rivista anarchica
anno 39 n. 344
maggio 2009


lettere

 

Come è morto Alfredo Tassi?

Gentili redattori di A Rivista anarchica,

Vorremmo segnalare una notizia ignorata dalla stampa italiana ma che noi riteniamo di estrema importanza.

Riguarda la morte di un ragazzo di soli ventisette anni, Alfredo Tassi, artista e performer, tecnico della nota compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio, deceduto in un teatro francese mentre stava usando un macchinario scenico.

Ci sembra giusto inoltrarvi la notizia perché apre interrogativi non indifferenti su cosa significhi morire oggi sul lavoro, e su quali siano le condizioni di sicurezza vigenti oggi all’interno anche delle maggiori compagnie teatrali italiane, dove ogni giorno centinaia di giovani ragazzi inseguendo un sogno rischiano la vita, lavorando in condizioni di assoluta pericolosità.

Alfredo Tassi è nato ad Offida, in provincia di Ascoli Piceno, nel 1981. Era scultore, mimo e performer con il duo teatrale Dalfrenzis, con cui aveva negli ultimi anni messo in scena numerosi spettacoli, riscuotendo successo e vincendo anche diversi premi di prestigio. Il 5 febbraio del 2009 la sua corsa si è fermata a Digione, in Francia, dove stava allestendo le scenografie per lo spettacolo “Inferno”, in circostanze misteriose su cui la Gendarmeria francese sta ancora indagando.
Le prime confuse notizie ci parlarono di un malore improvviso (si vociferava inizialmente: un attacco di cuore), mentre l’esame autoptico ha accertato che la morte è avvenuta per “emorragia interna causata dalla distruzione del fegato e del rene destro”. Un incidente sul lavoro? Cosa altro? Non abbiamo risposte in tasca, fatto sta che nessuno ha ancora saputo o voluto rispondere a diversi interrogativi che riguardano le precise circostanze dell’incidente.

E fatto sta anche che, mentre in Francia gran parte della stampa si è occupata di questo dramma interrogandosi sul tema della sicurezza nel mondo del lavoro e nel mondo del teatro, in Italia non siamo riusciti in un mese a trovare una sola redazione, neppure on line, pronta ad interessarsi a questo caso ancora aperto, riguardante la morte di un giovane artista italiano deceduto all’estero e sul lavoro.

Perché? Vi chiediamo per favore di seguire sulle vostre pagine il procedere dell’indagine, e di aiutarci a far sì che il sacrificio di Alfredo serva per lo meno a sollevare la questione della sicurezza all’interno dei Teatri italiani. Vi chiediamo di infrangere la assordante cortina di silenzio che da oltre un mese, in Italia, circonda l’intera vicenda.

Ringraziandovi per l’attenzione, vi segnaliamo due blog aperti dagli amici di Alfredo, che raccolgono informazioni, articoli e memorie: http://dialfredo.blogspot.com, http://ungiocomortale.blogspot.com.

Alcuni amici di Alfredo
elemanue80@yahoo.it

A proposito di Godwin... e di Frankenstein

Gentili compagni,
ieri sera assistendo al programma “Voyager“ su Rai 2 sono sobbalzato sulla sedia. Il programma, infatti, tra le altre cose trattava di Mary Shelley, l’autrice di Frankenstein, nonché figlia di William Goodwin.
Ebbene nonostante l’argomento fosse la genesi del noto racconto horror, incidentalmente si è parlato anche di colui che viene considerato il precursore dell’anarchismo. Sembra che Goodwin fosse appassionato di spiritismo e alchimia... E non è tutto.
Sembra anche che egli facesse esperimenti sui cadaveri trafugati nei cimiteri. Esperimenti a cui assisteva anche la piccola Mary...
Ora vi chiedo: risultano veri questi fatti? Nelle varie biografie che ho letto non si accenna mai neanche minimamente a tali cose. Anzi. Ma come? Proprio lui, illuminista radicale, ateo dichiarato, pedagogo che difese le sue idee fino alle estreme conseguenze?
Vi prego, fate chiarezza. Rispondetemi.
Buon lavoro e cordiali saluti.

Davide Schifano
(Caltanissetta)

Caro Davide,
non ho visto la trasmissione di cui parli (so però che è un programma caratterizzato dal sensazionalismo) ma così, ad occhio, stando a quanto ne racconti, direi che sono state dette se non delle sciocchezze, sicuramente delle imprecisioni, volute ed esagerate. Ciò che noi sappiamo di William Godwin, considerato il “padre” dell’anarchismo, è che era un figlio dell’illuminismo che aveva rigettato l’educazione religiosa ricevuta in gioventù diventando un razionalista convinto, e come tale presumibilmente poco incline allo spiritualismo e all’irrazionale, anche se in tarda età subì le suggestioni di una sorta di panteismo paganeggiante. Quindi, come si potrebbe pensare a sue frequentazioni non solo con il mondo della magia ma addirittura con quello della necrofilia?
Effettivamente Godwin coltivò a lungo, ma soprattutto in tarda età, un notevole interesse per i poteri magici, tanto che nel 1834, pochi anni prima della morte, scrisse un libro intitolato Lives of the Necromancers, frutto delle sue approfondite conoscenze sul mondo della magia nera e del soprannaturale. Da qui, però, ad andare a sezionare cadaveri nel cuore della notte, in compagnia della figlioletta Mary ce ne corre. Su una simile diceria posso solo fare delle ipotesi, rifacendomi alla feroce polemica fra Godwin e lo scrittore Thomas De Quincey (quello de L’assassinio come una delle belle arti e Le confessioni di un mangiatore d’oppio) nel corso della quale costui, per demolirne la figura pubblica, si lanciò in sensazionali accuse contro l’autore di Political Justice. Accuse che, probabilmente, esageravano pretestuosamente gli interessi negromantici di Godwin, descrivendolo come un macabro frequentatore di cimiteri.
Accuse che, a quanto pare, anche se ormai storicamente demolite, sono state riprese, con ben poca serietà, dal conduttore di Voyager.

Massimo Ortalli

 

 

 

 

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