Il 1974 si chiude con il n. 34 (dicembre 1974) con una copertina dedicata alla
Spagna. All’interno, una lunga intervista a un giovane anarchico di Barcellona, 23 anni, sfuggito all’arresto e scappato all’estero. È questa la prima di una consistente serie di copertine che, nel decennio tra la metà degli anni ’70 e ’80, metteranno al centro dell’attenzione la Spagna, nella fase del passaggio tra il franchismo e la democrazia. A monte di questa particolare attenzione ci sono al contempo ragioni storiche e di attualità.
Tra le prime, un ruolo fondamentale aveva la perdurante memoria della mitica Rivoluzione Spagnola del ’36-’37, sviluppatasi tra mille contraddizioni nel pieno della vera e propria guerra tra le truppe del generalissimo cattolicissimo Francisco Franco e il variegato fronte antifascista. Quegli avvenimenti videro, tra l’altro, la partecipazione numerosa ed entusiasta di antifascisti italiani – tra cui numerosi furono gli anarchici – entusiasti di poter combattere sul campo quel fascismo che sembrava (quasi) inattaccabile in patria.
Tra le ragioni di carattere attuale, c’era la speranza che il forte radicamento storico dell’anarchismo in terra iberica potesse assicurare, in un domani che si percepiva assai vicino, un forte rilancio della nostra presenza, al punto da segnare e condizionare ila scena socio-politica spagnola.
L’altro tema forte del n. 34 di “A”, evidenziato dalla foto di operai in una fabbrica e dalla scritta “Pro o contro i consigli di fabbrica” in quarta di copertina, è appunto quello delle nuove forme di organizzazione “dal basso” della classe lavoratrice. La redazione mette intorno a un tavolo alcuni lavoratori anarchici impegnati nelle lotte e nell’organizzazione sindacale “alternativa” e ne esce un confronto approfondito e interessante. Da notare il fatto che tutti i lavoratori siano maschi: poche le lavoratrici? (non crediamo); poche le lavoratrici anarchiche impegnate? (può darsi); scarsa l’attenzione della nostra redazione nell’organizzare la tavola-rotonda? (probabile). Sta di fatto che questa nostra annotazione “di genere” deve far riflettere.
Altri temi affrontati nelle consuete 28 pagine del numero (meno di un quarto di quelle del numero di “A” che avete in mano ora): il pensiero dello psicoanalista Erich Fromm su società e aggressività la politica economica del Partito Comunista, il divario tra Paesi sviluppati e “sottosviluppati”, il sapere come “proprietà” dei nuovi padroni e alcune cronache di carattere attuale (soprattutto legate alla repressione statale passata e presente: il 5° anniversario della Strage di Stato, il caso dell’anarchico Giovanni Marini, ecc.).
Da segnalare, infine, l’annuncio della prossima uscita della “rivista internazionale di ricerche anarchiche” Interrogations, che per qualche anno uscirà in 4 lingue (inglese, francese, spagnolo e italiano) e che costituirà un raro tentativo di superare quei limiti linguistici che di fatto limitano la circolazione delle idee, anche in un ambito a naturale e dichiarata vocazione internazionalista quale è quello anarchico.