Chi sostiene tesi che non stanno in piedi è costretto, spesso, a tirare in ballo argomentazioni sciagurate. Una di queste – usata ed abusata nelle chiese di ogni ordine – è quella che consiste nell'assegnare a qualcosa una “doppia natura”.
Ancora recentemente, contribuendo a rendere ancora più buio il clima medioevale che ci è riservato, ci dà dentro Gianfranco Ravasi, monsignore, che, richiesto di chiarire scienza e metodi relativi all'interpretazione della Sacre Scritture, non esita ad affermare che queste “per il credente presentano per così dire due nature”. Il “così dire” ha vita breve e la metaforina è presto oro colato. Perché “da un lato”, le Sacre Scritture “sono” (e non più per “così dire”) “parola eterna divina”, e, dall'altro sono incarnate (tra virgolette) in una storia, in un linguaggio umano e, bontà sua, in tre lingue tre, “concrete”, dice lui, come l'ebraico, l'aramaico e il greco. È così che la parola – un'unità divina-umana – diventa “verità” ed è così che, per leggerla e comprenderla, s'impone una “guida trascendente”, ovvero “l'aiuto dello Spirito Santo”, che, com'è ovvio, non tutti ce l'hanno. Senza questo aiuto le Sacre Scritture sarebbero ridotte a “meri testi letterari dell'antico Vicino Oriente”.
A chi e cosa giovi la mossa è palese: il lettore – credente o meno –, innanzitutto, viene espropriato di fatto dal testo; le stesse parole che lo costituiscono, poi, vengono espropriate di qualsiasi loro eventuale significato condiviso o negoziabile che sia e, al contempo, si trova un lavoro ben remunerato per qualche fortunato mediatore – l'aiutato dallo Spirito Santo che può leggere, comprendere e spiegare al meno illuminato. Qualcosa del genere – sostituendo il Partito allo Spirito Santo – è avvenuto in Unione Sovietica ai tempi di Stalin: l'istituzione di una “doppia verità”, di una doppia chiave di lettura per i testi “sacri” del Comitato Centrale, una per il popolo ed una per il “piccolo padre” e per la sua cerchia. Laura Salmon, in Teoria della traduzione, ci dà un esempio di soluzione radicale del medesimo tipo di problema allorché tratta del Corano e dei sistemi di trinceramento che lo riguardano. Si presume l'esistenza di un originale e, connaturandolo al verbo divino, lo si definisce intraducibile di principio. Conseguentemente, tutte le traduzioni sulle quali potremmo voler esercitare un qualunque esercizio – critico o non critico che sia – sono da considerarsi semplici “interpretazioni” e, come tali, private di alcun rapporto chiaro e certo con il testo “originale”.
Il “credente”, dunque, nel momento in cui comincia a “credere”, non solo deve credere ai contenuti delle varie “rivelazioni”, ma anche ad una “natura” letteralmente assurda dei mezzi tramite i quali questa “rivelazione” gli si rende disponibile – un intero sistema di “credenze” alle quali, in qualsiasi altra circostanza della sua vita, si ribellerebbe violentemente.
Ogni rapporto umano che non miri alla schiavitù dell'uomo da parte di un altro uomo ed alla sua giustificazione è basato sul rispetto del significato delle parole che al rapporto stesso danno un senso. Questo “impegno semantico” – mai preso una volta per tutte ma rinnovato costantemente nell'evoluzione stessa del linguaggio e dei mezzi espressivi tutti - è il primo atto identitario di una comunità e chi non lo rispetta è, innanzitutto, un truffatore, poi, nelle eventualità più sfortunate per la convivenza civile, può anche essere prete, mago, scienziato, artista, capopopolo e, salendo di grado, Papa, Genio, Dittatore.
Felice Accame
P.s.: P.s.: Non mi si venga a dire che anche in fisica si parla di doppia natura di qualcosa. È vero, verissimo – basta pensare al dualismo tra onda e particelle e alla teoria della complementarità di Nils Bohr. Tutte cose che, per l'appunto, costituiscono una chiara testimonianza di come filosofia e mistica invadano il campo della fisica.
P.p.s.: Mi accorgo che, nell'elenco conclusivo, non ho messo il Premier. Dev'essere a causa del fatto che non so l'inglese.
P.p.p.s.: Il libro della Salmon è edito da Vallardi nel 2003 e l'arrampicata del Ravasi è fatta sugli specchi della Confindustria, nel “Domenicale” del “Sole 24 Ore” del 19 febbraio 2006. |