegna del modello di rilevazione.
Il richiamo veniva concluso, dal dirigente firmatario, con un retorico “
ricordare l’importanza che i Censimenti rivestono per l’intera collettività” e con un vagamente minaccioso “richiamare la normativa vigente che prevede la cancellazione dall’Anagrafe della popolazione residente per le persone che risultino irreperibili al Censimento della popolazione” (sic!).
A parte l’uso copioso del grassetto e le frequenti sottolineature, che ricordano un po’ le missive dettate da Totò (…due punti, abbondiamo ecc.), e a parte il termine cancellare che ricorda vagamente l’orwelliano vaporizzare, vi è una cosa nell’epistola comunale che lascia alquanto perplessi.
Se, e il condizionale è obbligatorio, esiste una normativa vigente ci si domanda perché nell’intimazione non si faccia riferimento all’eventuale articolo che prevede la cancellazione anagrafica. Questo non tanto perché il rimando ad articoli di legge dia più giustezza ad un’eventuale sanzione, bensì perché in questo modo il sanzionando (si dirà così?) ha la possibilità di informarsi su ciò che lo aspetta e, soprattutto, sul fatto che la presunta sanzione esista veramente: che cioè la minaccia non sia cosa meramente intimidatoria.
Forse non esistono normative così severe come la cancellazione anagrafica. Forse non si tratta d’altro che dei funambolismi di un arrogante burocrate di periferia. Ad ogni buon conto pubblichiamo qui di seguito la lettera che Franco ha inviato all’Ufficio Censimento come risposta alla circolare ricevuta.


All’Ufficio Comunale di Censimento
Debbo costatare la pervicacia e l’insistenza con cui il vostro ufficio mi vuole imporre, contro la mia volontà, l’obbligo del censimento. Non avere aderito all’imposizione del censimento non è stata da parte mia né una distrazione, né puro capriccio ma rifiuto cosciente.
Spiegazioni in merito ho già avuto modo di fornirle al vostro ufficio in un paio di occasioni a suddetti responsabili che mi hanno telefonicamente rintracciato. Numero di telefono, il mio, che a suo tempo avevo dato al rilevatore che nell’occasione mi aveva consegnato il modello da compilare, numero telefonico che si può reperire in un qualsiasi elenco abbonati della Telecom.
Chiarisco inoltre di essere residente in questo comune da ben 19, dico diciannove, anni, sempre nella stessa via e numero civico, quindi reperibilissimo. Quindi non irreperibilità ma cosciente rifiuto di un inutilissimo censimento.
E quindi non vedo come possa essere cancellata dall’anagrafe una persona (e la sua famiglia!!!: fate forse finta di non sapere che il nucleo è formato dalla mia unicità!!!) reperibile e residente in questo comune da 19 (diciannove) anni.
Le buffonate possono anche far ridere, quelle di tipo burocratico ancora di più, anche se a volte amaramente.
Se esiste una normativa che prevede la mia cancellazione dall’anagrafe, in quanto “renitente” e rifiutante del censimento (ma non irreperibile!), non continuate a cianciare inutilmente, mettetela in pratica e già che ci siete preparate anche un bel decreto di espulsione dall’ex Stalingrado d’Italia (scusate per l’ex!). Dopotutto il comune di Sesto San Giovanni ne è avvezzo sia nei confronti dei Rom che degli stranieri, e scusate, chi più Straniero di me che non accetto di essere censito, anche a costo della mia eliminazione anagrafica.
Quanti sono gli irreperibili che in quanto tali non siete riusciti a trovare e che di certo non vi siete più preoccupati di cercare?
Loro non danno fastidio, quello che vi brucia è un Unico, reperibile, che si permette di dirvi di NO!
Certo che non mi romperete più le scatole con questa storia (non ho molto tempo da perdere, io lavoro), vi allego la mia dichiarazione di rifiuto del censimento, già pubblicata sul settimanale anarchico Umanità Nova del 25 novembre 2001 e sul mensile “A” rivista anarchica del febbraio 2002.
Distinti saluti antiautoritari

Franco Pasello