rivista anarchica
anno 42 n. 373
estate 2012


ANARCHISMO

Sugli anarchici antiorganizzatori

di Antonio Senta1


Luigi Galleani è senza dubbio la figura chiave tra i circoli antiorganizzatori, un leader a tutti gli effetti. Attivo soprattutto in Italia e negli Stati Uniti dove vive tra il 1901 e il 1919.



Come è noto, la critica di Bakunin nei confronti dell'Internazionale marxista coinvolge i concetti di autorità, burocrazie e centralismo, tutti elementi dannosi per il movimento rivoluzionario. Da lì in avanti gli antiautoritari dibattono e sviluppano ulteriormente il tema dell'organizzazione.
La sezione italiana della prima Internazionale è una associazione allo stesso tempo socialista, anarchica, comunarda, collettivista, atea, rivoluzionaria e federalista. (2) Organizza diversi congressi regionali tra il 1871 e il 1880, anche se dal 1880 è indebolita a causa della continua repressione. Include quattro diverse tendenze: l'evoluzionista, la socialista rivoluzionaria, la comunista anarchica, l'individualista. L'anarchismo nasce dalle sue ceneri, (3) è un movimento plurale che comprende militanti favorevoli all'organizzazione, cosiddetti antiorganizzatori, individualisti e amanti della “propaganda del fatto”.
Un processo in organizzazione in “partito”, come lo definisce anche Malatesta, nel senso di “associazione fra anarchici”, comincia al congresso di Capolago del 1891. È però una dinamica lenta e Capolago è una tappa di un cammino molto lungo e difficile: il convegno nazionale successivo si sarebbe svolto sedici anni dopo a Roma (1907), e dopo di esso sarebbero passati altri otto anni prima di un nuovo appuntamento nazionale (Pisa, gennaio 1915). La fine della prima guerra mondiale e la rivoluzione russa sono tra i fattori che contribuiscono ad accelerare il processo di organizzazione: alla fine degli anni dieci si tengono vari convegni e congressi che sfociano nella fondazione dell'Unione Comunista Anarchica Italiana nel 1919, che diventerà l'Unione Anarchica Italiana nel 1920.
La stragrande maggioranza degli anarchici italiani è antiorganizzatrice fino alla fine degli anni dieci e molti anche dopo. Bisogna dire però che da una parte costoro, nonostante tale definizione, non rifiutano di organizzarsi, dall'altra grosse differenze li separano dagli individualisti, cui spesso vengono erroneamente accomunati. Questi ultimi sono influenzati dalle idee di Max Stirner, spesso mescolate con influenze nicciane. Più che Stirner e Nietzsche a formare il retroterra politico degli antiorganizzatori sono invece Bakunin, Kropotkin, Gori, Reclus ecc. Al contrario degli individualisti, gli antiorganizzatori riconoscono il valore dell'azione collettiva e il ruolo del proletariato nel processo rivoluzionario.
Come accennavo, anche se il tema dell'organizzazione è sempre oggetto di dibattito nel movimento, la grande maggioranza degli anarchici non rifiuta il concetto di organizzazione. Gli antiorganizzatori negano la validità di qualsiasi struttura formale perché in essa vedono i primi segni dell'elitismo e della burocrazia, ma ciò non toglie che essi ritengano utile organizzarsi praticamente per migliorare la propria azione rivoluzionaria. Opponendosi a qualsiasi struttura formale, ma riconoscendo allo stesso tempo il valore dell'azione collettiva, gli anarchici antiorganizzatori lasciano il campo aperto a un altro fattore: il carisma personale.
Luigi Galleani è senza dubbio la figura chiave tra i circoli antiorganizzatori, un leader a tutti gli effetti. Attivo soprattutto in Italia e negli Stati Uniti dove vive tra il 1901 e il 1919, oratore e editore, riesce a promuovere attorno a sé una rete solidale di militanti dediti all'azione diretta e alla rivolta antiautoritaria, con un grande obiettivo comune: provocare una rivoluzione sociale transnazionale e permettere così agli sfruttati di organizzare una società libera e comunista. (4)

Luigi Galleani

Il primo pseudonimo: Mentana

Galleani nasce a Vercelli il 12 agosto 1861 da genitori benestanti e monarchici; studia legge all'Università di Torino e diventa ben presto un ardente repubblicano. Finisce gli studi ma non ottiene la laurea, preferendo dedicarsi piuttosto all'attività politica. Come molti giovani democratici è influenzato al mito del Risorgimento e ha grande stima per personaggi come Carlo Pisacane, Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, dei quali ammira l'attivismo senza soste e la completa devozione alla causa. Costoro, come Felice Orsini, il patriota che prova ad ammazzare Napoleone III nel 1858, incarnano la volontà umana nell'accelerare il processo della storia e il progresso sociale. Non è un caso quindi che egli si firmi spesso nei suoi articoli con lo pseudonimo Mentana, la città laziale dove le camicie rosse garibaldine si scontrano con le truppe pontificie il 3 novembre 1867 nel tentativo di conquistare la città di Roma all'Italia.
La sezione italiana dell'Internazionale ha relazioni strettissime con il Risorgimento democratico. Sono molti i patrioti, già cospiratori risorgimentali, volontari garibaldini e fautori di società operaie che fondano i primi nuclei internazionalisti o aderiscono all'Internazionale dopo la Comune di Parigi del 1871, fatto che provoca l'opposizione di Mazzini da una parte e il supporto di Mikail Bakunin dall'altra. Soprattutto nella sua prima fase, dal 1870 al 1874, l'Internazionale è influenzata tanto da Bakunin quanto da Garibaldi grazie all'opera di militanti vicino al primo come Fanelli, Friscia, Gambuzzi, Dramis, e altri vicini al secondo, quali Ceretti, Suzzara-Verdi, Castellazzo. (5)
Tra il 1881 e il 1885 il repubblicanesimo di Galleani si avvicina progressivamente al socialismo. Scrive per diverse testate locali, tra i quali “La Boje!” di Vercelli e aderisce al Partito Operaio Italiano, che include socialisti legalitari e antiparlamentaristi, partecipando al congresso di Bologna del 1888. Nel primo numero de “La Boje!” scrive a mò di presentazione di sè: “Chi siamo? Siamo un pugno di ribelli, figli della rivoluzione, nati per la rivoluzione”. (6)
Attivissimo nelle lotte operaie e contadine tra Piemonte e Liguria, fin da giovane è definito un leader. Il suo stesso aspetto fisico e il suo portamento sono rivelatori di un indubbio carisma: discretamente alto, robusto, vestito sempre elegantemente, lo sguardo fiero e il pizzo lo fanno apparire severo. Ma quel che più colpisce, e preoccupa la polizia, è il fatto che egli è un oratore eccezionale. La sua eloquenza ricorda quella dei suoi eroi risorgimentali e la voce vibrante è in grado di toccare le corde di tutti quegli sfruttati che accorrono ad ascoltarlo. (7)
Ricercato dalla polizia, è costretto a rifugiarsi a Parigi, luogo centrale per il sovversivismo internazionale. Qui incontra vari militanti tra i quali Errico Malatesta, Paolo Schicchi, Saverio Merlino, Galileo Palla e Amilcare Cipriani, prende parti alle agitazioni del Primo Maggio e probabilmente è uno degli autori di un volantino incendiario che incita i lavoratori a scendere nella via armati e a imporsi con la violenza così da vincere e vincere per sempre. (8) Incarcerato e poi espulso, passa in Lussemburgo e raggiunge la Svizzera, dove stabilisce stretti rapporti con Elie ed Elisée Reclus. Quest'ultimo, già celebre geografo e teorico dell'anarchismo, gli dà ospitalità per alcuni mesi e ha grande influenza sulla sua formazione. Nel pensiero di Reclus da un lato c'è una analogia tra natura e anarchia, per cui la natura è sinonimo di armonia ed equilibrio e l'anarchia è, stando a un suo motto, “la più alta espressione dell'ordine”, dall'altro la storia è vista come un processo di evoluzione e rivoluzione (in cui la seconda accelera la prima) in un quadro generale di sviluppo e di progresso la cui ultima tappa è appunto l'anarchia. (9)
Questa filosofia influenza Galleani in due sensi. Innanzitutto rafforza l'idea per cui la distruzione è il primo passo necessario per liberarsi di tutte quelle costruzioni innaturali che opprimono l'umanità e per aprire la via all'anarchia; in secondo luogo suggerisce che gli uomini – e gli anarchici – non hanno bisogno di strutture artificiali per organizzarsi in quanto essi sono naturalmente in grado di cooperare tra loro.
Nel gennaio del 1891 partecipa al congresso di Capolago dove circa ottanta delegati dibattono per tre giorni e approvano un manifesto e un programma socialista-anarchico-rivoluzionario, stilato da Malatesta, Merlino, Gori, Pellaco, Cipriani e lo stesso Galleani, in cui costoro indicano la rivoluzione come unico mezzo per eliminate l'oppressione sociale e raggiungere il socialismo, rifiutando così ancora una volta il parlamentarismo e il riformismo. I delegati non stabiliscono una struttura nazionale stabile e si limitano a nominare delle commissioni di corrispondenza regionali che non hanno potere decisionale, rispettando così quei principi di libertà e autonomia dei gruppi e dei singoli rispetto all'organizzazione, stabiliti al congresso di Saint Imier del 1872. (10)
A Capolago si decide anche di dare vita ad agitazioni rivoluzionarie in occasione del Primo Maggio e si indica in Cipriani e in Galleani i due oratori incaricati di fare giri di propaganda per la penisola. L'arte oratoria di Galleani è conosciuta e ritenuta il mezzo migliore per muovere i lavoratori all'azione. (11) Da Sampierdarena egli viaggia così attraverso l'Italia tenendo centinaia di comizi e conferenze, nonostante diversi ostacoli che gli frappone la polizia.

A Pantelleria, ma non in vacanza

Nel 1892 insieme a Pietro Gori rappresenta gli anarchici al congresso di Genova del Partito Operaio Italiano – là dove nasce il futuro Partito Socialista Italiano – e ha un ruolo importante nella rottura che avviene con i socialisti legalitari.
Meno di due anni più tardi, tra il dicembre 1893 e il gennaio 1894, mentre in Sicilia prima e in Lunigiana e a Carrara poi esplode la rivolta, è arrestato per associazione criminale, ovvero anarchica. Il processo si tiene proprio mentre la repressione nei confronti dei presunti colpevoli dei moti è al suo apice. È condannato a tre anni di prigione e cinque di domicilio coatto a Pantelleria e Favignana. La vita qui è difficile come dovunque in quelle isole del Mediterraneo che Crispi riempie di centinaia di detenuti. In queste colonie penali le violenze delle guardie sono innumerevoli e altrettanti sono gli atti di ribellione. Durante il suo soggiorno a Pantelleria riesce a stabilire buone relazioni con la popolazione: (12) dà lezioni ai ragazzi dell'isola, va ad abitare per conto proprio, incontra Maria Rallo, un'anticonformista pantese di venticinque anni che lo seguirà poi negli Stati Uniti (13) e diventa buon amico di Andrea Salsedo che gli sarà sodale nelle sue imprese al di là dell'Oceano. (14)
Intanto in continente socialisti, repubblicani ed anarchici danno vita ad agitazioni per la liberazione delle centinaia di prigionieri politici confinati sulle isole. Il Partito socialista decide di candidarne in Parlamento alcuni tra i più conosciuti, con l'obiettivo di liberarli, e lo stesso Galleani, nonostante la sua contrarietà, viene candidato nel luglio 1897. (15) In risposta a tale tattica alcuni anarchici costretti a Pantelleria, Ponza, Ventotene e Lampedusa editano il numero unico “I Morti”, stampato ad Ancona il 2 novembre 1898, in cui spicca l'articolo di Galleani dal titolo programmatico Manet immota fides. Qui egli scrive chiaramente ancora una volta che gli anarchici non avrebbero mai accettato la liberazione in cambio della partecipazione alle elezioni. Tale articolo indica con chiarezza la sua estrema fermezza e ha grande influenza sui compagni, in particolare sui più giovani. (16)
Sul finire del 1899, dopo tre anni di prigionia, riesce a scappare da Pantelleria e a raggiungere prima Tunisi e poi, attraverso Malta e Alessandria d'Egitto, Il Cairo, grazie a una rete di supporto che si estende da Paterson a Londra (Reclus e Emidio Recchioni), da Tunisi (Niccolò Converti) a Napoli, dove probabilmente partecipa all'operazione il nucleo raccolto attorno al giornale socialista “La Propaganda”.
Al volgere del secolo ha maturato ormai il suo pensiero e le sue convinzioni sono più ferme che mai. (17) Oltre a Reclus è un altro grande a influenzare profondamente le sue idee: Pëtr Kropotkin. Reclus e Kroptkin sono buoni amici fin dal 1877 e, entrambi geografi, condividono lo stesso approccio naturalistico all'anarchia. Anche in Kroptkin c'è la convizione che essa corrisponda alla scienza, in quanto quest'ultima, basandosi sulla solidarietà e la coperazione, è l'esatto opposto del dominio. Anche qui la scienza e l'anarchia coincidono a loro volta col progresso, visto nei termini di un certo determinismo scientifico e storico, sebbene non marxista. Le sue osservazioni sulla vita degli animali e degli uomini, rivelano che il “mutuo appoggio” è un importante “fattore di evoluzione”. Esso è prevalente ad ogni livello della vita animale e umana, nonostante i conflitti esistenti di fatto e il sorgere dello Stato, che è di per sé autoritario e oppressivo. Il mutuo appoggio è inoltre alla base dell'etica, poiché ogni uomo dipende dall'altro, e considera i diritti dell'altro uguali ai propri. (18)
Basandosi sulle concezioni di Reclus e di Kroptkin, Galleani si convince così che qualsiasi organizzazione, artificale o formale, sia autoritaria perché è la natura in sé a portare gli uomini ad associarsi e sia quindi contraria tanto all'anarchismo quanto alla natura. Qui sta la base del suo essere antiorganizzatore. Inoltre egli condivide con Kroptkin l'idea per cui la storia è una continua lotta tra la libertà e l'autorità. La completa affermazione della libertà può essere raggiunta solo attraverso una rivoluzione sociale in grado di espropriare la borghesia, distruggere lo Stato e instaurare il comunismo cui concorrono liberamene tutti gli sfruttati. (19)
A questi elementi il nostro affianca un ulteriore fattore, quello del diritto alla rivolta (diritto che nel militante anarchico diventa a tratti dovere) degli sfruttati, al di là di qualsiasi opportunità politica.



Anarchismo antorganizzatore

Galleani è ancora al Cairo quando il 29 luglio 1900 Gaetano Bresci colpisce a morte Umberto I. Deve essere orgoglioso dell'atto del suo compagno, considerato il suo entusiasmo per le azioni individuali di propaganda del fatto. Già gli anni ottanta e novanta dell'ottocento sono segnati da una serie di omicidi di governanti e di esplosioni, un urlo di rabbia contro la miseria e la repressione poliziesca attraversava l'Europa: nomi come Ravachol, Léon-Jules Léauthier, Auguste Vaillant, Emile Henry, Sante Caserio, Paulino Pallas, Paolo Lega, Pietro Acciarito, Sofia Perowskaia, Michele Angiolillo, Luigi Lucheni, Clemente Duval ecc. infondono coraggio e fierezza tra i compagni. Gli anarchici sono in prima linea, in una fase in cui la rivoluzione sociale sembra questione di mesi. Lo stesso Kropotkin è a favore della propaganda del fatto nei suoi anni giovanili e Galleani non è da meno, e ricorderà sempre questi nomi sulla stampa anarchica e nei suoi discorsi, indicandoli come esempio ai compagni. (20) L'ammirazione che egli ha per questi “eroi” è la stessa che aveva da giovane per quelle figure del Risorgimento come Orsini e Pisacane. Dal punto di vista politico inoltre ogni atto individuale per lui può essere sempre l'inizio di una sollevazione collettiva e si deve considerare come qualcosa che sta in mezzo tra la mera teoria e il movimento insurrezionale di massa.
Si ferma al Cairo per circa un anno e, dopo un breve passaggio a Londra, sbarca a New York nell'ottobre del 1901. Un mese prima, il 6 settembre, l'anarchico Leon Czolgosz ammazza il presidente degli Stati Uniti McKinley a Buffalo e il 29 ottobre è giustiziato sulla sedia elettrica.
Galleani assume la redazione de “La Questione Sociale”, guidato in precedenza prima da Giuseppe Ciancabilla e poi da Errico Malatesta e si stabilisce a Paterson. Non ci rimane a lungo però, perché comincia ben presto giri di propaganda attraverso il New Jersey, la Pennsylvania, il Connecticut e il Vermont. Torna a Paterson per dare il proprio supporto al massiccio sciopero dei tintori del 1902. La valenza positiva degli scioperi non è per lui quella di ottenere riforme o miglioramenti salariali, ma di essere passaggi necessari in cui è possibile sperimentare il boicottaggio, il sabotaggio e la rivolta,in vista dello sciopero generale insurrezionale, vero obiettivo della sua attività rivoluzionaria. Per mesi incita i lavoratori di Paterson dalle colonne de “La Questione Sociale”, con volantini, manifesti e comizi. Quando tra il giugno e il luglio 1902 la rivolta scoppia aperta e vengono assaltate e distrutte fabbriche e tintorie, è in prima linea tanto da rimanere ferito da un colpo di pistola. Ricercato dalla polizia si rifugia quindi a Montreal.
Sin dallo sbarco negli Stati Uniti sono chiari i tratti del suo anarchismo antiorganizzatore. Egli non vuole creare una organizzazione stabile, né politica (federazione anarchica), né economica (sindacato). Nonostante consigli i compagni ad aderire alle associazioni dei lavoratori per influenzarle con la loro propaganda, è estremamente sospettoso dei leader sindacali. Tale visione è così influente tra gli anarchici italoamericani che essi, sebbene siano uno dei gruppi etnici più influenti tanto per numero quanto per grado di militanza, non giocano mai un ruolo considerevole nel movimento operaio organizzato. (21)
Egli cerca quindi di organizzare il movimento non attraverso strutture formali ma per mezzo della sua penna e della sua voce, cioè con le pubblicazioni, i meeting e i comizi. Quando parla i compagni rimangono rapiti dalla sua magnetica personalità: tocca il loro animo, al punto che sono in molti ad ammettere di “pendere dalle sue labbra”. (22)
Se molti anarchici apprezzano la chiarezza delle sue parole altri, per lo più illetterati, ammettono che non lo capiscono esattamente quando parla, perché è troppo “filosofico”, ma lo stanno ad ascoltare con entusiasmo perché è in grado di infondere loro emozioni e speranze. (23) “Senti parlare Galleani e sei pronto a sparare al primo poliziotto che vedi”: c'è sicuramente qualche esagerazione in questa testimonianza di un giovane militante ma essa dà la cifra dell'influenza che il nostro ha sui compagni. (24) Nel movimento le conferenze e i comizi vanno di pari passo con rappresentazioni teatrali, concerti, balli, tombole e pic-nic, tutti momenti fondamentali nel dare vita a una socialità sovversiva e a rafforzare la solidarietà tra i libertari. (25) La solidarietà concreta è la vera sostanza dell'anarchismo dei galleanisti e sostituisce l'organizzazione formale.
Nel 1903 ritorna illegalmente negli Stati Uniti e si stabilisce a Barre, nel Vermont, dove comincia ad editare un nuovo incendiario periodico, quella “Cronaca Sovversiva” che sarà in grado di scuotere l'animo indocile dei giovani militanti e di diventare presto uno strumento essenziale nell'organizzare praticamente il movimento. Dà voce alle lotte operaie e alle idee anarchiche contro lo stato, la chiesa, l'esercito, la famiglia e qualsiasi autorità. Offre resoconti di quel fanno i compagni in varie parti di un territorio sconfinato, è diffuso da una solida rete di diffusori e vive grazie alle sottoscrizioni di militanti e simpatizzanti che vengono raccolte soprattutto durante i pic-nic, le rappresentazioni teatrali, i comizi ecc. Da questi elementi si capisce perché Armando Borghi sosterrà poi, ricordando i galleanisti, che “gli antiorganizzatori erano il gruppo più organizzato”. (26)
All'inizio del XX secolo la tendenza antiorganizzatrice è diffusa non solo negli Stati Uniti, ma anche in Italia. Come accennavo all'inizio, il processo verso una struttura nazionale è lento e raggiunge i primi risultati solo nel 1919. I cosiddetti organizzatori, tra quali Errico Malatesta e Luigi Fabbri, credono che una struttura nazionale, rispettosa del principio di autonomia, sia più efficace nel provocare la rivoluzione sociale. Inoltre essi pensano che una organizzazione formale sia in grado di neutralizzare, o comunque limitare, la funzione dei leader e la tendenza all'accumulazione di potere in poche mani da cui non sfuggono neppure gli anarchici. In teoria l'unico organo decisionale sono le assemblee, o congressi, dove si stabiliscono commissioni che hanno solo potere esecutivo, come nel caso delle commissioni di corrispondenza cui spetta il compito di facilitare le relazioni tra i diversi gruppi. Ad esempio è il congresso a stabilire a chi spetti la direzione del periodico del movimento, seguendo così un meccanismo che si può definire di “democrazia diretta”.

La “Cronaca Sovversiva”

Al contrario Galleani è convinto che ogni organizzazione si basi su due cardini, la delega e la centralizzazione, che sono gli equivalenti del parlamentarismo e del governo. Ecco perché i galleanisti rifiutano più volte di costituire una federazione anarchica degli Stati Uniti. (27) “Il partito, qualunque partito, ha il suo programma che è la sua carta costituzionale; ha nelle assemblee dei delegati dei gruppi o delle sezioni, il suo parlamento; negli organi direttivi, nelle giunte o comitati esecutivi, ha il suo governo; è insomma una graduale sovrapposizione di organi che per quanto larvata riesce una propria e vera gerarchia tra i varii stadii della quale non è che il vincolo: la disciplina, le cui infrazioni o contravvenzioni si scontano con pene congrue che vanno dalla deplorazione alla scomunica, alla espulsione”. (28)
Egli è estremamente abile nell'identificare tale processo di burocratizzazione come il reale pericolo di ogni organizzazione. Come dirà un suo compagno, Guy Liberti: “ha capito il pericolo dell'organizzazione. Nel momento in cui una organizzazione si fa adulta diventa conservatrice, e quando raggiunge la piena maturità diventa reazionaria. Così è stato per tutte le organizzazioni”. (29)
Tuttavia nel rifiutare l'organizzazione formale egli lascia il campo aperto ad altri meccanismi di potere legati ai concetti di carisma e di leadership. “Galleani era l'animo del movimento”, dirà un antiorganizzatore stando a indicare che il suo carisma era esso stesso uno strumento organizzativo. (30) Inoltre i compagni hanno tale consapevolezza della sua importanza per il movimento che lo supportano economicamente per anni permettendogli di dedicarsi completamente alla propaganda.
Negando qualsiasi valore all'organizzazione formale, decisioni importanti vengono prese non durante congressi “ufficiali” ma nel corso di pic-nici o riunioni, più o meno ristrette: la questione è sottile ma non di poca importanza: in teoria in un congresso “formale” posizioni differenti hanno uguale diritto di essere discusse in maniera aperta, e questo non è sempre garantito in ambiti più ristretti o, diremmo oggi, “informali”. Tali diversità di metodo hanno il loro peso nel decidere, ad esempio, su chi deve redigere il giornale del movimento. Un principio importante per gli anarchici è quello della rotazione degli incarichi, principio non facile da rispettare e disatteso quasi completamente dagli antiorganizzatori: “Cronaca Sovversiva” viene editato per più di quindici anni da Galleani e più tardi sarà il suo “erede” Raffaele Schiavina a guidare “L'Adunata dei Refrattari” per cinquanta anni di fila. (31) Problemi simili sorgono attorno ai comitati pro vittime politiche e alla gestione dei soldi che questi raccolgono. Tra gli anarchici italoamericani ci sono diverse polemiche su questo tema e in generale la mancanza di organizzazione formale contribuisce sia alla mancanza di rotazione negli ambiti decisionali, sia ad aumentare esponenzialmente i pettegolezzi e le “voci di corridoio” che sono sempre profondamente dannose per i movimenti rivoluzionari.
Ricercato dalla polizia, Galleani vive clandestinamente a Barre per anni, protetto da un cospicuo gruppo di cavatori emigrati da Carrara e si dedica completamente a “Cronaca Sovversiva”, che riesce a raggiungere i gruppi italiani in ogni angolo del globo, dagli Stati Uniti all'Europa, dal Nordafrica al Sudamerica, all'Australia.
Nel 1905 dà alle stampe La salute è in voi! “un semplice opuscolo per tutti quei compagni che desiderano educarsi” – come si legge su “Cronaca Sovversiva” – rosso, con l'immagine di Ravachol in copertina, in realtà un manuale d'uso degli esplosivi compilato anni addietro da Ettore Molinari e riadattato da Galleani. La dinamite sarebbe stata effettivamente usata più volte dal movimento negli anni a venire.
Nello stesso 1905 va in Francia dove rimane per un breve periodo nel vano tentativo di dar vita a qualche evento insurrezionale. Tornato negli Stati Uniti comincia un lungo giro di conferenze (32) ma nel dicembre 1906 è arresto in relazione allo sciopero di Paterson di quasi cinque anni prima. Estradato nel New Jersey è processato proprio a Paterson nell'aprile 1907. Rifiuta di giurare sulla bibbia, ma alla fine viene scagionato.
Dopo il suo rilascio e subito dopo il congresso anarchico di Roma del 1907 scrive per “Cronaca Sovversiva” diversi articoli con il titolo La fine dell'anarchismo? in risposta all'intervista rilascata a “La Stampa” da Francesco Saverio Merlino, anarchico diventato socialista. Per Merlino il movimento anarchico non ha futuro, dilaniato dalle pomiche interne e ormai quasi completamente assorbito dal Partito socialista. Al contrario, come scriverà Paul Avrich anni dopo, “Galleani sostiene le ragioni del comunismo anarchico contro il socialismo riformista, esaltando i suoi valori di spontaneità e varietà, di autonomia e indipendenza, di autodeterminazione e azione diretta in un mondo sempre più conformista”. (33) Questi articoli hanno una grande eco dentro e fuori il movimento e contribuiscono ad aumentare ulteriormente il carisma di Galleani. Forse ora la sua penna è ancora più potente della sua voce, e la polemica continua con i socialisti parlamentaristi e i riformisti in generale rafforza la leadership tra i Galleanisti, diventando un tutt'uno con quella militanza senza compromessi di cui il manuale d'uso degli esplosivi è un segnale inequivocabile.
Nel 1910 scoppia la prima rivoluzione del Novecento, in Messico, cui accorrono a dare manforte molti anarchici italoamericani. Alcuni continueranno a supportare i rivoluzionari, ma diversi escono delusi da questa esperienza. Galleani dà così voce alle critiche, anche aspre, contro Emiliano Zapata, Ricardo Flores Magon e il suo giornale “Regeneraciòn”, accusando il Partito liberale mexicano di essere un partito più borghese che rivoluzionario. (34)
Quando la polemica sulla valenza della rivoluzione messicana è ancora fresca, nel 1912, l'esercito italiano invade la Libia e Galleani si dedica alla campagna contro la guerra. (35) Nello stesso anno “Cronaca Sovversiva” viene trasferita a Lynn, nel Massachusetts. Galleani è spesso in giro per conferenze: dal 1912 al 1915 prende la parola centinaia di volte, in particolare contro la guerra e i nazionalismi, in Massachusetts, Connecticut, Pennsylvania, Ohio, Illinois, Colorado e California. Nei periodi di assenza lascia il giornale ai sodali Antonio Cavallazzi e Constantino Zonchello.
Quando nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale incrementa ancora la sua attività antimilitarista: continua a tenere conferenze e contraddittori, scrive decine di articoli su “Cronaca Sovversiva” e su altri giornali anarchici che si stampano in Italia, tra gli altri su “L'Agitatore” di Bologna e su “Volontà” di Ancona, diretto da Malatesta. (36) Proprio sul tema della guerra rompe con Kropotkin e con Cipriani, che si schierano idealmente a fianco della Francia contro la Germania. Egli rigetta invece qualsiasi guerra che non sia la guerra socale e ancora una volta dà voce alla posizione degli anarchici con il celebre slogan “contro la guerra, contro la pace, per la rivoluzione sociale!”. (37)



Sbarcato, arrestato, rilasciato

Accanto alla propaganda antimilitarista sono sempre i conflitti sociali e del lavoro a vederlo in prima linea. In questi anni essi sono estremamente frequenti e violenti e devono fare i conti con una repressione costante a opera delle varie polizie statali, federali e private. Il 20 aprile 1914 è la data del massacro di Ludlow, che provoca a una serie di proteste e agitazioni in tutto il paese con protagonisti gli anarchici italoamericani. (38)
Lo scoppio della guerra mondiale, il conseguente intervento statunitense e la ferma opposizione al militarismo dei libertari inaspriscono le lotte sociali. È da poco tornato da un tour di propaganda in East Pennsylvania per supportare i minatori in sciopero, quando, nell'ottobre 1916, è arrestato per incitamento alla ribellione. Rilasciato su una cauzione di diecimila dollari – tutti pagati dai compagni – comincia un nuovo giro di conferenze nel Michigan che lo tiene occupato fino alla fne dell'anno. La situazione per gli anarchici si fa sempre più critica dall'aprile 1917 in poi, data dell'entrata degli Stati Uniti nel conflitto. Quando il Congresso americano vara un decreto che obbliga tutti gli uomini residenti sul suolo americano a registrarsi entro maggio, egli scrive l'articolo Matricolati!, suggerendo ai compagni di evitare la registrazione, vista come primo passo verso la coscrizione obbligatoria. (39) La polizia vieta la spedizione postale di “Cronaca Sovversiva”, ne perquisisce gli uffici, così come fa con la casa di Galleani, che viene arrestato con l'accusa di cospirare contro la chiamata alle armi e rilasciato su cauzione (diecimila dollari). Verrà infine multato di 300 dollari. “Cronaca Sovversiva” viene diffuso ugualmente, prima attraverso un corriere privato e poi con mezzi propri, addirittura in motocicletta. Le sedi dei gruppi galleanisti sparse per il Nordamerica vengono perquisite più volte nel corso del 1917 e 1918 e lo stesso accade nuovamente agli uffici del periodico nel febbraio del 1918. Galleani stesso è arrestato ancora una volta in maggio, e nuovamente rilasciato. In luglio le autorità dichiarano fuori legge “Cronaca Sovversiva” di cui vengono però stampati clandestinamente altri due numeri, così come accade in questo frangente per altre testate anarchiche.
Alla fine, nell'ottobre 1918 il Congresso vota l'espulsione di tutti quegli stranieri residenti sul territorio che si professano anarchici e il 24 luglio dell'anno successivo anche Galleani viene deportato in Italia, lasciandosi dietro una moglie e cinque figli. (40) In risposta alla sua deportazione i compagni lanciano una campagna nazionale a suon di pacchi bomba, che vengono spediti a decine di autorità statunitensi ritenute responsabili della repressione contro il movimento. (41)
Sbarcato a Genova, è arrestato ma presto rilasciato grazie alla pressione dei portuali aderenti alla Federazione dei Lavoratori del Mare. (42) Il Biennio rosso e al suo culmine: i militanti italiani gli chiedono di prendere la redazione di un nuovo quotidiano nazionale, “Umanità Nova” ma egli rifiuta. Va a vivere a Vercelli e poi a Torino dove nel febbraio del 1920 comincia una nuova serie di “Cronaca Sovversiva”. Continua a collaborare con i compagni di tutte le tendenze, organizzatori compresi, e mantiene sempre un ottimo rapporto con Malatesta di cui ha grande stima, anche se non lesina critiche alla fondazione dell'Unione Anarchica Italiana, in occasione del congresso di Bologna del luglio 1920. (43)
È costretto a entrare ancora in clandestinità perché ricercato dalla polizia per il contenuto di alcuni suoi articoli. Si costituisce poco prima dell'apertura del processo a suo carico ed è condannato a un anno e mezzo di prigione. Rilasciato nel dicembre del 1923, ha ormai 64 anni, soffre di diabete e si dedica a rivedere i propri articoli polemici con Merlino e a completare la traduzione italiana delle memorie di Clemente Duval, (44) prima di essere nuovamente arrestato dalla polizia di Mussolini e confinato a Lipari. (45) Liberato nel 1930 ma tenuto sotto stretta sorveglianza viene ospitato da Pasquale Binazzi e da Zelmira Peroni a Caprigliola (MS), dove muore il 4 novembre 1931. (46)
L'Eretico, G. Pimpino, El vecc, Mentana, Minin: qualunque pseudonimo abbia usato, Galleani è sempre stato lo stesso, coerente con un'idea di anarchia aliena da qualsiasi compromesso. La determinazione estrema con cui ha difeso il proprio anarchismo, il suo comportamento esemplare di fronte alle autorità sono tra gli elementi che lo hanno fatto un eroe per almeno due generazioni di anarchici. Dopo la sua morte decine di suoi articoli vengono ristampati in volume negli Stati Uniti prima e poi in Italia. (47) Un ulteriore segnale di quanto importante sia stata la sua figura. “Era davvero un professore, un grande oratore: era il migliore!”, dirà un suo compagno. (48) In queste semplici parole è racchiuso tutto il peso del suo carisma.

Antonio Senta

Note

  1. Desidero ringraziare Tomaso Marabini per l'importante supporto che continua a darmi nell'attività storiografica. Anche in questo caso non è stato da meno.
  2. Pier Carlo Masini, Gli Internazionalisti. La Banda del Matese 1876-1978 (Milano-Roma: Edizioni Avanti!, 1958), p. 129.
  3. Pier Carlo Masini, La Prima Internazionale, in Maurizio Antonioli e Pier Carlo Masini, Il sol dell'avvenire. L'anarchismo in Italia dalle origini alla Prima Guerra Mondiale, (Pisa: Biblioteca Franco Serantini, 1999), p. 15.
  4. Per una sua biografia cfr. Ugo Fedeli, Luigi Galleani. Quarant'anni di lotte rivoluzionarie 1891-1931 (Catania: Centrolibri 1984, prima ed. Cesena: Antistato 1956). Vedi anche Pier Carlo Masini, La giovinezza di Luigi Galleani, “Movimento Operaio, Milano, a. VI, n. 3, maggio-giugno 1954; Paolo Finzi, Antologia di storia anarchica, “Volontà”, Pistoia, marzo-aprile 1975, pp. 122-126; Camillo Levi [Paolo Finzi], L'anarchico dei due mondi, “A Rivista Anarchica”, Milano, aprile 1974; Redazione, Anarchist graffiti, “A Rivista Anarchica”, Milano, estate 1979. Paolo Finzi, L'eredità di Luigi Galleani, “A Rivista Anarchica”, Milano, ottobre 1981.
  5. Pier Carlo Masini, La Prima Internazionale cit.
  6. Luigi Galleani, Chi siamo?, “La Boje!”, Vercelli, 25 maggio 1885.
  7. Casellario Politico Centrale, Archivio Centrale dello Stato, Rome, fasc. Luigi Galleani.
  8. Gli anarchici al popolo in occasione del 1°Maggio, Paris, 1890, Service Historique de la Défense, Paris, archive N (IIIeme République 1872-1940), folder 7 N 1363.
  9. Elisée Reclus, Évolution et révolution, Genève, 1880; Elisée Reclus, L'Anarchie, Bruxelles, 1895.
  10. Giampietro Berti, Errico Malatesta e il movimento anarchico internazionale 1872-1932 (Milano: Franco Angeli, 2003), pp. 165-169.
  11. Luigi Galleani, Figure e figuri (Newark: Biblioteca de “L'Adunata dei Refrattari”, 1930), p. 182.
  12. Cfr. L'anarchico Galleani da Pantelleria a Favignana, “L'Avanti!”, Roma, p. 2.
  13. Natale Musarra, Una storia d'amore e di anarchia, “Sicilia Libertaria”, Ragusa, aprile 2007, p. 5.
  14. Cfr. “L'Avvenire Sociale”, Messina, 1901-1902.
  15. Cfr. Il comizio a favore della candidatura di Galleani, “Avanti!”, Roma, 20 marzo 1897, p. 3.
  16. Armando Borghi, Fermezza anarchica, “Umanità Nova”, Roma, 3 aprile 1960.
  17. Cfr. Melchior Seele [Raffale Schiavina], A fragment of Luigi Galleani's life, in Marcus Graham, edited by, Man! An Anthology of Anarchist Ideas (Orkney: Cienfuegos press, 1974). http://www.katesharpleylibrary.net/d51cvp.
  18. Giampietro Berti, Determinismo scientifico e mutuo appoggio: Pëtr Kropotkin, in Giampietro Berti, Il pensiero anarchico dal Settecento al Novecento (Manduria-Bari-Roma: Lacaita, 1998), pp. 293-370. Cfr. anche Pëtr Kropotkin, The Scientific Basis of Anarchy, “The Nineteenth Century”, XXI, febbraio 1887, pp. 238-58.
  19. La prima edizione di The mutual Aid è del 1902 ma tali concezioni circolano già sulla stampa anarchica da una decina di anni prima. Le idee di comunismo anarchico e di interdipendenza tra anarchismo, scienza ed evoluzione risalgono al 1880.
  20. Cfr. Mentana, Faccia a Faccia col nemico. Cronache giudiziarie dell'anarchismo militante (East Boston, Mass: Gruppo Autonomo, 1914 e ristampato da Galzerano nel 2001).
  21. Paul Avrich, Anarchist voices. An oral history of anarchism in America (Oakland-Edinburgh, AK Press: 2005), p. 316.
  22. Cfr. Catina Willman e Concetta Silvestri, in Paul Avrich, Anarchist voices cit., pp. 111, 107. Vedi anche L'Adunata dei Refrattari, Il pensiero anarchico di Luigi Galleani, “L'Adunata dei Refrattari”, Newark, 5 novembre 1949; Jospeh Moro, Bartolomeo Provo, Harry Richal, Elide Sanchini, Alberico Pirani, in Paul Avrich, Anarchist voices cit., pp. 113, 117, 129, 138, 142; Paul Ghio, L'anarchisme aux Etats Unis (Paris: 1903), pp. 140-142.
  23. Alberico Pirani, in Paul Avrich, Anarchist voices cit., p. 142.
  24. La frase sarebbe di Carlo Buda, fratello di Mario Buda, ed è riportata da Charles Poggi, in Paul Avrich, Anarchist voices cit., p. 132.
  25. Su tali dinamiche di “socialità sovversiva” in particolare nell'area di New York, cfr. la tesi di laurea di Marcella Bencivenni, Italian American radical culture in New York city: the politics and arts of the sovversivi, 1890-1940 (The City University of New York: 2003).
  26. Riportato da Valerio Isca in Paul Avrich, Anarchist voices cit., p. 147.
  27. Cfr. ad esempio “Cronaca Sovversiva”, Barre, Vermont, 18 gennaio 1908.
  28. Luigi Galleani, La fine dell'anarchismo? (Newark: edizione curata da vecchi lettori di “Cronaca Sovversiva”, 1925), p. 45.
  29. Guy Liberti, in Paul Avrich, Anarchist voices cit., p. 157.
  30. Ibidem.
  31. Sull'attività de “L'Adunata dei Refrattari” e sugli stretti legami con “Cronaca Sovversiva” cfr. I fondatori, Ricordi di casa nostra. Nel XXV anno de “L'Adunata”, “L'Adunata dei Refrattari”, New York, 13 aprile 1946, p. 1; Venticinque anni di vita e di battaglia, “L'Adunata dei Refrattari”, New York, 12 aprile 1947, p. 1; O. Maraviglia, L'anniversario, “L'Adunata dei Refrattari”, New York, 22 aprile 1950, p. 1; Tino, Compleanno 1922-1952, “L'Adunata dei Refrattari”, New York, 12 aprile 1952, p. 1;
  32. Per un resoconto della sua attività di propaganda, cfr., Vico Covi, La propaganda del compagno G. Pimpino a Philadelphia, Pa., “Cronaca Sovversiva”, 22 dicembre 1906.
  33. Paul Avrich, Review of Luigi Galleani, The End of Anarchism?, “Black Rose”, Boston, inverno 1983.
  34. Per comprendere meglio i termini di questa polemica, cfr. “Régeneracion sezione italiana”, diretto da un ex sodale di Galleani, Ludovico Caminita. Consultabile online: http://www.archivomagon.net/Periodico/RegeneracionItaliano/RegeneracionItaliano.html.
  35. Cfr. Mentana [Luigi Galleani], Madri d'Italia! Per Augusto Masetti (Lynn, Massachusetts: a cura della “Cronaca Sovversiva” e degli anarchici di Plainsville, Pa., 1913). Nel 1912 Galleani edita anche tre numeri di “Balilla”, un periodico antimilitarista per ragazzi.
  36. Questi articoli sono raccolti nel volume Una battaglia (Roma: Biblioteca de L'Adunata dei Refrattari 1947).
  37. Cfr. “Cronaca Sovversiva”, Lynn, Massachusetts, 3 aprile 1915.
  38. [Ugo Fedeli], Un trentennio di attività anarchica 1914-1945 (Cesena: L'Antistato, 1953), pp. 121-123.
  39. Mentana [Luigi Galleani], Matricolati!, “Cronaca Sovversiva”, Lynn, Massachusetts, 26 maggio 1917.
  40. Cfr. Paul Avrich, Sacco and Vanzetti. The anarchist background (Princeton, New Jersey: Princeton University Press 1991), Luigi Galleani ad nomen.
  41. Ibidem, pp. 137-148. Vedi anche una delle prime scene del film J. Edgar di Clint Eastwood (2011).
  42. Gli Editori, Prefazione, in Luigi Galleani, Una battaglia cit., pp. XII.
  43. Minin [Luigi Galleani], Attenti ai mali passi!, “Cronaca Sovversiva”, Torino, 17 luglio 1920.
  44. Luigi Galleani, La fine dell'anarchismo? cit.; Clemente Duval, Memorie autobiografiche (Newark: Biblioteca de “L'Adunata dei Refrattari” 1929).
  45. Stando a quanto riporta Paul Avrich, nel corso degli anni venti sarebbe riuscito a tornare negli Stati Uniti per un breve periodo, riuscendo a incontrare nuovamente la sua famiglia.
  46. L'Adunata, È morto Luigi Galleani, “L'Adunata dei Refrattari”, 14 novembre 1931.
  47. Oltre ai libri già citati, cfr.: Aneliti e singulti (Newark: Biblioteca de “L'Adunata dei Refrattari” 1935); Mandateli lassù! (Cesena: Antistato 1954); Metodi della lotta socialista (Newark: “L' Adunata dei Refrattari” 1972); Alcuni articoli dalla sua “Cronaca Sovversiva”, Pistoia: Archivio Famiglia Berneri 1984). Per una sua bibliografia, cfr. Ugo Fedeli, Luigi Galleani cit., pp. 124-131.
  48. Harry Richal, in Paul Avrich, Anarchist voices cit., p. 129.