rivista anarchica
anno 42 n. 374
ottobre 2012


cinema

 

Degradazione e capovolgimento

L'esistenza di un film è solo un po' meno effimera di quella di una bolla di sapone. Il tempo passa e lascia i suoi segni anche sul cinema. In che stato si trovano i vecchi film? In quale modo il pubblico di oggi si pone di fronte a tali film? Quale la percezione che abbiamo davanti a immagini del nostro passato? E non parlo dell'inevitabile invecchiamento e degrado della pellicola, della perdita dei valori fotografici, delle lacerazioni sulla celluloide, ma soprattutto della lenta ma inesorabile disgregazione dell'originale forma.
Il film però è soggetto ad un'altro invecchiamento, più grave e forse più rapido. Ancora oggi possiamo trarre un certo piacere rileggendo, per esempio La Commedia di Dante Alighieri, composta circa otto secoli fa, riconoscendovi delle invenzioni poetiche, delle strofe commoventi, delle scene fortemente pittoriche. Le opere letterarie hanno la fortuna di durare, di poter essere, da un'epoca all'altra, rivestite di un nuovo linguaggio, in qualche modo riallestite in segni espressivi adatti alla trasformazione della cultura e della mentalità del tempo.
Per il film non è la stessa cosa (o almeno non lo è nella maggior parte dei casi), in quanto il contenuto si trova indissolubilmente legato alla forma. Il significato generale e permanente di una parola può essere facilmente astratto da una più o meno particolare interpretazione che le da questo o quell'aspetto tipografico od ortografico. Il simbolismo di una immagine, invece, è così, esattamente il prodotto totale di una infinità di dettagli plastici, da possedere un senso rigorosamente proprio, quasi del tutto inadatto a diversioni. La ricchezza descrittiva dell'immagine dà, lo si voglia o no, un ritratto minuzioso, fisico e spirituale, dell'epoca in cui il film è nato. Mode, comportamenti, espressioni, manie, modi di assassinare e modi innocenti di stringere la mano, sfumature dei sentimenti e stile del bacio, tutto reca una impronta incancellabile. E di anno in anno questi segni troppo profondamente cronologizzati vengono a trovarsi svalutati, sviliti dallo stesso evolversi della vita, dall'evoluzione incessante dei costumi, dallo stesso progresso tecnico.
Così, per un film, il ritmo si trasforma in uno sconnesso dondolare, la poesia diventa sciocchezza, il dramma si muta in una divertente parodia. Ogni opera cinematografica, per sua stessa natura, è votata ad una degradazione e a un capovolgimento di valori in maniera così rapida ed ineluttabile come non ce n'è altro esempio tra tutte le arti. Ovviamente ciò non vale per tutti i film. Si salvano quelli (pochi) che hanno saputo in ogni tempo e luogo rinnovare linguaggio e dare forme adeguate a contenuti importanti.

Bruno Bigoni