rivista anarchica
anno 33 n. 291
giugno 2003


ai lettori

Il trionfo dell’Anarchia

 

Confusione. Tra le conseguenze collaterali del recente conflitto iracheno ce n’è una che nessuno ha finora sottolineato: il trionfo dell’anarchia. Non ci riferiamo al meraviglioso ideale (anzi Ideale, come si scriveva un tempo) che da oltre un secolo e mezzo anima noi anarchici e il nostro movimento: quello resta come sempre appuntato nei nostri cuori e nelle nostre menti un po’ sognatrici.
Ci riferiamo al casino, al disordine, alla latitanza del Potere, ai crimini e ai saccheggi che hanno caratterizzato la vita quotidiana degli iracheni – a Baghdad, ma non solo – all’indomani della caduta del regime di Saddam. Tutte cose che non hanno niente a che vedere con l’anarchia, che – nella nostra concezione e nel suo intimo significato filosofico – è un sistema di organizzazione sociale che esclude il Potere e l’autorità, ma non per questo – anzi! – fornisce benzina agli aspetti più abbietti e terrificanti del disordine sociale.
Francamente, siamo abituati a veder citare la parola “anarchia” come sinonimo di caos, confusione, ecc.
Ma durante e dopo l’intervento della coalizione angloamericana in Iraq si sono raggiunti dei picchi degni di nota, con il coinvolgimento anche di numerosi giornalisti, personalità e organizzazioni “di sinistra” dai quali ci saremmo aspettati una qualche forma di maggiore attenzione, se non altro per la comune frequentazione.
Pensiamo a Radio Popolare di Milano, che nei primi giorni del dopoguerra a Baghdad si è distinta per la frequenza di questo abuso verbale (poi qualche telefonata di ascoltatori ha sortito l’effetto voluto). Oppure a un corrispondente di guerra del TG3 come Giuseppe Bonavolontà, che ricordiamo attivissimo militante anarchico a Roma a cavallo tra la fine degli anni ’60 ed i primissimi anni ’70: tu quoque, Pucci, hai usato in modo “sacrilego” quella parola che, nel ricordo, dovrebbe esserti ancora cara. Al medesimo abuso, una volta, da parte di Gino Strada, il chirurgo fondatore di Emergency – alle cui attività e comportamenti guardiamo con profonda simpatia e stima – sono dedicate le due lettere che trovate nella Casella Postale. E pensare che il Gino l’abbiamo incontrato la prima volta proprio ad una sua conferenza nella sede anarchica di viale Monza 255 a Milano!
Non è la prima volta, né sarà l’ultima. Questa volta, però, l’abuso semantico non è stato appannaggio della sola destra, che vivendo nel culto dell’Autorità inevitabilmente disprezza chi vi si opponga. Un po’ troppi esponenti della sinistra, gente più o meno “compagna”, ha ripetuto con leggerezza quello stereotipo. E noi non facciamo, in materia, sconti a nessuno.

Prossimo numero. Il prossimo numero (292) coprirà, come di consueto, l’intera stagione estiva. Il successivo (293), datato “ottobre 2003”, uscirà a fine settembre e arriverà a casa degli abbonati e nei punti-vendita a partire dall’inizio di ottobre. I diffusori che intendano ricevere un numero maggiore di copie per la distribuzione del numero estivo sono invitati a segnalarci al più presto gli aumenti, in modo da permetterci di regolarci per la tiratura.
Anche pensando alle numerose feste, iniziative, campeggi, banchetti, ecc. promossi durante l’estate, ricordiamo che oltre alla rivista mettiamo a disposizione numerosi dossier, la videocassetta su Franco Serantini, il cd+libretto di De André ed avevamo gli occhi troppo belli e numerose altre cose, tutte comprese nell’elenco “NonsoloA”, che può esserci richiesto gratuitamente (anche in più copie).