rivista anarchica
anno 42 n. 375
novembre 2012


editoria anarchica
I buoni maestri: ristampando Errico Malatesta
Intervista a Davide Turcato
a cura della redazione

Durante un suo recente soggiorno in Italia, abbiamo incontrato Davide Turcato, residente in Canada, curatore delle opere complete di Errico Malatesta. Ne è nata questa intervista.




Come ha preso forma il progetto di pubblicazione delle opere complete di Malatesta?

Alle spalle del progetto c'è una mia lunga frequentazione dei testi di Malatesta, prima in gioventù, poi più recentemente con lo studio dei tre volumi di scritti con cui Fabbri e Bertoni cominciarono a pubblicare le opere complete di Malatesta, poi rimaste interrotte. Ma il progetto vero e proprio è iniziato una tranquilla sera del settembre 1999. Stavo finendo di leggere Luigi Fabbri: Storia d'un uomo libero, scritto dalla figlia Luce, quando mi sono imbattuto nella descrizione del piano dell'opera che Fabbri aveva concepito. “È ora che quest'opera venga completata,” mi sono semplicemente detto. Così è nato il progetto. Io non sono una persona dalle decisioni facili. Mi stupisce tuttora come questo sia potuto accadere...


A chi si rivolge questo progetto? Che tipo di lettore avete in mente?

Abbiamo in mente due tipi di pubblico. Innanzitutto ci rivolgiamo non solo agli anarchici che vogliono approfondire il pensiero di uno dei loro grandi, ma anche ai giovani e a tutte le persone di cultura che si interessano di pensiero politico e vogliono capire meglio cosa sia l'anarchismo, attraverso le parole di uno dei suoi massimi esponenti. In quest'ottica ci teniamo davvero a fare dei libri da leggere, non un monumento. Ci sforziamo di fare dei volumi che non intimidiscano il lettore e per questo attenuiamo il più possibile l'aspetto “enciclopedico” della serie, pubblicando volumi autosufficienti e leggibili individualmente. Riduciamo le note al minimo, limitandoci a informare su fatti e persone che possono non essere familiari al lettore di oggi, o a fornire riferimenti incrociati fra articoli che si prestino a collegamenti. Evitiamo però accuratamente note che “spieghino” Malatesta al lettore. Malatesta scrive chiaro e si rivolge a tutti, non ha certo bisogno di essere spiegato. Allo stesso tempo ci rivolgiamo anche allo studioso e all'accademico, perché pensiamo che quest'ometto un po' curvo e dalle mani sempre sporche (nel senso letterale, non in quello di Sartre) sia una delle grandi figure del pensiero politico mondiale e che i suoi volumi meritino di trovare posto nelle biblioteche universitarie di ogni paese. Per questo abbiamo anche voluto fare un'opera che sia all'altezza degli standard accademici correnti di rigore critico e accuratezza redazionale.


L'importanza dei periodi di transizione

Permettimi di vestire per un momento i panni dell'avvocato del diavolo: non pensi che la letteratura già disponibile su Malatesta sia sufficiente per un'adeguata comprensione del suo pensiero?

Il pensiero di Malatesta è una miniera in buona parte ancora inesplorata. Le antologie esistenti tendono a privilegiare alcuni suoi periodici - L'Agitazione, Umanità Nova, Pensiero e Volontà - a scapito di altri di più breve durata ma di grande importanza, come L'Associazione e La Rivoluzione Sociale. Per non parlare di articoli fondamentali scritti in altre lingue e oggi pressoché ignorati. Poi le antologie hanno in genere un'impostazione tematica, e in questo modo danno un'immagine appiattita e un po' imbalsamata del pensiero di Malatesta. Per uno che è stato attivo nel movimento per sessant'anni la dimensione temporale è invece fondamentale. Senz'altro in Malatesta c'è un'esemplare coerenza dall'inizio alla fine. Ma lui era anche un cuoco che le sue ricette le provava e le cambiava alla luce dell'esperienza. Cogliendo l'evoluzione delle sue idee se ne ricava una comprensione molto più profonda. Infine, c'è stata finora una tendenza a concentrarsi sui momenti “alti” della lotta di Malatesta, cioè i periodi in cui tornava in Italia. Invece, per capire quell'evoluzione è importante studiare le fasi di transizione, gli intervalli, le zone d'ombra, gli articoli isolati che segnano punti di svolta.


Tengo indosso quei panni ancora per un momento: che valore attribuisci oggi alla tradizione dell'anarchismo cosiddetto “classico”?

“Tradizione” è uno di quei termini che si sono fatti una cattiva reputazione a causa delle cattive compagnie. “Tradizione” viene associata a “tradizionalismo,” al dogma che “bisogna fare così perché si è sempre fatto così.” Così travisata, l'idea di tradizione viene ovviamente rifiutata. Tuttavia, in politica, come nella scienza e nell'arte, nessuno inventa nulla da zero. Chi pretende di farlo finisce per reinventare la ruota. L'importante è invece capire a quale tradizione si appartiene, per costruirci sopra e spingerla oltre. In questo senso, nessuno meglio di Malatesta ha definito cosa sia l'anarchismo, cioè i capisaldi della nostra tradizione. Gli anarchici poi, in quanto anti-autoritari, ci tengono spesso a rimarcare che loro non hanno maestri e tradizioni da rispettare. Questa è un po' una forma di autolesionismo. Se c'è una cosa che il tempo ha mostrato è che gli anarchici hanno sempre avuto ragione. Già Gramsci lo ammetteva implicitamente nel 1920, invitando tuttavia gli anarchici a riconoscere dialetticamente “di aver avuto torto quando... avevano ragione.” E in un recente libro su Malatesta Vittorio Giacopini ha giustamente scritto che è tipico dell'anarchismo che “si perda avendo ragione.” Oggi più che mai bisogna che gli anarchici, i romantici sempre vilipesi dai realisti di ogni risma, rivendichino con orgoglio la lungimiranza politica e la dignità culturale della loro tradizione e ne facciano un'arma, anziché buttarla a mare come zavorra.


Cominciando dal mezzo

Entriamo più nello specifico del progetto. Come sono strutturati i volumi e in che ordine li andate pubblicando?

Sono previsti dieci volumi. Di questi, otto seguono un ordine cronologico, dalla Prima Internazionale a Pensiero e Volontà e agli ultimi scritti. Oltre agli articoli, ciascun volume contiene interviste, resoconti di conferenze e interrogatori, tutti materiali per lo più inediti. I restanti due volumi, invece, sono a tema: uno contiene la corrispondenza e l'altro opuscoli, manifesti, programmi e altri scritti miscellanei, come per esempio un'opera teatrale che Malatesta scrisse. L'ordine di pubblicazione va un po' a salti, ma segue una sua logica. Non volevamo partire dall'inizio, perché il primo volume è uno dei più impegnativi, sia per problemi di reperibilità che di attribuzione dei testi. Né volevamo partire dalla fine, perché è ciò che avevano fatto Fabbri e Bertoni, e noi invece volevamo esordire con qualcosa di nuovo, non con la ripubblicazione di materiali già disponibili. Così siamo partiti dal centro, dal volume che copre gli anni 1897-98, cioè quelli dell'Agitazione. Un altro motivo per iniziare da questo volume è che pensiamo sia quello che forse può maggiormente attirare anche i non anarchici, perché è quello in cui Malatesta pone maggiormente l'accento sulle conquiste parziali piuttosto che sulla rottura insurrezionale. Da qui andremo in avanti nella sequenza cronologica, fino alla fine, dopo di che pubblicheremo, andando a ritroso, i primi volumi della sequenza. Il volume della corrispondenza sarà quasi certamente l'ultimo, perché anch'esso è molto impegnativo, mentre il volume di opuscoli, manifesti, ecc. è una specie di “jolly” che non abbiamo ancora deciso dove inserire.


Da quanto dici, capisco che, mentre i volumi vengono pubblicati, la ricerca è ancora in corso.

Sì, è così. Premetto innanzitutto che il titolo Opere complete è una bugia. Il titolo vero dovrebbe essere Opere il più possibile complete. Soprattutto per quanto riguarda la corrispondenza, la completezza è un ideale irraggiungibile. A questo proposito, ne approfitto per rivolgere un appello ai vostri lettori. Se qualcuno fosse a conoscenza o in possesso di articoli poco noti o lettere di Malatesta, gli saremmo profondamente riconoscenti se ce lo facesse sapere. Detto questo, diciamo che di ciascun volume ho già raccolto più o meno il novantacinque per cento dei materiali. Però una cosa che ho imparato con l'esperienza dei primi volumi è che quell'ultimo cinque per cento richiede quasi altrettanto tempo di quanto ce n'era voluto per raccogliere tutto il resto.


Per un'interpretazione autonoma

Per finire, puoi dirmi qualcosa sull'ultimo volume pubblicato?

Si intitola Verso l'anarchia: Malatesta in America, 1899-1900. Riguarda principalmente il soggiorno negli Stati Uniti che Malatesta intraprese appunto a cavallo del cambio di secolo e durante il quale successe all'anti-organizzatore Ciancabilla alla direzione della Questione Sociale di Paterson. Visto che si tratta di America, abbiamo chiesto al massimo studioso americano dell'anarchismo italiano, Nunzio Pernicone, di scrivere il saggio introduttivo. Ecco, questo è proprio uno di quei periodi la cui comprensione può beneficiare maggiormente dalla raccolta in volume di tutti gli scritti. Se consideriamo questi scritti uno per uno, separatamente, questo periodo è una specie di rompicapo. Nell'arco di pochi mesi Malatesta scrive, da una parte, un opuscolo come Contro la Monarchia, in cui propugna come obiettivo prioritario un'alleanza tra i partiti rivoluzionari per un'insurrezione che rovesci la monarchia sabauda, diffondendosi anche su questioni di tattica militare. Questo ha fatto parlare alcuni critici di una specie di rigurgito quarantottista di Malatesta. Dall'altra scrive un articolo come “Verso l'anarchia,” in cui afferma che “ogni vittoria, anche minima [...] sarà un progresso, sarà un passo sulla via dell'anarchia,” e sembra così prefigurare quel tema del gradualismo che svilupperà compiutamente un quarto di secolo dopo. Tuttavia, leggendo gli scritti nel loro insieme se ne può cogliere la coerenza. Ora, non mi chiedere qual è la soluzione del rompicapo, perché ho detto prima che non vogliamo spiegare Malatesta al lettore, e non voglio contraddirmi ancor prima che l'intervista sia finita. In fondo, il bello delle Opere complete è che uno non deve più prendere a prestito le interpretazioni degli “esperti,” cioè dei pochi che hanno avuto finora il privilegio di poter accedere a tutti gli scritti di Malatesta. Ora ognuno può formarsi da sé la propria interpretazione, avendone tutti gli strumenti a disposizione.

 

Due case editrici, due volumi (per ora)

La pubblicazione delle opere complete di Errico Malatesta a cura di Davide Turcato è promossa dalle due case editrici libertarie La Fiaccola e Zero in condotta.
Le opere sono pubblicate con cadenza di uno o due volumi l'anno, a partire da giugno 2011, data d'uscita del primo dei dieci volumi previsti: Un lavoro lungo e paziente..., dedicato alla raccolta di scritti pubblicati su l'Agitazione di Ancona nel periodo cruciale del 1897-1898 (Saggio introduttivo di Roberto Giulianelli, pagg. 392, Ä 25,00). Alle fine di luglio 2012 è stato invece pubblicato il secondo volume della serie: Verso l'anarchia: Malatesta in America, 1899-1900.
Il volume costa Ä 18,00 e può essere richiesto direttamente a: Zero in condotta, casella postale 17127 - MI 67, 20128 Milano
zic@zeroincondotta.org – conto corrente postale 98985831 intestato a Zero in condotta, Milano.