rivista anarchica
anno 33 n. 291
giugno 2003



a cura di Marco Pandin

 

All’improvviso, nella mia stanza

A vederla lì appoggiata al microfono, quaranta chili d’ossa e nervosismo affastellati a scatti brevi attorno agli occhi, non lo si immaginerebbe mai quello che con la sola forza della voce sa tirare fuori dalla sua e tirarti fuori dalla tua di anima.
E a dare un’occhiata veloce e superficiale a quegli altri lì che l’accompagnano stasera, tutti così rigorosamente composti e vestiti sobri e dai gesti misurati e competenti (…tutt’altre strade rispetto al vecchio Franti trasandato che vent’anni fa aveva i miei stessi vent’anni arruffati e schizzati!), quasi scommetteresti che ne verrà fuori un purè musicale di buoni sentimenti, roba da voce nuova in carriera...
E improvvisamente ci penso, a quando avevamo vent’anni. Vent’anni e più che sono passati, giorno dopo giorno, e che non sono passati male se la strada ci ha portato qui e adesso: mi rimprovero da solo per le stronzate che ho appena pensato, e mi conforta il riconoscere dopo una sola manciata di secondi l’artiglio affilato della mia cara vecchia Lalli.
Lalli che mi ha ucciso cento volte con la lama dei suoi singhiozzi e col taglio storto delle sue parole, Lalli che mi ha fatto perdere nel labirinto dei suoi sguardi così neri e profondi, e che proprio adesso mi sta guardando e sorride. E io tonto che indugio e inghiotto a vuoto come vent’anni fa, sprofondando di imbarazzo abbassando gli occhi nonostante i miei vent’anni di più e i 90 chili addosso e i capelli bianchi che inesorabilmente stanno vincendo su quelli neri…
Quaranta chili d’ossa e nervosismo come la Lalli di sempre, lei, trasformati in All’improvviso nella mia stanza, il suo nuovo CD presentato dal vivo in concerto stasera, che più che un normale cd è una specie di trappola, complice Pietro Salizzoni, chitarrista, arrangiatore, bella faccia vicina in copertina a quella sorridente di lei, e quindi bersaglio obbligatorio delle mie gelosie.
Vi parlo adesso mescolando le due cose, cioè il concerto e il nuovo CD, perché lo spiazzamento per me è stato doppio: un concerto dalle forme impreviste e spesso sbalorditive, e questo nuovo cd che rappresenta, più che un passo o un salto in un ipotetico “avanti”, né più né meno la testimonianza del fatto che Lalli abbia imparato a volare.
Il fatto di seguire i suoi passi sin dai tempi di Franti, dai primissimi anni Ottanta cioè, mi mette in una posizione difficile: mi ritrovo a volte ad ascoltare le sue canzoni nuove quasi come già conoscendole. Non che sia tutta colpa mia, diciamocelo: sarà perché a lei è sempre piaciuto ripensare sopra alle cose già fatte (in ogni suo nuovo lavoro c’è una vecchia canzone che lei si porta dietro, giocandoci con le forme sonore o riaggiustandone il testo), o perché le canzoni sono come dei figli che crescono con te e ti seguono comunque, e non si può proprio far finta di niente e girarsi da un’altra parte.
Eppure, in questo nuovo disco e in questo stupefacente concerto di stasera, nonostante l’intestardirsi acido dei ricordi e delle impressioni che continuano a sbattere come onde, non c’è quasi più nulla della vecchia fotografia di Lalli che portavo con me. Stasera l’indecisione tra ieri ed oggi è un filo di ragno che mi si spezza in faccia.
Anche se stasera viene offerta ancora qualche canzone “vecchia”, è solo una polvere leggera di ricordi e impressioni: mi rendo conto che Lalli è su una nuova strada, e che pensavo la mia portasse da un’altra parte, e invece sì, e invece forse no. Non so. Ecco dunque che qualcuno (a volte lei, altre volte uno dei musicisti) mi prende per mano e mi mostra un nuovo panorama, a volte faccio fatica a star dietro a questo respiro che sa di tango, alle salite improvvise della chitarra che sembra non fermarsi mai, ai pianissimo istoriati di violoncello e violino, al contrabbasso suonato con tutto l’amore possibile, alla fisarmonica commovente che si intreccia alla voce con riccioli come di glicine, come d’uva.
Allora smettiamola una volta per tutte con le critiche appiccicose di birignao, con le frustrazioni in punta di tastiera ricamate di merdosi se e di altrettanto merdosi ma, con la spartizione dei peli e le seghe mentali, e stappiamo una bottiglia di quello buono perché, cazzo, questa è un’occasione per fare festa! E in questa festa, assieme a Lalli e ai musicisti straordinari di questo suo nuovo gruppo mettiamoci dentro anche un po’ di noi che l’abbiamo sempre amata ed ammirata, perché dentro a queste canzoni ci siamo dentro da qualche parte anche noi, e questa voce meravigliosa è anche un poco la nostra.
E sono qui in piedi a battere le mani, alla fine, felice di una felicità grande e solare nel vedere finalmente la mia cara vecchia amica che vola via, su ali che sono tutte sue. Lontana da me e da tutto il resto.

Marco Pandin

Lalli in una foto di Viola Berlanda (particolare)

 

 

Musica a cui volere bene

Gli Stanton sono di Londra Nord. Gestiscono un’ottima etichetta, per lo più di vinile, chiamata Jonson Family. Questo CD (e LP) che segnalo è il loro primo dopo una lunga serie di singoli. Walking Songs è indie rock, punk e canzoni deraglianti di chiarissima bellezza. Per aiutare potrei dire Yo La Tengo, Pavement o Guided by Voices ma il loro intrecciare chitarre ora alla Television ora alla Fugazi, su una coppia ritmica rocciosa tipo Puja e Cereser, li rende unici. Soprattutto dal vivo: in Italia sono venuti a metà marzo (Puglia e Romagna). Il CD lo distribuisce la Wide di Pisa. Indipendenza e suoni preziosi.
Un nome noto a coloro interessati all’elettronica di ricerca e all’area
performativa: Machina Amniotica.
Da Cagliari, iniziano nel lontano 1993 un progetto densissimo di eventi, musica e immagini registrate. Quest’ultimo Intricata transitoria è un CD in un certo senso di détournement: brani a dilatare disegni ritmici e di canto importati dalla dance-ambient o drum&bass, dal techno-pop a suoni decisamente rock. Connesso al progetto vi sono scritti, immagini video e CD-ROM. “Estrema ricerca del momento limbico-mentale congeniale ad una trance progressiva”, scrivono. L’assoluta serietà e la costanza di Machina Amniotica sulle vie dell’interazione suono/testo/ciclicità è da seguire. Info: http://machina.pengo.it.
Gli ultimi due CD di questo mese sono il frutto artistico di nomi in qualche
modo noti ai lettori di A: Umami e Dylan Fowler. Con Incanti gli Umami, la formazione torinese-sudamericana, è giunta al suo primo ventennale, festeggiato in piena felicità creativa: un intero album di composizioni proprie per quella che ormai molti giudicano la migliore espressione europea del folklore andino.
Sul loro sito (http://www.gruppoumami.it) di fianco al prestigioso saluto di Horacio Duran (anima musicale degli Inti Illimani), quello più modesto del sottoscritto legge: “Umami da anni conduce migliaia di giovani e non sulla strada dell’evocazione di luoghi, simboli e vita quotidiana, compiendo quel miracolo di intima comunanza tra pubblico e esecutore che solo musicisti speciali sanno realizzare”.
Prodotto da Electromantic di Beppe Crovella che saluto e, da appassionato di buona musica, ringrazio.
Dylan Fowler è un multistrumentista di origine gallese, già Danny Thompson’s Band e di cui mi sono occupato sulla rivista un anno fa circa a proposito del suo primo album Portrait.
In quello stesso articolo si menzionava Julie Murphy, cantante dei Fernhill, che si avvale di Fowler per il suo lavoro solistico di matrice più folk. Questo duo qualche mese fa ha esordito con Ffawd, interamente costruito attorno alle corde vocali di Julie e quelle di nylon di Dylan. Antiche melodie e ballate gallesi e bretoni, qualche brano originale per un album di grande bellezza. Pensavo che lo stile fluentissimo e cristallino di Dylan, un ineffabile mescolarsi di Egberto Gismonti e tripla arpa gallese, per citare solo un paio di riferimenti, fosse arrivato al suo apice con Ffawd. Mi sbagliavo: sempre per la tedesca Acoustic (http://www.acoustic-music.de) esce ora Ffynnon Ofor, secondo album solista.
Se all’eccelsa bravura stilistica e tecnica aggiungete una spiccata sensibilità poetica/compositiva la parole davvero mancano: allineando brani per lo più composti dallo stesso Dylan, il suo amore per le musiche del mondo (la Bulgaria di Sandenska Oro o il re-work di Gula-Gula di Mari Boine Persen, Lapponia), i tributi sentiti verso artisti disparati quali Alan Stivell, Bill Evans e Peter Green, creano all’ascolto una magica sospensione, come l’attesa di uno svelamento.
La Fonte di Gofor, questo il titolo, è la sorgente profonda e inesauribile che accomuna ogni popolo, ogni persona: come suggerisce Another Songline, un’altra Via dei Canti, il brano che apre questo straordinario album.

Stefano Giaccone

 

Musica per A/Rivista Anarchica

Il nome Musica per A/Rivista Anarchica non nasconde un negozio né un mailorder: è un’iniziativa a sostegno della nostra rivista resa possibile grazie al contributo di musicisti ed etichette indipendenti che hanno messo a nostra disposizione alcuni dei materiali da loro pubblicati.
Il ricavato della distribuzione di questi materiali va a finire nei nostri fondi neri.
Ecco un breve estratto dal catalogo: accanto ad ogni titolo è indicata una quota minima di sottoscrizione, a cui vi preghiamo di aggiungere un contributo per le spese di spedizione.
Consulta anche il catalogo completo.

Novità

ARBE GARBE “Jacume!” CD a 10,00 euro
Gli Arbe Garbe riprendono in questo loro debutto discografico un cammino interrotto: è quasi come se quella musica d’una volta, quelle belle canzoni sociali e di lotta, quella bella musica popolare vitale e irriducibile, rimaste tutte sepolte sotto il frastuono di questi ultimi trent’anni di colonialismo sonoro anglosassone, si fossero improvvisamente e terribilmente risvegliate. “Jacume!” suona come se lo spirito puro e ribelle del punk qui in Italia, invece che dissolversi in discussioni a vuoto davanti ai negozi di dischi d’importazione e per le megaperiferie industriali come una scoreggia, fosse passato come nebbia appiccicosa per le piazze di paese, per le osterie, per i vecchi circoli dell’ARCI dove neanche il vino, le partite a carte e a calcetto riuscivano a mandare via l’odore triste della guerra e neanche quello altrettanto triste del dopoguerra... figuriamoci l’odore del punk! Poche copie disponibili.

EUGENE CHADBOURNE “The competition of misery” CD a 10,00 euro. Una raccolta di canzoni di protesta, anarchiche, pacifiste e rivoluzionarie scelte dal mega-archivio personale di Eugene Chadbourne, figura di spicco della musica radicale ed improvvisata americana. Le sue canzoni sono state definite come “l’arsenale della musica contro”, e non è un’esagerazione da rockgiornalisti arrapati. La sua attività si estende in migliaia di concerti, centinaia di collaborazioni e una lista disumana di registrazioni su cd, cassette ed album, tutti rigorosamente autoprodotti e venduti di persona ai concerti oppure pubblicati in giro per il mondo da etichette estremiste e indipendenti. Insomma, buone vibrazioni ben conosciute agli appassionati di quella musica che non riesce a restare costretta nei binari del pentagramma e delle definizioni di genere.

COMPAGNIA ANGELI DEL NON-DOVE “Le stanze del cuore” CD [offerta libera].
L’ennesima riproposizione del triangolo melodico chitarra, fisarmonica e violino, stavolta ad opera di tre musicisti (ed una cantante dalla voce dai colori insoliti e bizzarri) che si distinguono per l’avversione alle forme più consuete della canzone. Quattro personalità forti, ciascuna con esperienze, vocabolari ed amori diversi (musica d’estrazione colta, teatro, improvvisazione, musica popolare) che si intrecciano dando vita a paesaggi impervi per l’orecchio. Jazz in frantumi e melodie in polvere, pugnalate perfide al cuore di quel che resta del perbenismo sonoro.

FABRIZIO DE ANDRÉ “In concerto - volume 2” CD a 10,00 euro.
Bella raccolta postuma di registrazioni dal vivo risalenti quasi tutte all’ultima tournée del 1997-98 (alla quale parteciparono i figli Cristiano e Luvi), pubblicata nel dicembre 2001.Contiene “Anime salve”, “Smisurata preghiera”, “Desamistade”, “Sidun”, “A cumba” ecc.

LUIGI VIVA “Vita di Fabrizio De André: non per un dio ma nemmeno per gioco” Libro a 7,00 euro
La biografia di Fabrizio de André: gli anni dell’infanzia con Fabrizio “Bicio” sfollato in una cascina astigiana, l’adolescenza e la giovinezza a Genova, i primi tentativi musicali e la ribellione contro la famiglia borghese, la scoperta del sesso, l’amicizia con Luigi Tenco, i primi successi, il processo per oscenità a “Carlo Martello”, gli anni della maturità e dei trionfi, i figli e la Sardegna, il sequestro, la malattia…

ENVIRONS “Un pettirosso in gabbia mette in furore il cielo intero...” CD a 8,00 euro.
Nel family tree che nasce dai Franti, subito dopo il “Lungo addio” quello di Environs è uno dei rami più vecchi, quello che ha ereditato i cromosomi più sperimentali della nota hardcore/folk band torinese. I brani, restaurati da Marco Milanesio e scelti dagli ex-componenti del gruppo tra l’intera raccolta delle registrazioni realizzate in studio (più una registrazione dal vivo inedita su cd), offrono una bella visione d’insieme del viaggio degli Environs. Una navigazione senza una rotta precisa attraverso le suggestioni del suono, alla ricerca di una traccia, di quel “filo rosso” sonoro che ha accompagnato la nostra vita attraverso gli anni ’70 ed ‘80.

STEFANO GIACCONE “Tutto quello che vediamo è qualcos’altro” CD a 12,00 euro.
Il nuovo cd di Stefano, realizzato con la collaborazione dell’incredibile polistrumentista gallese Dylan Fowler. Difficile da descrivere, difficile da ascoltare: un viaggio che richiede impegno e attenzione, e che alla fine ripaga con una mescolanza inedita di poesia visionaria e suoni inauditi da questa parte del mondo.

HOWTH CASTLE ”The lee tide” CD a 8,00 euro.
Recuperato un mucchietto di copie per caso e per fortuna, ecco nuovamente disponibile dopo una lunga assenza il terzo e ultimo album di Howth Castle, il duo formato da Lalli e Stefano Giaccone. In bilico tra ballate originali e cover stupefacenti, il cd vede anche la partecipazione di Vanni Picciuolo (anche lui ex Franti).

LALLI “All’improvviso nella mia stanza” CD a 8,00 euro.
Il nuovo, attesissimo e indescrivibile album di Lalli: una specie di trappola, complice Pietro Salizzoni, chitarrista, arrangiatore, bella faccia vicina in copertina a quella sorridente di lei. Più che un passo o un salto in un ipotetico “avanti”, né più né meno la testimonianza del fatto che Lalli abbia imparato a volare. Qui dentro solo lievi tracce del passato, nonostante a Lalli sia sempre piaciuto ripensare sopra alle cose già fatte (in ogni suo nuovo lavoro c’è una vecchia canzone che lei si porta dietro, giocandoci con le forme sonore o riaggiustandone il testo), perché le canzoni sono come dei figli che crescono con te e ti seguono comunque, e non si può proprio far finta di niente e girarsi da un’altra parte. Questo cd è un’occasione per fare festa, e festa grande sia assieme a Lalli e ai musicisti straordinari di questo suo nuovo gruppo. E saltiamoci dentro, a questa festa, perché in queste canzoni ci siamo dentro da qualche parte anche noi che Lalli l’abbiamo sempre amata e ammirata, e questa voce meravigliosa è anche un poco la nostra.

MARMAJA “In te’l vento sonà” CD a 8,00 euro
MARMAJA “Il metro dell’età” CD a 10,00 euro
Una brutta compagnia che è riuscita a custodire il senso della musica popolare e sociale e di lotta e di protesta come un segreto. Quella musica che suona e rimbomba nel sottofondo incasinato che c’è a bordo degli autobus e nei bar delle periferie, quella che puzza come l’aria attorno alle fabbriche e come le cucine delle case a mezzogiorno, quella che accompagna il nostro muoversi. Allora era vero: anche se era scomparsa dai muri e dalla piazza principale, la musica libera non è mai sparita, non se n’è mai andata. E sui muri e nella piazza ce la riporteremo, e forse sarà domani. Domani forse. È grazie a compagni come questi che questa musica, che viene in viaggio dal cuore passando prima per la testa e si nutre della nostra incazzatura e del nostro piangere, ha saputo rimanere estranea ai meccanismi del mercato, è riuscita a sopravvivere, ad andare avanti e a costruirsi una strada. Strada stretta fatta di sassi, spine di rovo ai fianchi e nessun riparo, spesso. Strada in salita, sempre.

I MERICANI “Number one” CD a 10,00 euro
I MERICANI “Death folk” CD a 10,00 euro
I MERICANI “Live or not” CD a 10,00 euro
Open group svizzero che ha prodotto della musica sinceramente impossibile a descrivere: un grosso lavoro di esplorazione e scoperta della musica popolare, arricchito di un”irrefrenabile voglia di divertimento e (soprattutto) di dissacrazione. I musicisti, tra cui Steve Buchanan sono tutti eccezionali, capaci di passare con disinvoltura dalla tradizione ticinese a Renato Carosone. Non un’altra jazz/folk/punk band: molto di più, molto di diverso, molto di meglio. Solo poche copie disponibili.

CANZONIERE DEL VALDARNO “Terra innamorata” CD a 10,00 euro
Un vecchissimo disco del Canzoniere del Valdarno, originariamente pubblicato negli anni Settanta dalla storica etichetta indipendente toscana Materiali Sonori. Canzoni in forma popolare e tradizionale che parlano di lavoro e lotte sindacali, della zona di Carrara e degli anarchici, della vita e dei sogni di tutti i giorni. Un lavoro acerbo e spontaneo, ricco di fascino e suggestione, sorprendentemente vivo e condivisibile anche a quasi trent’anni di distanza.

POISON GIRLS “Poisonous!” 2CD a 12,00 euro
Bella antologia di uno dei gruppi storici del punk anarchico inglese, fondato da Vi Subversa (una cantante e chitarrista dalla voce ineguagliabile) e dal batterista Lance D”Boyle. C’è un po’ di tutto: dagli esordi (“Piano lessons” è il loro debutto discografico del 1978) a “Persons unknown” (composta per raccogliere fondi a favore di alcuni anarchici detenuti), da “Rio disco stink” (una corrosiva presa in giro della multinazionale Rio Tinto Zinc) a “Real woman” (il loro singolo che finì in classifica in Inghilterra). Trenta canzoni belle e sovversive, dimenticate troppo in fretta.

Molti titoli sono disponibili soltanto in poche copie: informatevi sempre e comunque dell’effettiva disponibilità (arrivano nuove richieste tutte le settimane), ed indicate eventuali scelte alternative.
Se non è esplicitamente indicato un valore minimo di sottoscrizione [offerta libera] regolatevi secondo coscienza: mandate una cifra a vostra discrezione, ma che sia ragionevolmente comprensiva delle spese di spedizione. Grazie.

Per richiedere il materiale è sufficiente versare sul c/c postale n.12552204 intestato ad Editrice A, Milano una sottoscrizione che corrisponda al valore indicato complessivo dei titoli prescelti.

Non dimenticate di specificare autori e titoli nella causale del versamento, e di riportare il vostro indirizzo. Vi preghiamo di aggiungere al totale un contributo per le spese postali (almeno 3,00 euro per i pacchetti più piccoli che verranno spediti via raccomandata, almeno 5,00 euro per le spedizioni più consistenti). Non ci è possibile effettuare delle spedizioni in contrassegno.

informazioni e contatti:
Musica per A/Rivista Anarchica - Stella*Nera c/o Marco Pandin casella postale 86 35036 Montegrotto PD
e-mail: stella_nera@tin.it

Musica per A/Rivista Anarchica