rivista anarchica
anno 43 n. 381
giugno 2013


Colombia 2

Desplazados

testo e foto di Paolo Poce


“Spostati”: così sono definiti i figli dei desaparecidos colombiani.
Il nostro collaboratore Paolo Poce ha visitato a Bogotà “La Casona”, un centro che si occupa di loro.

Usme, Bogotà. Bambini nella favela

A Bogotà, nel quartiere periferico Usme, esiste un centro di aiuto e sostegno alle persone vittime della cosiddetta tortura psicologica.
Una bambina gioca nell'ambulatorio
del centro di attenzione psicosociale

Sono prevalentemente bambini, figli di desaparecidos. Fenomeno molto diffuso tra la metà degli anni '80 e la fine degli anni '90. In questo periodo furono migliaia le persone scomparse, sindacalisti, fiancheggiatori delle Farc o presunti tali, o semplicemente oppositori. Le famiglie delle persone scomparse scappano per paura di ulteriori rappresaglie e questo fenomeno genera un'immigrazione interna al paese che crea l'aumento delle favelas, della povertà e dello sradicamento.

La favela di Usme (Bogotà) conta quasi un milione di abitanti

Accade per la maggior parte delle volte, poi, che a scappare siano giovani donne con figli piccoli. La “Casona”, come viene chiamato il centro di accoglienza, offre sostegno gratuito, sanitario e psicologico, a queste persone.

Paolo Poce
Una madre con la figlia durante un
incontro di terapia di gruppo

Centro di attenzione psicosociale di Bogotà, terapia di gruppo

Centro di attenzione psicosociale di Bogotà, laboratorio musicale per bambini

Favela di Usme, Bogotà. Bambini studiano per strada

Favela di Usme, bambini nelle loro abitazioni

Favela di Usme, bambini nelle loro abitazioni

Una madre con la figlia durante un incontro
di terapia di gruppo presso la Casona