rivista anarchica
anno 34 n. 301
estate 2004


lettere

 

Apertura senza pregiudizi

Gentile Codello,
leggo il suo commento sulla proposta – sinteticamente espressa dalla formula “un bambino, un voto” – e nonostante la sua critica negativa devo ringraziarla per l’apertura senza pregiudizi a un’idea che la trova invece contrario. Per quanto possa apparirle strano sono invece d’accordo con molte delle sue osservazioni, in particolare non penso al principio di delega “come unica forma di manifestazione del proprio pensiero”. Sono convinto – ma in materia vi sono molti studi e lavori sperimentali – che la ricerca, o almeno il tentativo di ricerca, di una reale uguaglianza umana debba iniziare presto, appena un bambino viene al mondo. Alla maggiore età, nella gran parte dei casi, le disuguaglianze sono già segnate. E allora che fare? L’attuale inadeguatezza dei meccanismi della democrazia mi è evidente e dal sistema dei partiti ho ricevuto risposte trasversali – per almeno metà negative o imbarazzate – avendo come impronta di fondo proprio la preoccupazione e l’incertezza del consenso. Ma questo forse è proprio l’aspetto positivo e centrale: d’altra parte, a me per primo questa proposta pare necessaria ma certo non sufficiente. Lei scrive che “occorre rendere scuole e famiglie veri luoghi di espressione della propria autonomia, dell’uguaglianza e della responsabilità. Gli esempi non mancano, proviamo ad estenderli.”. Se sono esempi generalizzabili mi piacerebbe conoscerli – alcune idee presenti e passate le conosco, ma forse non quelle che lei ha in mente – perché l’intenzione mia è proprio quella di aprire un dibattito su idee nuove – o portare a conoscenza più generale quelle già esistenti – e il voto, alle madri o i genitori, è solo lo strumento. Le sarei perciò molto grato se potesse fornirmi le indicazioni a cui fa cenno nel suo articolo. Mi auguro di leggerla. Un cordiale saluto,

Luigi Campiglio
(Milano)

 

Scaccia pensieri

Cari compagni, ho appena terminato di pranzare, e, tra un boccone e l’altro, sono stato “allietato” dal servizio del TG1 a cura dell’ineffabile Pino Scaccia, il quale, parlando della visita di Bush a Roma, ci mette al corrente dell’esistenza di, cito testualmente, “gruppi anarchici autonomi”.
“Ohibò” dico io, quindi ci sono anche dei gruppi anarchici non autonomi, in buona sostanza esiste una Confanarchici (tipo Confcommercio, Confindustria) ed io non ne sapevo niente!!! E voi?, voi ne eravate a conoscenza o, come sempre, vi cullate nella beata ignoranza?
Oppure, mi viene in mente un’altra ipotesi, ci sono anarchici che fanno parte di Autonomia Operaia, o, viceversa, degli autonomiaoperaisti che militano in gruppi anarchici... chissà che confusione ideologica... comunque anche di questi mi sa che né io né voi né i compagni tutti ne sapevano niente.
Insomma compagni, orsù, basta disinformazione, seguiamo Pino Scaccia ed impariamo, finalmente, quello che c’è da sapere su anarchici, anarchia ed anarchismo!!!
... se comunque, nel frattempo, qualcuno di voi riesce a svelare il mistero è pregato di mettere tutti a conoscenza del risultato...
Vi abbraccio fraternamente e vi auguro una buona digestione con il TG1 “tutto ciò che avresti voluto sapere e non hai mai osato chiedere”.

Antonio Abbotto
(Sassari)

 

Una novità

Sabato 4 giugno eravamo in piazza, a Roma, ad accogliere Bush. Non è per noi una novità questa forma di ospitalità nei confronti dei governanti statunitensi, eravamo in piazza a febbraio del ’69 per accogliere Nixon. Non sarà stata una novità per una parte dei partecipanti alla manifestazione che, per anagrafe e spirito, avrebbero potuto essere in quella ed altre date e probabilmente c’erano.
Molte sono state le non novità. Siamo entrati nel corteo dal Lungotevere all’altezza del Circo Massimo; in fondo al Circo ci siamo fermati ad attendere dei compagni.
Dal corteo che ci seguiva, almeno due-tremila persone, escono prima alcuni manifestanti, poi alcune decine, in parte incappucciati, che attraversando il Circo lanciano sassi e razzi verso la polizia. Rientrano nel corteo. Riescono e lanciano razzi e alcune piccole molotov. Rientrano.
Non è stata una novità. Una tattica già teorizzata e utilizzata negli anni settanta e, in maniera diversa, più recentemente a Genova. Una dinamica che prevedeva nelle intenzioni il continuo “aumento del livello di scontro” attraverso l’azione di pochi e l’uso strumentale del corteo fino a pervenire ad una diffusa estensione delle azioni, non disdegnando l’uso di armi, proprie o improprie.
Una tattica violenta nei confronti del resto dei manifestanti che subiscono, non condividendo, l’azione e la reazione fisica e politica di quanto accade; una tattica che lascia molto spazio a presenze attive infiltrate, e che, in particolare oggi, non porta a nessun risultato nemmeno nell’ottica della originaria ispirazione, a parte, e nel migliore dei casi, ad una forma di terapia contro la rabbia malamente espressa in forme pesudo-teatrali.
Non è stata una novità. Al Circo Massimo siamo intervenuti contro comportamenti finalizzati a creare condizioni di scontro fisico con i gendarmi. Ci è successo già molte volte. Una delle maggiori frustrazioni che ricordiamo di aver subito nel tempo, e che ci siamo portati fino ad oggi, è stata quella di non essere intervenuti con sufficiente efficacia durante l’assalto a un’armeria romana da parte di un gruppo fuoriuscito da un corteo a cui partecipavamo intorno al ’77.
Stavolta, memori del passato e del tutto intenzionati a che non si ripetesse, abbiamo preso di petto questi incappucciati con parole chiare, precise, a brutto muso, come negli ultimi anni ci accade.
E c’è stata una novità. Altri compagni si sono agitati con noi, ci hanno seguito di istinto in questa paradossale posizione in cui ci siamo trovati, davvero insolitamente, a fare da “cuscino” tra i gendarmi e i “cattivoni”; una posizione non bella. Venti minuti. Urlacci, qualche spintone o poco più ma è riuscito: gli incappucciati – alcuni giovani, altri meno (più strutturati o “destrutturati”), altri mai riconoscibili – hanno interrotto l’azione. Abbiamo saputo poi che una scena simile era avvenuta anche a Piazza Venezia
Ed era cosa nuova. Per noi, che abbiamo sempre guardato con penosa degnazione lo sfoggio militarista dei vari “servizi d’ordine” che si sono alternati nel tempo, che abbiamo sempre creduto che il corteo si dovesse “autogestire” anche relativamente alla propria sicurezza, che siamo sempre stati convinti della bontà della azione collettiva suggerita dalla coscienza di chi è presente, questo momento di presa d’atto spontanea (e non spontaneistica) del corteo e l’azione che ne è seguita ci ha accarezzato il cuore di vecchi anarchici.
I fatti hanno superato le nostre ansie, e ci hanno confermato la bontà del nostro convincimento; persone, che non si conoscono, che non sanno cosa hanno in comune, persone che in un attimo, per scelta individuale, percorrendo una via non semplice, si muovono insieme a risolvere un problema annoso.
In un momento difficile un comportamento chiaro, logico, severo, pacifico, intelligente, autonomo, creativo, libertario per la sua genesi e per le forme con cui si è manifestato.
Questa è una novità e ci è apparsa una bella novità.

Linda, Adriano, ecc.
(Roma)

antiglo@mclink.it

 

 

I nostri fondi neri

Sottoscrizioni.
Ettore Valmassoi (Quero) ricordando Belfa, 25,00; Antonio Lombardo (Lequio Berria) 3,00; Aurora e Paolo (Milano) ricordando Amelia e Alfonso Failla, 500,00; Fausto Franzoni (Pianoro Nuova) 25,00; Emanuele Maurilio (Spoltore) 10,00; Aldo Curziotti (Sant’Andrea Bagni) 5,00; Gianluca Sanna (Siena) 30,00; Edy Zarro (Caslano – Svizzera) 50,00; Gianfilippo Gallo (Roma) 20,00; Leonardo Dolera (Capoliveri) 20,00; Settimio Pretelli e Antonio Tarasconi (Rimini) 25,00; Medardo Accomando (Manocalzati) 10,00; Giancarlo Tecchio (Vicenza) 20,00; Alessandro Natoli (Cogliate) 3,00; Roberta Principe (Erbusco) 5,00; Vincenzo Mazzuca (Rovito) 20,00; Laura Cipolla (Mediglia) 5,00; a/m Agostino Perrini, “Gramigna, giornale anarchico che cresce per dispetto”, 30,00; Massimo Ortalli e Cristina Valenti (Imola) ricordando Spartaco Borghi, 50,00; a/m Massimo Ortalli, Gruppi Anarchici Imolesi ricordando Spartaco Borghi, 50,00.
Totale euro 906,00.

Abbonamenti sostenitori.
Alessandro Milazzo (Linguaglossa) 100,00; Mauro Dosi (Mantova) 100,00; Loriano Zorzella (Verona) 100,00.
Totale euro 300,00.