Colombia 2
Desplazados
testo e foto di Paolo Poce
“Spostati”: così sono definiti i figli dei desaparecidos colombiani.
Il nostro collaboratore Paolo Poce ha visitato a Bogotà “La Casona”, un centro che si occupa di loro.
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Usme, Bogotà. Bambini nella favela |
A Bogotà,
nel quartiere periferico Usme, esiste un centro di aiuto e sostegno
alle persone vittime della cosiddetta tortura psicologica.
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Una
bambina gioca nell'ambulatorio
del centro di attenzione psicosociale |
Sono prevalentemente bambini, figli di desaparecidos.
Fenomeno molto diffuso tra la metà degli anni '80 e la
fine degli anni '90. In questo periodo furono migliaia le persone
scomparse, sindacalisti, fiancheggiatori delle Farc o presunti
tali, o semplicemente oppositori. Le famiglie delle persone
scomparse scappano per paura di ulteriori rappresaglie e questo
fenomeno genera un'immigrazione interna al paese che crea l'aumento
delle favelas, della povertà e dello sradicamento.
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La favela di Usme (Bogotà) conta quasi un milione di abitanti |
Accade per la maggior parte delle volte, poi,
che a scappare siano giovani donne con figli piccoli. La “Casona”,
come viene chiamato il centro di accoglienza, offre sostegno
gratuito, sanitario e psicologico, a queste persone.
Paolo Poce
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Una madre con la figlia durante un incontro di terapia di gruppo |
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Centro di attenzione psicosociale di Bogotà, terapia di gruppo |
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Centro
di attenzione psicosociale di Bogotà, laboratorio musicale per bambini |
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Favela di Usme, Bogotà. Bambini studiano per strada |
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Favela di Usme, bambini nelle loro abitazioni |
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Favela
di Usme, bambini nelle loro abitazioni |
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Una madre con la figlia durante un incontro di terapia di gruppo presso la Casona |
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