rivista anarchica
anno 38 n. 335
maggio 2008


anticlericalismo

Giornate anticlericali

20-21-22 giugno 2008
Ponticelli di Malalbergo (Bo)
Casa del Popolo

L’ingerenza e la prepotenza clericale in Italia non conosce soste. L’attuale struttura gerarchica della Chiesa cattolica conferma la linea d’intervento che vede la società italiana come una società da evangelizzare e indottrinare politicamente.
Nonostante alcune differenze dovute al contesto socio-politico attuale, papa Ratzinger prosegue l’apostolato cattolico di papa Woytila, nel nome della tradizione del Vaticano (ieri a fianco della “speculazione anticomunista”, oggi promotore della beatificazione di individui legati al franchismo). I vertici della Chie­sa (dalla segreteria dello stato Vaticano, alla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana) non mancano occasione per ribadire la loro volontà egemonica all’interno della società italiana.

Non vi è settore sociale (dall’assistenza, all’istruzione, alla sanità, all’esercito, al governo) in cui le organizzazioni clericali non facciano i loro lauti affari al riparo del regime concordatario (nato dai Patti Lateranensi firmati dal Duce, avvallato nella nostra Costituzione e riaffermato dal concordato Spadolini-Craxi) che concede, alla gerarchia cattolica ed alle sue strutture d’intervento, in un gioco delle parti con i partiti politici e le organizzazioni imprenditoriali, il privilegio di poter dire e fare ciò che a loro più aggrada, a tutto beneficio delle loro finanze e del potere che esercitano.
Nonostante questo oggettivo ruolo egemonico la strategia del papato è quella di alzare il tiro: sia inoltrando nuove richieste di finanziamento e di privilegi, sia intervenendo “a gamba tesa” su innumerevoli questioni che afferiscono alla libertà di espressione, di pensiero, di comportamento.
Avendo dal governo italiano (sia di destra che di “sinistra”) uno storico riconoscimento di privilegio, il papato vuole essere riconosciuto anche dal governo europeo come interlocutore privilegiato per poter godere non solo dei finanziamenti statali ma anche di quelli comunitari. Da qui la campagna sulle “radici cristiane” dell’Europa.
Essendo la Chiesa uno dei pilastri del potere costituito (non dimentichiamoci che il Vaticano è proprietario del 22% del patrimonio immobiliare italiano) non possiamo aspettarci un’efficace azione di contrasto da parte del ceto politico. Sono ormai decenni che qualsiasi voce fuori dal coro viene messa nelle condizioni di tacere o non nuocere.
Di fronte alla crisi del sistema economico, politico e sociale contemporaneo, le strutture di dominio politiche e religiose si sostengono e si legittimano a vicenda.
Non dimentichiamo a tale proposito la “guerra giusta” coniata da Woytila a sostegno della campagna di Croazia (1994) che ha aperto e legittimato la carneficina nei Balcani. E il ceto politico ricambia con finanziamenti ed esenzioni che oggi si aggirano nell’ordine dei 5 miliardi di euro:

  • finanziamento alle scuole cattoliche
  • finanziamento alle cliniche private
  • assunzione degli insegnanti di religione (di nomina episcopale)
  • otto x mille (che è poi l’1 per cento) dell’IRPEF
  • esenzione dell’ICI
  • 8 per cento degli oneri di urbanizzazione
  • stipendi per cappellani militari, ospedalieri, scolastici, etc.
  • 60 % dei finanziamenti del ministero dei beni culturali
  • 80% dei finanziamenti del ministero delle politiche sociali.

Accanto a questo la struttura clericale si avvale dei privilegi concordatari e dell’extraterritorialità vaticana per tutte le più spericolate operazioni economico-finanziarie: banche, assicurazioni, agenzie di viaggio, commerci di materiali “riservati” (medicinali, armi, etc.).
Non è un caso che nella migliore tradizione del movimento operaio la chiesa e lo stato borghese fossero considerati uno dei principali ostacoli da abbattere per l’emancipazione umana.

Il movimento anticlericale da sempre combatte l’ingerenza del clero nella vita sociale, la Chiesa è un’istituzione nata con lo scopo di fare politica nel nome di una credenza spirituale soggettiva utilizzata come ideologia di massa.
Nel nome di Dio si sono fatte crociate, si sono benedette le armi delle guerre imperialiste, si sono creati ceti politici con l’obiettivo di favorire il potere del clero, si sono scomunicate e uccise persone con idee diverse, si sono chiusi troppe volte gli occhi davanti a soprusi per interesse.
Ed è così anche oggi!
Per questo alcuni gruppi di compagne e compagni pensano che sia opportuno dare voce e visibilità all’iniziativa anticlericale.
Un’iniziativa che non si sovrappone ma affianca le lotte laiche e libertarie in corso, in particolare quella delle donne che hanno nell’oscurantismo clericale uno dei peggiori nemici:

  • contrasto al riconoscimento delle unioni civili
  • riconoscimento e promozione della famiglia patriarcale come primo luogo relazionale affettivo e formativo (la donna deve ritornare al suo ruolo “naturale” riproduttivo)
  • messa in discussione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza
  • divieto all’uso di metodi di regolazione artificiale delle nascite (astinenza come lotta all’AIDS)
  • condanna a qualsiasi forma di riproduzione assistita
  • divieto di scegliere sul proprio corpo (eutanasia).

Essendo poi le ragioni della Chiesa “sante”, si può ben capire la nostra difficoltà a difendere o proporre un punto di vista diverso, non confessionale, ad affermare che il nostro anticlericalismo non è opposizione alla religione ma alla politica religiosa della Chiesa cattolica.

Associazione Primo Moroni
Ponticelli (Bo)

Circolo Anarchico “Camillo Berneri”
Bologna

rivista LiberAmente
Venezia, Bologna, Fano, Roma, Ragusa

Circolo Iqbal Masih
Bologna

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