rivista anarchica
anno 43 n. 377
febbraio 2013


editoria

Storie di anarchici tra Modena e provincia

a cura di Andrea Pirondini


È uscito di recente, per le edizioni Zero in condotta, Anarchici a Modena. Dizionario Biografico, una raccolta di storie di “vite militanti” per una ricostruzione inedita dell'ambiente politico e sociale modenese, dalla fine dell'Ottocento al secondo dopoguerra. Ne riportiamo l'introduzione e un paio di biografie.



Introduzione

I primi lavori sulla storia del movimento anarchico modenese risalgono agli anni ottanta e tra questi spicca la bella monografia su Rivoluzio Gilioli. Tali contributi hanno avuto il grande pregio di delineare una cornice di riferimento e di mettere in risalto i punti di forza ma, per un lavoro sistematico ed avere un quadro organico della presenza anarchica nella provincia di Modena, occorre attendere la pubblicazione dei due volumi de Alle radici dell'anarchismo modenese – Il XIX secolo – Per un mondo migliore.
Il recente Dizionario storico dell'antifascismo modenese ha dato nuovo impeto alla ricerca ed il puntiglioso lavoro di scavo negli archivi e di spoglio delle pubblicazioni ha precisato fatti e portato alla luce documenti inediti. È in questo solco che si inserisce il Dizionario biografico degli anarchici modenesi, edito per i tipi di Zic in collaborazione con l'Istituto storico della resistenza di Modena.
Il lavoro si compone di due parti essenziali. Una prima parte tematica in cui sono descritte in modo dettagliato le organizzazioni, i giornali ed alcuni momenti salienti legati alla storia degli anarchici geminiani, con ricostruzioni accurate capaci di delineare con precisione alcune vicende. Tra queste degne di nota sono la ricostruzione organizzativa della Federazione Provinciale Comunista Anarchica, del Sindacato Edile Provinciale, e della Camera del Lavoro di Modena e Provincia con relativa stampa anarcosindacalista. Nella seconda parte, quella biografica vera e propria, arricchita da un'importante apporto fotografico, troviamo le biografie dei nomi più conosciuti dell'anarchismo modenese affiancate, per la prima volta, dai tanti 'militanti di base', che rappresentano il tessuto connettivo, il vero nerbo del movimento, testimoni dell'incidenza del pensiero libertario nel tessuto sociale.
Nel ricostruire le oltre 300 biografie, a volte con pochi frammenti documentali o coriandoli di vita si è reso necessario fare delle scelte. Sono stati inseriti tutti i nati in provincia di Modena schedati come anarchici dalla Questura di Modena e nel Casellario Politico Centrale di Roma. A questi sono stati aggiunti chi, nel modenese, vi si è trasferito per lungo tempo o in modo definitivo. Mancano, se non altro come gesto scaramantico, le biografie di persone in vita.
Oltre ad utilizzare criticamente gli archivi di polizia sono state consultate, in modo altrettanto critico, le fonti del movimento: periodici, memorialistica, autobiografie, testimonianze orali per integrare, confrontare, cercare conferme o più semplicemente per dare maggiore risalto e far emergere il lato umano, dove le vicende politiche s'intrecciano con la miseria, le speranze, le difficoltà, i ripensamenti, i drammi e le gioie della vita quotidiana.
Si dice che un popolo senza memoria non ha futuro ed è condannato a ripetere gli errori del passato. In un mondo sempre più complesso e gravido di incognite sul domani guardare al passato è forse un modo per recuperare alcuni punti fermi, alcune certezze. Per questo, tra le tante storie personali e le 'vite militanti' raccolte, a cui spesso si è riusciti a restituire un volto, è doveroso un accenno per mettere in evidenza la figura esemplare di Renzo Cavani e la notizia inedita che per due volte ha cercato, senza riuscire, di uccidere il duce.
Questo dizionario biografico, che copre l'intero arco temporale che va dalla fine dell'Ottocento al secondo dopoguerra, è un libro di memorie che va oltre la trasmissione della memoria del Movimento anarchico per assumere il valore inaspettato di un racconto di cui andare orgogliosi. L'augurio è che con questo contributo la storia degli anarchici modenesi abbia finalmente raggiunto la maturità per uscire dall'anonimato, dalle mistificazioni ed essere riconosciuta come una componente importante della nostra storia e identità locale.

Andrea Pirondini

Siberia GiglioliSiberia Gilioli (la Libera)

Rovereto sulla Secchia (Modena) 14.2.1908
Fontenay-sous-Bois (Francia) 27.6.2005

di Onofrio e Maria Pelliciari

Sorella del più noto Rivoluzio Gilioli, fa parte di una numerosa famiglia di anarchici con la quale, nel 1922, emigra in Francia a Fontenay-sous-Bois nei pressi di Parigi. È la stessa Siberia a ricordare: «Nel 1924 decidemmo di uscire da Parigi. Ci informammo che a Fontanay c'era una vecchia disposta a dare in vitalizio un suo chalet con un bel giardino in un passaggio privato con solo 6 casette, proprio in faccia ad un bar. Appena abbiamo visto questo chalet, ne siamo rimasti meravigliati ed abbiamo subito accettato le condizioni della vecchia che era esigente: 3900 franchi all'anno erano molti ma data la nostra numerosa famiglia era impossibile alloggiare diversamente e ben contenti si fece subito l'affare». È interessante sottolineare questi aspetti perché nella casa dei Gilioli si riuniscono gruppi di anarchici ed il Comitato pro vittime politiche, e diviene nel tempo un punto di riferimento solidaristico ed un richiamo organizzativo per molti antifascisti non solo anarchici. Qui trovano rifugio e ospitalità, anche per lunghi periodi, diversi fuoriusciti italiani, tedeschi e russi, tra cui anche l'anarchico modenese Renzo Cavani che si fidanza con Siberia e dalla quale ha un figlio, Jacques. Allo scoppio della guerra civile, Siberia, parte per la Spagna; a quanto è dato sapere è l'unica donna modenese a farlo. Verso la fine del 1936 raggiunge Renzo Cavani e si impegna nei servizi di frontiera di Portbou. Nel 1937 è segnalata a Barcellona e nel maggio dello stesso anno ripara di nuovo in Francia. Viene iscritta nella Rubrica di frontiera e al Bollettino delle ricerche per arresto. Nel 1945 rientra con tutta la famiglia a Fontenay-sous-Bois dove continua a vivere nel dopoguerra ed assume, dopo la morte del padre, la guida della ‘tribù dei Gilioli'. Riceve la cittadinanza francese nel maggio 1946 grazie all'interessamento di alcuni partigiani e rifugiati ebrei incontrati durante l'occupazione. Muore nella sua casa a Fontenay-sous-Bois il 27 giugno 2005, per sua espressa volontà la salma viene cremata.


Siberia GiglioliEugenio Bertolani

Lama Mocogno (Modena) 23.4.1949
Carpi 14.5.2008

di Walter e Alberta Ruggeri

Studia all'Accademia di Brera ed a Milano entra in contatto con il gruppo redazionale di “A Rivista Anarchica”. Meglio conosciuto come il Carpi, diventa distributore del periodico anarchico. Per motivi di lavoro si trasferisce per un breve periodo di tempo in Germania. Rientrato in Italia, trova impiego in lavori stagionali e si dedica a tempo pieno all'impegno politico. Comincia anche la vendita ambulante di libri, attività che svolgerà per gran parte della vita.
A Mirandola, all'inizio degli anni '70, assieme a Fausto Bolzani ed altri fonda un gruppo anarchico. Eugenio, di carattere risoluto e deciso, più portato per l'azione, non è certo un tipo diplomatico e nascono alcune tensioni con il gruppo Gruppo anarchico 'Pisacane' di Modena.
Il gruppo anarchico della Bassa ed il gruppo di Modena si formano sulla spinta della contestazione antiautoritaria e con forti connotazioni libertarie, del '68. Un movimento storico straordinario e forse irripetibile, fucina di talenti, di speranze e di sogni. Nella nostra provincia B. è un protagonista di quegli anni. Appianate le divergenze, più personali che politiche, tra gli anarchici modenesi, B. figura tra quelli che si schierano contro la deriva psichedelica del movimento e l'uso di sostanze stupefacenti. Tale deriva porta alla fuoriuscita di alcuni compagni dal Gruppo 'Pisacane' che confluiscono in Lotta Continua.
Eugenio collabora a “Linee per la Rivoluzione Libertaria” e, nel 1975, costituisce con Maurizio Tonelli, Angelo Trevisani e Maria Rosa Muratori il Gruppo anarchico 'Renzo Cavani' la cui bandiera, ideata da B., è nera con un bordo rosso. L'acume e la lucidità politica hanno sempre contraddistinto B.; divoratore insaziabile di libri, forse anche come sfida alla forte miopia, fonda assieme ad altri, nella sua casa, la Biblioteca popolare Ugo Fedeli intesa come centro di documentazione «per essere presenti ed informati sulla realtà politica e sociale del territorio».
Nel 1977 B. fa parte della redazione de “La Questione Sociale. Foglio anarchico d'informazione regionale”, promossa dal Gruppo 'Renzo Cavani' con la collaborazione dei gruppi anarchici di Bologna, Forlì e Rimini che, solo nel modenese, distribuisce 400-500 copie.
B. si impegna moltissimo anche nel comitato di difesa all'obiettore totale Matteo Danza e nella solidarietà a Sandro Galli impegnato nello sciopero della fame contro il giuramento di fedeltà nel pubblico impiego. Eugenio è un fabbricante di ‘bolle di sapone' e di soldatini di piombo, accuratissime e fedeli ricostruzioni frutto della sua profonda passione per la storia. La sobrietà proprio non sapeva cosa fosse. Tra moche di caffè e stecche di sigarette, le iperboli e gli eccessi sono la sua cifra. Proverbiale resta la mangiata di 11 cotechini. L'amore per il cibo, negli ultimi anni lo porta ad aprire un'osteria. La malattia lentamente lo divora. Muore il 14 maggio 2008 a Carpi.