rivista anarchica
anno 42 n. 374
ottobre 2012


 

 

La prossima generazione

Vorrei tanto poter dire di aver conosciuto Isabella per caso o per destino, che poi secondo me è la stessa cosa. Invece il nostro incontro è stato fissato da un destino diverso. Virtuale, programmato, omologato. Come tutti, io e Isabella ci siamo conosciuti per reciproca segnalazione sui nostri telefoni cellulari.
l programmi di affinità dei social network fissano ormai tutti gli appuntamenti “imperdibili“. Vi trovate in un bar, e quelli scandagliano la zona alla ricerca di partner che possano collimare con il vostro profilo. Gusti, segno zodiacale, amicizie condivise, libri preferiti, nel caso siate ancora sedotti dalla lettura, e soprattutto abitudini di consumo. Quante volte alla settimana comprate filetto di sgombro, e cose del genere.
Il guaio è che non sbagliano mai, anzi. A volte eccedono nella precisione, come quando una sera al ristorante mi è arrivata la segnalazione di una compagna ideale “quattro stelle“, ovvero il massimo, seduta a pochi tavoli di distanza. Ho sbirciato e ho riconosciuto la mia ex, come sempre alle prese con un fritto misto e un uomo imbambolato. Già dato. Otto anni insieme, io e lei, bella sintonia di coppia, dicevano gli amici, fino a quando la sua gelosia ha seppellito i ricordi migliori e io sono uscito dall'apnea. Ma sto divagando...
Parlavo di me e Isabella, e di come ci siamo conosciuti. Al supermercato. Sportello Carte Fedeltà. Tutto troppo perfetto, nulla lasciato al caso. Abbiamo sempre il frigorifero pieno a prezzi convenienti, questo è vero, eppure oggi sono incapace di guardare la mia convivente senza provare l'istinto di distruggere il telefonino, un modello di prossima generazione vinto con i punti del supermercato. No, la fedeltà non paga.
Meglio sarebbe stato conoscerla tra gli scaffali di un supermercato occasionale, mezzo clandestino, lungo la traiettoria confusa di una lista della spesa incompleta... Mi immagino ad arrancare nell'aria condizionata di un giorno come tanti guastato dal lavoro, il carrello semivuoto, e all'improvviso la vedo sbucare svagata dalla corsia degli alimentari e vado a cozzare contro il suo carrello colmo di prodotti senza glutine. Mentre l'aiuto a raccoglierli, scopro nel suo sguardo irritato i tratti di una donna affascinante e sbadata, e così attacchiamo bottone, e poi...
Ecco. Così mi piacerebbe ricominciare. Dalle traiettorie indefinite, nebulose, sorprendenti di una spesa fatta a caso. Da un luogo banale come un supermercato, invece che da un luogo abituale come il supermercato.

Paolo Pasi